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America’s Cup, “New Zealand fa paura. Noi di Ineos saremmo intimiditi”. Simmer avverte Luna Rossa

La Coppa America di vela, come ormai noto, non inizierà prima del 10 marzo. Attualmente non è ancora stato definito un programma ufficiale: gli organizzatori stanno trattando con il Governo neozelandese per stabilire se esistono gli estremi per una deroga che possa consentire, nella peggiore delle ipotesi, di svolgere le regate anche con un lockdown di livello 3. Ricordiamo che Luna Rossa ed i Defender di Emirates Team New Zealand si affronteranno in una serie al meglio delle tredici regate. Non esistono limiti temporali per la conclusione della competizione. Da regolamento, tuttavia, l’America’s Cup, nell’Emisfero australe, si può svolgere esclusivamente dal 1° novembre al 30 aprile. Non è escluso dunque un (improbabile) rinvio all’autunno italiano.

Mancando ancora diversi giorni al via dell’evento, è normale che continuino ad inseguirsi le voci ed i pareri sul potenziale delle due barche. Se i Kiwi sono convinti di avere a disposizione un mezzo superiore ed inattaccabile in condizioni di vento medio o sostenuto, i ‘cugini’ britannici appaiono ancora più certi del valore di Te Rehutai.

In particolare Grant Simmer, CEO di Ineos Team UK, nonché uno dei marinai che nel 1983 conquistarono la Coppa America con Australia II, in un’intervista rilasciata a Planet Sail dipinge un quadro a tinte decisamente fosche per la compagine italiana: “Abbiamo visto che Luna Rossa può eccellere in condizioni di poco vento, mentre il range preferito di Ineos andava sopra i 15 nodi. Ma i Kiwi possono realizzare delle prestazioni davvero impressionanti. E’ vero che non hanno gareggiato molto, tuttavia quello che abbiamo visto riguardo alle loro potenzialità è abbastanza spaventoso. Se fosse toccato a noi sfidarli (riferendosi a Ineos, ndr), ci saremmo sentiti piuttosto intimiditi. E’ difficile da dire se gli italiani abbiano o meno colmato il gap. Sicuramente hanno lavorato bene ed hanno disputato delle ottime regate“.

Con l’australiano si è detto d’accordo anche Sir Ben Ainslie, timoniere di Britannia e quattro volte campione olimpico: “La mia idea è che i Kiwi probabilmente avranno un vantaggio di velocità sopra i 10-11 nodi, ma gli italiani sono in forma e nello sport può succedere di tutto. A queste barche basta uno starnuto per capovolgersi. Preferisco non puntare soldi su nessuna delle due. Nelle World Series abbiamo visto i neozelandesi non partire bene, ma erano molto più veloci degli sfidanti. Sono sicuro che avranno speso comunque molto tempo per migliorare anche le partenze“.

Giova ricordare che Ineos UK sarà, salvo sorprese, il prossimo Challenger of Record, qualora ovviamente siano i neozelandesi ad aggiudicarsi l’America’s Cup. E’ dunque logico che i sudditi della Regina esprimano a parole una netta preferenza nei confronti dei maori, che possono considerarsi dei veri e propri alleati. A questo punto toccherà a Luna Rossa provare a scrollarsi di dosso il ruolo di vittima sacrificale.

Foto: Luna Rossa Press

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