Short track, Italia sottotono nella terza tappa del World Tour a Pechino
Andata in archivio la terza tappa del World Tour di short track a Pechino (Cina) ed è tempo di bilanci in casa Italia. Ci si aspettava qualcosa di più dalla formazione tricolore, impegnata sull’anello di ghiaccio del Capital Indoor Stadium. Sì, perché terminare il week end senza nessun piazzamento nella top-3 per quelle che sono le ambizioni della squadra tricolore è un risultato negativo.
La forma non è delle migliori, nel complesso. Del resto, gli stessi selezionatori azzurri avevano presentato questa prima parte dell’annata, chiarendo come gli obiettivi che conteranno davvero saranno più avanti. Certo è che questo ragionamento possa riguardare anche gli avversari e quindi la mancata conquista dei podi nel massimo circuito internazionale ha una valenza con il “-“.
Si pensi a Pietro Sighel che, anche per un po’ di sfortuna in alcune circostanze, è uscito a mani vuote da questo terzo appuntamento del massimo circuito. Le qualità del trentino non si discutono e si spera che già dal prossimo week end a Seoul vi possa essere un riscatto. Buona invece la crescita messa in mostra da Thomas Nadalini, vittorioso nella Finale B dei 1500 metri.
Sul versante femminile si spera che il colpo preso alla caviglia da Arianna Fontana non sia così grave da impedirle di gareggiare in Corea del Sud. Un appuntamento azzoppato in tutti i sensi per la campionessa valtellinese, toccata nel corso dei quarti di finale dei 1000 metri e andata a sbattere violentemente contro le protezioni, rimediando in un infortunio. Necessario, quindi, voltare pagina e imparare dagli errori commessi, specialmente nella gestione delle staffette.