Se per quest’estate avete programmato delle vacanze in barca a vela, assicuratevi di avere tutti gli ingredienti che ne garantiscano il successo: compagnia collaudata (preferibilmente durante il lockdown), vino e birra in quantità sufficienti per gli aperitivi (così non dovrete ammassarvi nei bar a terra), monetine da lanciare per decidere in quale rada ancorare senza litigare e un ottimo libro, il (secondo) miglior amico dell’uomo: classici, gialli, d’avventura, fantasy, saggi, enormi o pocket… va bene tutto, purché siano avvincenti e indimenticabili. La nostra (obbligatoriamente ridotta) selezione è dedicata al mare, quello delle grandi avventure attorno al mondo e dei velisti che le hanno vissute, il mare dei viaggi, dei costumi e delle storie, vere o immaginate; quello che fa da sfondo allo sport più bello del mondo o alle città da scoprire. Senza dimenticare i marinai di domani…

Sull’onda lunga del Vendée Globe e con la prua rivolta verso le prossime avventure oceaniche, la biografia di Armel Le Cléac’h è un libro da leggere tutto d’un fiato, perché ha il ritmo adrenalinico e incalzante della sua stessa vita, sempre di corsa sugli oceani del mondo. Considerato un mostro sacro della vela, Armel fa parte della ristrettissima cerchia di velisti che hanno vinto tre volte la Solitaire du Figaro (e lui è l’unico ad essere salito 4 volte sul podio). Nel 2016 si è anche aggiudicato la Vendée Globe (secondo nelle edizioni 2012 e 2008), stabilendo il record tutt’ora imbattuto e, in generale, vanta un palmares d’eccezione. Il nonno vescovo alle Isole Marchesi, il naufragio di Foncia, la paura del trimarano, l’infanzia, le chiavi del suo successo, le prime regate, i successi, la famiglia: tutto quello che avreste voluto sapere sullo “sciacallo” (compresa l’origine del nome), ve lo racconta lui stesso. Armel Le Cléac’h - Il prezzo della Vittoria (Edizioni Mare Verticale). Della stessa casa editrice, anche la storia (incredibile) di Jean-Luc Van den Heede (L’ultimo lupo di mare) e il racconto della sua vittoria al Golden Globe 2018: il leggendario velista francese con oltre 250mila miglia e numerosi record sotto la chiglia, a 73 anni si è aggiudicato il giro del mondo in solitario “come una volta” - su una barca di 11 metri senza alcun supporto “moderno” o tecnologico.

Ritroveremo Van den Heede e Le Cléac’h – insieme a Francis Drake, sir Robin Knox-Johnston, Bernard Moitessier, Ellen Mac-Arthur, Francois Gabart… - nel volume Girare il Mondo a Vela (Nutrimenti Mare), che ripercorre la storia delle circumnavigazioni partendo dal viaggio di Magellano (di cui, nel 2019, si è celebrato il cinquecentenario). A favore di Alisei o contro i venti dominanti, per il piacere di vivere un’esperienza indimenticabile con la famiglia o spinti dalla sete di conoscenza, a caccia di record o navigando lenti, da soli o in equipaggio, il giro del mondo a vela resta l’epopea umana più celebrata di sempre, fonte inesauribile di racconti epici ed emozionanti. Realizzato da Olivier Le Carrer (autore di numerosi libri dedicati alla nautica e all’arte della navigazione), e illustrato da Sybille Le Carrer, il libro è un piacevolissimo excursus su 500 anni di avventure intorno al mondo, seguendo le rotte percorse da celebri navigatori del passato e del presente, che ci porterà a scoprire curiosità e segreti dei luoghi più iconici di una circumnavigazione.   

Qual è la principale differenza tra il velista che vince una regata zonale e quello che si aggiudica la medaglia d’oro alle Olimpiadi? Il talento, verrebbe da dire, e certamente la risposta è giusta, però non è l’unica, perché il talento si impara, si affina, si costruisce. Ma non è semplice e non è breve la strada verso la perfezione: richiede enormi sacrifici, energia, ore e ore di allenamento, una dedizione totale. E, soprattutto, un metodo. I grandi campioni lo apprendono dal coach che li affianca; gli altri possono farlo attraverso Lo sport della Vela (Jon Emmet, Hoepli), un prezioso manuale in cui un allenatore-leggenda come Jon Emmet ( ha portato la cinese Lijia Xu alla medaglia d’oro nella Classe Laser Radial nel 2012), mette la sua ventennale esperienza a disposizione di ogni aspirante campione: tecniche, modalità di allenamento, obiettivi e “bersagli” vengono spiegati in maniera semplice, chiara ed efficace, anche con l’aiuto di grafici e illustrazioni. Migliorare le manovre, l’assetto, la strategia, la velocità si può, basta scoprire i propri punti deboli e lavorare su quelli; ma bisogna anche allenare la mente ad avere un atteggiamento positivo e il corpo ad ottenere quello stato fisico che ti farà vincere la regata… L’edizione italiana è curata da Giulia Conti, che oltre ad aver partecipato a 4 Olimpiadi, vanta numerosi titoli internazionali ed ha recentemente ricevuto il US National Coach of the Year Award negli Stati Uniti.

A metà strada tra l’Uruguay e il Sudafrica, condannata da crudeli coordinate (37° 5’ Sud, 12° 1’ Ovest) un’eterna desolazione, Tristan da Cunha svetta in mezzo all’Atlantico meridionale come l’ultimo appiglio cui gli avventurieri del mare possono aggrapparsi prima delle avventure estreme… Resistente alle burrasche e alla solitudine, l’isola (e il suo arcipelago disabitato) compare nelle carte nautiche nel 1509, tre anni dopo la sua scoperta ad opera del navigatore portoghese Tristão da Cunha, cui  deve il nome. Raggiungerla è complicatissimo, e pochi sono i forestieri che sopportano la fatica del viaggio per riuscirci. Solo 294 persone abitano l’”Isola della desolazione”, otto ceppi familiari discendenti dai 15 antenati, otto uomini e sette donne, arrivati sull'isola in un periodo compreso tra il 1816 e il 1908. Tra questi, le famiglie italiane Lavarello e Repetto. Ne I sogni di Tristan (Marco Ferrari, Sellerio Editore Palermo), l’autore dà voce a questa piccola comunità, lasciando che le singole, quotidiane vicende alimentino la grande storia, diventando esse stesse passioni. Forse vere, forse solo immaginate.

«Per quattro ani ho vissuto, per necessità, lontano dall’oceano: è stato un disagio continuo; l’aria di montagna non rimpiazzava per me l’ozono del mare aperto. Le montagne sono come onde, ma onde che non precipitano; sono irrigidite, convenzionali; ci ricordano incessantemente la loro età; il mare non ha età; coperto di rughe, subito le perde…»: Al Mare (Paul Morand, Archinto Editore) è un’appassionata, sensuale e inarrestabile celebrazione del mare da parte del grande scrittore francese; un diario di viaggio che attraversa l’Europa nel tempo e nello spazio: dalle calde e assolate spiagge dell’Italia, della Grecia e dell’Africa, si passa alle gelide acque del Mar del Nord e alle tempestose onde dell’Atlantico, per raccontare di popoli, costumi, tradizioni. Ma anche di personaggi celebri, come Lord Byron che «A Venezia si getta dopo cena completamente vestito nel Canal Grande, e nuota solo con il bracco destro, perché nel sinistro, temendo di essere urtato da un gondoliere, regge una lanterna…».

Marinai si nasce o si diventa? In entrambi i casi bisogna prendere confidenza con l’elemento “acqua” e con la barca, e prima si comincia meglio è. Le librerie sono piene di manuali “base” per ragazzi e bambini ma pochi centrano l’obiettivo: coinvolgere i giovani lettori, appassionarli all’argomento, incuriosirli. Senza sforzo e senza imposizioni. Solo così, divertendosi, potranno – e vorranno – imparare i trucchi del “mestiere” diventando, senza neanche rendersene conto, dei bravi lupi di mare. I libri zeppi di nozioni e nomi da imparare a memoria, con improbabili illustrazioni per realizzare una “gassa” a regola d’arte, magari scritti da chi in mare con dei bambini non è andato mai - sono quanto di più noioso esista al mondo. E, infatti, restano regolarmente in città a impolverarsi nella libreria, mentre le famiglie prendono il largo. Tranne uno, studiato, scritto, illustrato e stampato per essere il perfetto compagno di avventure marine: si tratta di Kids On Board: guida pratica per giovani marinai (Tommaso Gabba e Alessandra Bachini, www.kidsonthesea.com), che raccoglie tutte le domande, le curiosità e gli argomenti preferiti dai ragazzi-naviganti. Lo hanno realizzato due genitori, marinai e professionisti nel mondo dell’editoria, basandosi sulla loro (lunga) esperienza di crociera con due bambine. Colorato e di facile consultazione, spiega in maniera elementare i fondamentali di una barca (anche a motore) e la strumentazione essenziale; insegna a leggere nel cielo i segni del tempo, a riconoscere le specie marine più comuni, a rispettare l’ambiente… E siccome i bambini vanno anche intrattenuti durante le lunghe navigazioni, ci sono tutta una serie di esperimenti e giochi da fare in pozzetto. E se arriva qualche spruzzo, non fa niente: il libro, formato agenda, è realizzato in una speciale carta naturale impermeabilizzata per resistere a qualsiasi tempesta…

«E a te, italiano, che vieni qui tutte le sere e si vede che sei avido di storie vere per farne carta, ti regalo questa storia che hai sentito… Scrivi che questa è la vera storia di Lucas Eduino…» Sono le ultime righe de La donna di Porto Pim (Antonio Tabucchi, Sellerio Editore Palermo), delicata, splendida (e purtroppo sottovalutata) gemma letteraria dello scrittore italiano. Composto da piccoli frammenti, storie intercettate, spezzate, racconti di racconti, appunti di viaggio, il libro è ambientato alle isole Azzorre, assolute, laceranti e suadenti protagoniste, le cui melodie selvagge e magiche incantano il lettore -viaggiatore e lo trascinano in una dimensione vera o soltanto immaginata dove i volti, le voci, i personaggi non sono altro che specchi di molteplici realtà. 

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