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Mauro Pelaschier: «Andare per mare è vivere. La pandemia? La vela cambierà ma darà sempre emozioni»

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Mauro Pelaschier: «Andare per mare è vivere. La pandemia? La vela cambierà ma darà sempre emozioni»

L’INTERVISTA

TRIESTE

«Andare per mare su una barca a vela è una cosa naturale. L’acqua è il mio ambiente ed è dove voglio trovarmi fino alla fine dei miei giorni. Altrimenti non è vivere».

Un leone in gabbia. Mai Mauro Pelaschier, due generazioni precedenti legate al mare e 71 anni gagliardamente maturati nei golfi del mondo, era rimasto così a lungo lontano dal suo habitat naturale.

Regate saltate. Incertezza su quando una parte dell’attività potrà riprendere. Dubbi su quando e se mai si potrà rispolverare la parola “normalità”. Ci si accontenta. Come si può. Regate virtuali. La prima, in regione, proprio alla Svoc di Monfalcone. Dopo, una manifestazione più articolata curata dalla Federvela. Ma il mare del web non ha lo stesso profumo.

«La vela virtuale è un esercizio mentale. Non la demonizzo. Non mi appartiene ma è un modo per liberare la voglia di andare per mare. Me ne accorgo di quanto manchino a tutti quelle che fino a pochi mesi fa erano sensazioni quotidiane. Belle, ma abituali. Me lo fa capire, ad esempio, vedere un bambino che passeggia su un pontile e si fa spruzzare un po’ di acqua sul viso dal padre».

Onde virtuali. E tanta voglia di tornare a quello che pareva scontato. Tornerà?

Io questa risposta non ce l’ho. La stagione della vela è già compromessa. Di solito si inizia a prepaparla a febbraio, c’erano eventi straordinari in agenda, potrà ricominciare parte dell’attività. Se si regata in singolo o in due non ci sarebbero problemi ma la vela d’altura? Io non mi chiedo cosa succede quest’anno, mi interrogo su cosa accadrà il prossimo. Le grandi regate? La Coppa America? Magari tornerà tutto come prima in breve tempo. Ma se così non fosse?

Già. Se così non fosse?

Bisognerà pensare a qualcosa di diverso. A una vela da regolamentare in modo che si possa praticare in sicurezza. Sul mare e fuori. In ogni golfo del mondo c’è una taverna del porto. Un posto dove ci si ritrova, finita una regata. Insieme, condividendo emozioni, racconti, risate. In questo momento tutto questo sembra lontano.

Quanto le manca il mare?

Vivere è un diritto e io voglio farlo per mare. I momenti difficili non mi spaventano. Sono come le sconfitte. Da ogni sconfitta ho cercato di trarre insegnamenti. E ho sempre affrontato le difficoltà. Il mare e la vita hanno le bonacce e le tempeste.

Si dice, per quasi tutti gli sport: finito tutto questo, non sarà più lo stesso. Si riscoprirà un modo diverso di approcciarsi.

Questo è il momento di ragionare, non di avvilirsi. Sapete quale può essere adesso lo sportivo più immune da rischi? Il velista in solitario, perchè i pesci non hanno virus. Il mare è natura pura, non ci siamo comportati bene. Ci siamo assemblati in cattività. Aggregati, tutti animali in gabbia. Ripartiamo da qui: riconsideriamo quello che ci circonda e cambiamo i nostro comportamenti.

Da tempo lei è impegnato in battaglie ecologiste.

Lotto per la salvaguardia del mare e so i comportamenti che vanno tenuti. Bisogna trattarlo con rispetto. Ho partecipato a un Giro d’Italia a vela portando in ogni attracco il codice etico della Charta Smeralda che racconta proprio questo: come rispettare il mare. Si può fare tanto.

Ad esempio?

Pensate alle barche di legno. Una volta erano quelle la normalità. Poi si è pensato che fossero il passato. Invece ci sono barche d’epoca che ancora adesso sono gioielli e partecipano a regate.

Le gemme dei mastri d’ascia. Una scuola che ha perso recentemente anche Arrigo Petronio.

Un mestiere da riscoprire, perchè il legno si può riciclare. Anche il ferro si ricicla. Certo, si può riutilizzare anche la plastica ma quanto se n’è abusato in questi anni, buttandola in acqua?

Proviamo a trarre una morale?

Ci siamo persi. Interpretiamo quello che sta succedendo come un avvertimento: o cambiamo oppure dovremo restare chiusi in casa. E io recluso in casa non ci sto.

Il mare, una volta lanciato il suo incantesimo, ti tiene per sempre nella sua rete di meraviglia. (Jacques Cousteau)



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