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Sci di fondo: Italia, tra la debacle di Pellegrino e il talento di Davide Graz. Donne, un problema quarti di finale sprint che permane

Weekend decisamente poco fortunato per l’Italia in quel di Davos: le gare sprint del sabato e le distance di domenica non hanno infatti regalato grandi soddisfazioni al team azzurro, rimasto fuori dalle posizioni che contano in maniera anche abbastanza sorprendente soprattutto per quel che concerne un nome.

Federico Pellegrino, infatti, non ha tenuto fede all’ottima sua tradizione nella città svizzera, uscendo in semifinale (benché vada detto che si è trovato in una batteria particolarmente forte, con i norvegesi Johannes Klaebo ed Erik Valnes e l’indiavolato francese Lucas Chanavat, che solo il leader di Coppa del Mondo ha potuto fermare con molta fatica). Di sicuro il nostro portacolori non sperava in questo inizio della campagna a tecnica libera, la sua preferita, ma preoccuparsi in questo momento appare piuttosto prematuro. A rafforzare la sensazione, le parole del diretto interessato: “Mi è già successo in passato che nella prima sprint in pattinato della stagione mi metto un pizzico di pressione in più, le cose miglioreranno sicuramente in futuro. Voltiamo pagina”. Peggio è andata a Francesco De Fabiani, mai protagonista nella due giorni elvetica e ritirato nella 15 km: c’è ancora un bel po’ da lavorare sulla condizione per il secondo violino della pattuglia azzurra.

Chi può ritenersi soddisfatto, invece, è Davide Graz: il classe 2000 è riuscito a passare anche con un certo agio le qualificazioni della gara sprint e, nel quarto di finale che vedeva impegnato anche Klaebo, si è anche fatto vedere senza paura, almeno fino al momento in cui il norvegese ha detto basta con gli scherzi e ha iniziato a ricordare al mondo chi è. Delle sue capacità e della sua personalità si spera di poter parlare di nuovo in futuro, anche perché qui si tratta di segnali che continuano ad accumularsi in maniera molto interessante.

Al femminile, invece, il nome della sorpresa è quello di Francesca Franchi, che è stata davvero brava ad arrivare fino ai quarti nella sprint, pur non potendo fare praticamente niente una volta giunta al dunque. Per lei punti di Coppa del Mondo, esperienza e la piacevole visione di un vento di novità. Ciò che non riesce a cambiare, invece, è il fatto che le azzurre si incagliano sempre nei quarti di finale. In verità, se Lucia Scardoni è rimasta indietro nella sua batteria, Greta Laurent ha provato ad evitare l’amaro destino, ma dopo aver battezzato la svedese Maja Dahlqvist non è riuscita a trovare lo spunto giusto.

In chiave distance, le cose, considerato pure il problema De Fabiani, non cambiano per il momento, con gli azzurri in difficoltà.

federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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