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Addio ad Alberto Alunni Barbarossa, “gigante buono” della vela triestina

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Addio ad Alberto Alunni Barbarossa, “gigante buono” della vela triestina

TRIESTE. Alberto Alunni Barbarossa, il “gigante buono”, geniale, burbero all’apparenza, ma in realtà capace di gesti di grande generosità e affetto, se ne è andato il giorno di Natale. Una morte improvvisa quella del 57enne impresario edile, che ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua numerosa famiglia, ma pure nel mondo della vela.

Chi passa tra i pontili della Triestina della Vela, proprio all’ingresso, ammirando la bella Shahrazad, ora verrà colto da una vena di malinconia. Quell’affascinate barca disegnata da Carlo Sciarelli – da poche settimane in un cantiere di Monfalcone per manutenzione – era una della più sentite passioni di Alberto.

L’amore per il mare gli era stato trasferito dal padre, e dopo aver cavalcato le onde con motoscafi e gommoni, assieme al fratello Stefano aveva accarezzato il desiderio di una barca a vela. L’occasione arriva con Shahrazad, uno sloop di 10,50 metri in legno varata nel 1970, che necessitava di un profondo restauro conservativo. Un delicato intervento che ha visto i due fratelli impegnati per diversi anni, ma con un risultato finale stupefacente.

Tra l’altro, il destino vuole che i fratelli, in quegli anni, frequentino il cantiere Alto Adriatico, dove è di casa pure Sciarelli. E un incontro con il progettista navale in quel contesto consente loro di entrare in possesso del piano velico originale della barca e di preziosi consigli per il restauro.

Un amore - quello per Shahrazad - che vedeva Alberto dedicargli tutto il suo tempo libero. «Aveva le mani d’oro», ricorda commosso Marco Penso, presidente della Triestina della Vela»: «Ogni inverno investiva molto tempo nella manutenzione di quella bellissima barca, e malgrado avesse dei problemi alle ginocchia, passava ore accucciato a sistemare ogni dettaglio della sua Shahrazad. Era un amico, una persona dal cuore d’oro, con abilità umane e pratiche rare. Ci mancherà molto».

D’inverno quella barca la coccolava, d’estate tra crociere, gite con gli amici – aveva anche realizzato una griglia su misura per arrostire il pesce – e regate diventava la sua seconda casa. «Era un gigante buono», ricorda con la voce rotta dall’emozione Enzo Distefano, componete del primo equipaggio di Azzurra e timoniere dei fratelli Alunni Barbarossa con i quali ha messo a segno diversi successi sui campi di regata. «È vero che agli occhi dei più risultava come un burbero testardo – aggiunge – che pretendeva il rigoroso rispetto della regole anche in mare e in gara, ma in realtà aveva un cuore enorme. La notizia mi ha veramente lasciato senza respiro».

Dalla mente geniale di Alberto, spalleggiato dal fratello, da Roberto e Bruno Lodes, da Sandro Fioritto, Enrico Teiner, Enzo Distefano, è nato anche lo S’Cenza Club che dal 2011 organizza il Trofeo Legni di Mare. Alberto Alunni Barbarossa lascia la moglie Martina, la figlia Caterina, le sorelle Paola e Emanuela e il fratello Stefano. —


 

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