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Olimpiadi Milano-Cortina 2026, l’Italia fa un altro passo verso una figuraccia epocale. Nessuna azienda vuole costruire la pista di bob, slittino e skeleton

Il rischio che i Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026 si tramutino in una figuraccia epocale per l’Italia si fa sempre più concreto. Nella giornata di lunedì 31 luglio, l’agenzia di stampa Ansa ha battuto una notizia inquietante. Il bando di gara per la costruzione dello Sliding Center (la pista di bob, slittino e skeleton) di Cortina d’Ampezzo è andato a vuoto. In altre parole, nessuna azienda si è fatta avanti per edificare un impianto indispensabile per le Olimpiadi.

Ansa ha ripreso un comunicato ufficiale di Simico (la Società Infrastrutture Milano Cortina 2026), che ha altresì annunciato l’inizio di una “procedura negoziata” per la ricerca di un’impresa in grado di completare i lavori. In altre parole, se Maometto non va alla montagna, la montagna è costretta a cercare Maometto. Simico dovrà contattare in prima persona i potenziali costruttori, domandando loro un preventivo.

I costi sono già esplosi, essendo attualmente pari al 264% di quelli previsti a gennaio 2019 (124 milioni di euro anziché 47), ma potrebbero lievitare ulteriormente. Senza appalto, si dovrà procedere alle condizioni poste dall’azienda prescelta. Sempre che ve ne sia qualcuna interessata a intraprendere l’avventura. D’altronde, gli ostacoli da affrontare sono altissimi. Forse insormontabili. Sia perché il nuovo Sliding Center è fortemente osteggiato dalle realtà locali, essendo collocato in un’area sensibile dal punto di vista storico e ambientale, sia perché i tempi sono ormai asfissianti. I Giochi olimpici saranno anche a febbraio 2026, ma teoricamente la pista dovrebbe essere costruita entro novembre 2024 (dunque in sedici mesi da oggi) per consentire lo svolgimento dei cosiddetti test-event.

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Insomma, una situazione da incubo, la cui via d’uscita è impervia nella migliore delle ipotesi. Inesistente nella peggiore. Nel qual caso, l’Italia si troverebbe a fare una figura “da peracottara”, perché le gare di bob, skeleton e slittino si svolgerebbero in Svizzera o in Austria. Peraltro il Tirolo potrebbe rappresentare la soluzione d’emergenza per “salvare” i Giochi olimpici invernali 2026 anche per quanto riguarda salto con gli sci e combinata nordica. Se ne parla poco, ma la situazione dei trampolini di Predazzo genera qualche ansia. Non è problematica come quella dello Sliding center, ma siamo ben lontani dall’optimum.

A oggi, 1° agosto 2023, le strutture necessarie allo svolgimento di quasi la metà degli sport inseriti nel programma di Milano-Cortina 2026 (bob, slittino, skeleton, salto con gli sci, combinata nordica, speed-skating e hockey) sono in alto mare (Predazzo), esistono solo su carta (Cortina, Pala-Italia di Milano) oppure non esistono proprio (due palazzi del ghiaccio nel capoluogo lombardo).

Mancano due anni e mezzo all’appuntamento. Allo stato attuale delle cose, lo scenario più roseo è quello di “salvarsi in corner”. Altrimenti bisognerà raccogliere il pallone dall’interno della propria porta. Nella speranza che sia solo uno, perché potrebbero anche essere due o tre. A rendere beffardo il tutto ci sarebbe una dinamica che bisognerebbe sempre tenere a mente. L’Italia non sta affrontando nessuno, farebbe tutto da sola. Si tratterebbe di eclatanti autogol senza precedenti nella storia dell’organizzazione dei Giochi olimpici.

Foto: La Presse

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