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Fede, prova generale contro l'uomo nudo

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PyeongChang Per la serie i social sono proprio una strana creatura, Pita batte Chicco 159mila a 20mila. Fa ancora più effetto che persino Johannes Klaebo, il nuovo Dio dello sci di fondo che ieri ha preso una batosta mica da ridere al suo esordio olimpico, debba inchinarsi ai follower di Mr. Torso nudo dal Tonga, che dopo la cerimonia di apertura ha sfondato sui display di tutto il mondo. Pita Taufatofua, questo il suo nome, ha visto per la prima volta la neve un anno fa e per qualificarsi alla gara Sprint in programma nella mattinata italiana di domani ha dovuto quasi morire, sfruttando in extremis l'ultima possibilità, una gara di livello ridicolo disputata in Islanda lo scorso 20 gennaio. Folclore olimpico, non sarebbero Giochi veri senza queste storie che tanto piacciono a chi per quindici giorni ogni quattro anni si scopre appassionato di sport invernali, ma fra poche ore si farà sul serio: Pita darà spettacolo per qualche minuto e poi andrà a casa, mentre gli altri, Chicco, Johannes e compagnia, andranno avanti, non per essere i re dei social, ma per provare a vincere le tre medaglie in palio.Si corre una Sprint a tecnica classica e la precisazione è d'obbligo, perché se fosse invece a tecnica libera Federico Pellegrino andrebbe presentato come favorito numero 1, almeno al pari di Klaebo, che come si è visto nella 30 km skiathlon evidentemente sta accusando un po' la pressione olimpica. Chissà, forse dopo aver rotto il ghiaccio si scatenerà e non lascerà più nulla agli altri, ieri sembrava davvero una furia dopo aver visto i suoi tre compagni di squadra (sulla carta più deboli di lui) finire sul podio con lui soltanto decimo. Chicco invece ha passato una vigilia serena con la solita routine: il valdostano è uno che non lascia mai nulla al caso e a questa gara sta pensando da quattro anni, da quel giorno a Sochi in cui crollò nelle fasi finali della sprint a tecnica libera (il programma olimpico prevede un'alternanza libera/classica) e giurò a se stesso che la volta successiva sarebbe andata diversamente. «Allora non ero pronto, adesso sì». In questi anni sono successe tante cose. Chicco è diventato campione del mondo a Lahti lo scorso febbraio (il giovanissimo emergente Klaebo finì terzo), ha vinto dieci gare in Coppa, ha messo su casa con la compagna Greta Laurent (che a sua volta sarà in gara oggi nella Sprint femminile), si è rinforzato mentalmente e, aumentando anno dopo anno i carichi di lavoro, anche fisicamente. «A fine gennaio ho fatto un carico pesante sia a secco che sulla neve, avrei voluto raccogliere di più nelle ultime gare, ma avevo le gambe pesanti, ci sta perché tutto è stato programmato per essere al massimo della condizione qui. La tecnica classica non è la mia, ci ho lavorato tanto per migliorare e l'ho fatto, ma in ogni caso per questa prima gara mi sento un outsider».Sarà invece il favorito assieme a Didi Noeckler nella sprint a coppie a tecnica libera del 21 febbraio «Ma a quella, e anche alla staffetta, penserò più avanti, facciamo un passo alla volta, mi aspetta una gara dura e tattica, ho studiato la mia nei minimi dettagli. Pressione? Io la chiamo carica. Non voglio deludere, ma non ho paura di farlo».
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