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Rugby. Gli Azzurri addestrati dagli Alpini in vista della Coppa del Mondo

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Rugby. Gli Azzurri addestrati dagli Alpini
in vista della Coppa del Mondo

Di allenamenti particolari per i rugbisti in vista di test mitici o mondiali, di giocatori capaci di affrontare leoni nella savana africana sono piene le favole ovali per rugbisti di varie generazioni.


Di addestramenti militari si sentì parlare con tanto di fiumi guadati e altro nel “mondiale” di Nelson Mandela, quello del 1995 la cui vittoria sancì la pace sociale del Sudafrica. Springboks d’acciaio quelli lì.

Invece nel 2002 emersero foto famose e aneddoti verificati. L’iridato Rudolf Straeuli (una stagione al Petrarca Padova) passato dalla gloria fissata dal film Invictus al ruolo di Ct decise di trasferire la squadra al Kamp Staaldraad, campo militare situato nelle praterie, dove fu sottoposta ad una disciplina ferrea, con giocatori obbligati a stare nudi nell’acqua fredda, a strisciare nudi sulla ghiaia o a nottate all’addiaccio nell’outback. Oltre alle polemiche esplose in patria non servì poi a molto, fuori al primo turno nel 2003, è stato il peggior risultato degli Springboks.

Il cosiddetto team building è costruito nella condivisione di un’esperienza fisica da cui se ne esce tutti assieme non in virtù del singolo: prove di torrentismo su zattere o di scalate di gruppo fra le altre. Nel 2002 Kirwan fece provare il bungee jumping ai ventenni della generazione Parisse.

Più recentemente un periodo di addestramento militare è diventato metodo. Come l’anno scorso prima del Sei Nazioni, la Francia candidata a vincere il mondiale autunnale casalingo dopo tre finali perse, andrà nella tana del primo reggimento di Cavalleria della Legione Straniera “per creare uno spirito di corpo alla squadra”. Gli inglesi invece si fanno torturare dagli incursori dei Royale Marines.

E gli Azzurri? Quest’estate durante il raduno premondiale a Pergine Valsugana si sposteranno una settimana a Corvara (Alta Badia) sotto le Dolomiti al centro di addestramento di uno dei corpi d’elite dell’Esercito Italiano: gli Alpini. Lì dove vengono formati i militari poi impegnati nelle operazione di “Peace keeping” internazionali. E c’è lavoro pure per lo staff di Crowley invitato al centro di Civitavecchia punto d’appoggio degli Alpini dove psicologi e formatori daranno lezione di gestione del gruppo e delle linee di comando, le stesse impartite ai militari.

È uno dei risultati dell’accordo fra Federugby ed Esercito siglato ieri a Roma fra il presidente Marzio Innocenti e il generale di Corpo d’Armata Gaetano Zauner, sottocapo di stato maggiore dell’Esercito. Un accordo della durata di tre anni dove la condivisione di pratiche di team building in alcune unità specialistiche sarà riproposto.

A questo si aggiungerà la partecipazione attiva dell’Esercito nel cerimoniale del match del Sei Nazioni l’11 marzo all’Olimpico contro il Galles, con i paracadutisti a portare il pallone in campo e uno stand dei militari nel villaggio del Terzo tempo. L’accordo prevede anche che possano essere utilizzati per il rugby propaganda ai bambini quegli impianti che si trovano nelle caserme, specie al Sud, in aree dove c’è carenza di campi.

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