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Benetton Rugby, vittoria di forza in casa delle Zebre: decisivo Halafihi

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Benetton Rugby, vittoria di forza in casa delle Zebre: decisivo Halafihi

PARMA. L’ultima zampata, al 78’, è quella buona. Palombella di Ruzza per Zanon, break profondo, ruck e 3 contro 1 dalla chiusa, dove Brex fa accomodare Halafihi, gigantesco ieri, in meta. Stavolta, in zona Cesarini, Treviso non fa c...avolate (grazie, correttore). I Leoni hanno imparato a gestire i finali palla in mano senza dilapidare tutto, non sono più quelli del Pro 14.

Anche se...Anche se gli antichi difetti stavano per cancellare una vittoria più netta di quanto dicesse il tabellone, dopo un derby pazzesco, pieno di ansie (Pescetto a terra dopo placcaggio su Halafihi, pausa di 15’), interruzioni e e rimonte, Tmo e ferite cucite e ricucite. Vero, Benetton? Duvenage e compagni avevano passato 30’ in attacco, con pack avanzante, e segnare solo 7 striminziti punti, – sigillo di Ruzza dopo percussione enorme di Halafihi – con almeno 4 palloni ai 3 metri sciupati malamente.

Una furba di Halafihi gestita freneticamente; un in avanti; il solito pasticcio in sovrannumero; passaggi orrendi. Le Zebre, in apnea davanti allo linea di meta, ringraziavano. E vogliamo ricordare altre 2 touche perse dal Benetton ai 5 metri? L’estremo baluardo era Di Giulio, con 3 salvataggi capitali, uno su Brex e 2 su Tavuyara, ancora in rodaggio. Sembrava il solito copione, tanto più quando Canna nella terza incursione zebrata in attacco nella ripresa, schiacciava in meta dopo bel guizzo con finta fra Duvenage e Garbisi, movimento aggiunto a terra e scivolamento dell’ovale verso la linea bianca, avallato al Tomo Roscini perché Piardi non aveva visto. Roscini, poco prima, non aveva voluto premiare il guizzo di Hayward a beffare Boni sotto l’”h: «non totale controllo della palla», testuale. Mah.

Il 20–20 sarebbe stato manna per i parmensi, e bugiardo per quanto visto in campo, ma anche la riprova dell’insipienza gestionale dei Leoni. Buon che ci sia stato lo squillo perentorio di un XV maturo, finalmente consapevole di non poter sbagliare ancora. Un successo che pesa più di quanto dica la classifica – Leoni in vetta per una notte in Europa: quanto sarebbe servito il bonus, perché la voglia di riscattare le due sconfitte con le Zebre si leggeva sui volti tesi, e la festa liberatoria finale ne è stata la riprova, dopo un tempo di calvario in chiusa. Leoni subissati di calci (5 sui 10) e di gialli (Gallo ed Els in sequenza dopo la mezzora), tutto perché Alongi non teneva proprio Fischetti. Il giovane usciva al 27.

E nonostante questo, Benetton davanti 3-7, grazie alla meta di Padovani in quinta fase con ben due break consecutivi di Garbisi oltre il vantaggio. Ma il fortino cedeva infine, su meta tecnica data da Piardi per crollo della maul (Sisi aveva segnato in doppio movimento): 10-7. Ma intanto Riccioni sistemava le cose lì davanti, il reparto “buco nero” dell’annata biancoverde. E infatti, in 13 contro 15, Treviso gestiva lo scampolo di frazione, e Garbisi in piazzola pareggiava, castigando un fallo ducale su percussione di Ruzza.

Era il carattere del XV di Crowley a preparare la riscossa, nel momento peggiore (solo 7-3 per le Zebre il dazio del doppio giallo). Infatti l’inerzia cambiava ristabilita la parità: il 10-13 di Garbisi era il viatico al dominio di Treviso, che tremava solo per un fallo di Mori su Ioane che rincorreva un doppio grubber di Canna. Per una volta, primi. 

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