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Morto Gino Luppi, eroe della vela al terzo 

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Morto Gino Luppi, eroe della vela al terzo 

Se oggi le barche con vela al terzo ondeggiano in laguna il merito è di una persona: Gino Luppi. È lui uno dei soci fondatori, nonché primo presidente, dell’associazione che oggi ha 130 iscritti. È lui il padre di questi appassionati che punteggiano l’acqua di vele che assomigliano a farfalle. All’alba di sabato 14 febbraio, Luppi è mancato a 91 anni lasciando i due figli Andrea e Roberto.

Il nome della sua barca, Iolanda, è quello della moglie deceduta qualche anno fa. «Luppi è stato il padre di tutti noi». racconta l’attuale presidente Marco Bettini, «era un punto di riferimento, un uomo mite che ha spiegato a tutti con amore la tradizione di queste barche tipiche della laguna. Se siamo qui oggi lo dobbiamo a lui».

Nato nel 1932, Luppi nel dopoguerra prende in mano il negozio di ferramenta del padre, Trevissoi in Campo San Zulian, oggi gestito dal figlio Andrea.

Il ricordo di Massimo Gin

«L’ho conosciuto nel 1986, durante una regata», ricorda Massimo Gin, che ha riportato in vita il trabaccolo attraccato in Punta della Dogana, «era un grande sportivo, uno che affrontava la vita con un sorriso, sempre disponibile con tutti, una persona che amava la Laguna e che ha navigato fino a cinque anni fa».

Luppi era una colonna portante che ha cresciuto generazioni insegnando come navigare con la vela al terzo, ma anche il rispetto per la laguna. Gli sport gli piacevano tutti: andava in bici e pattinava, ma la vela rimaneva quello che gli faceva battere il cuore. «Sapeva farlo come era naturale a quel tempo e come lui insegnava a noi», prosegue Gin.

Sia l’associazione che chi lo conosceva sta già pensando a un riconoscimento che verrà comunicato prossimamente.

La sua mitica Iolanda, un ricordo indelebile

«Un marinaio veneziano, un imprenditore, un cittadino attivo, un mentore, un artista e un amico di tantissimi che si adopereranno a mantenere in vita il suo stile ed i suoi insegnamenti», ha detto Alberto Sonino di Vento di Venezia, «Gino ci aiutò a concepire le barche costruite alla Certosa tra le quali il Bateo a Pisso Corsaro, disegnato sulle linee tradizionali della sua mitica Iolanda confrontate con quelle di Attilia, il topo chioggiotto di Giorgio Righetti, l’altro compianto co-fondatore e già presidente dell’Associazione vela al terzo. Giorgio e Gino stanno sicuramente navigando affiancati, ognuno al timone della sua barca, verso un orizzonte un po’ più ampio della nostra laguna».

La sua barca, Iolanda, nome della compagna di una vita: «Quando non sono con lei, sono con Iolanda la barca», diceva agli amici, riferendosi ai due grandi amori. Quella barca rimarrà nella flotta dell’associazione, portando ogni volta con sé il ricordo del fondatore. I funerali, mercoledì alle 10 a San Francesco della Vigna.

Il ritratto di Venetians

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