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Rugby, Mondiali 2019: Italia, dove può arrivare veramente

Domenica mattina, con fischio d’inizio alle 7.15, inizierà l’avventura dell’Italrugby ai Mondiali in Giappone. I ragazzi di Conor O’Shea sono stati inseriti nella pool B insieme a Namibia, Canada, Sudafrica e Nuova Zelanda. L’obiettivo, ovviamente, è quello di conquistare un posto nei quarti di finale, cioè chiudere il girone in una delle prime due posizioni. Ma, realmente, quali possono essere le ambizioni degli azzurri?

La prima cosa da dire e da ricordare è che l’Italia deve evitare di commettere l’errore di guardare troppo in là. Gli azzurri, come hanno anche continuato a ripetere sia O’Shea sia Parisse e gli altri giocatori, devono ragionare partita per partita. Ogni scoglio è un obiettivo da superare per poi poter guardare oltre. E i primi due ostacoli si chiamano Namibia e Canada. Il calendario, probabilmente, sorride agli azzurri che iniziano questo Mondiale con le due partite sulla carta più abbordabili.

Con la Namibia domenica e con il Canada giovedì prossimo, infatti, l’imperativo è vincere. Le due avversarie sono più deboli dell’Italia, sono dietro nel ranking e non dovrebbero impensierire una squadra abituata a partite ben più impegnative. Dunque, i primi due impegni devono portare a due vittorie, questo è l’obiettivo, ma non solo. Perché per arrivare alle sfide più importanti con convinzione e maggiori certezze servono due vittorie nette. Il termine di paragone è il test estivo contro la Russia – squadra che può essere considerato del livello di Namibia e Canada – dove gli azzurri hanno dominato vincendo nettamente. Due vittorie con bonus, cioè segnando almeno 4 mete in ogni partita, e con il match virtualmente chiuso il prima possibile dev’essere l’obiettivo per l’Italia in questa prima fase dei Mondiali.

Se tutto sarà andato come deve, allora l’obiettivo successivo per Sergio Parisse e compagni si chiama Sudafrica. La partita del 4 ottobre è, probabilmente, quello più atteso da quando vennero annunciati i gironi. E’, sulla carta, la partita della verità, quella da dentro o fuori. Troppo deboli Namibia e Canada, troppo forte la Nuova Zelanda, è il Sudafrica l’obiettivo indicato da Conor O’Shea e che può fare la differenza tra un Mondiale come tutti gli altri e uno che entra nella storia. Ma attenzione, perché pensare al novembre 2016, quando a Firenze gli azzurri scioccarono il mondo battendo gli Springboks, è un errore. Sulla panchina del Sudafrica non c’è più Allister Coetzee, ma quel Rassie Erasmus che ha rivoluzionato la squadra. Il Sudafrica è tra le favorite al titolo e sognare un colpaccio è difficile, se non impossibile. L’Italia di Conor O’Shea arriva da una lunga striscia di sconfitte contro i top team mondiali e servirà un’Italia al 100% e un Sudafrica in giornata no per ribaltare i pronostici. Sognare è, giustamente, lecito, ma se si guarda in faccia alla realtà l’ambizione azzurra può essere quella di restare in partita il più possibile e mettere dubbi nella testa degli Springboks.

La fase a gironi dell’Italia si chiuderà, infine, il 12 novembre contro gli All Blacks. Contro la Nuova Zelanda l’Italia non ha mai vinto, e anche se il ranking ci dice che i tuttineri non sono più in vetta al ranking la squadra di Steve Hansen resta un XV devastante. Gli azzurri si presenteranno all’appuntamento con il proprio destino già scritto. Anche gli All Blacks dovrebbero già conoscere cosa gli aspetta, con la sfida di questo sabato contro il Sudafrica che ci dirà chi – al 99% – chiuderà primo nel girone e chi secondo. Oggettivamente è difficile immaginare un colpaccio dei ragazzi di O’Shea contro gli All Blacks, l’unica opzione sul tavolo è che i neozelandesi, già certi della qualificazione e della posizione in classifica, schierino una formazione sperimentale per non rischiare i più forti in vista dei quarti di finale. Vincere, però, resterebbe un sogno anche in questo caso. Insomma, l’Italia in Giappone ha un obiettivo minimo e uno massimo che appaiono coincidere. Vincere, nettamente, le prime due partite e uscire a testa alta contro Springboks e All Blacks. Varrebbe la qualificazione diretta a Francia 2023 e, a oggi, è già un obiettivo da non sottovalutare.

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Foto: Luigi Mariani LPS

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