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Combinata nordica, per Alessandro Pittin è cominciata la rincorsa all’ultimo sogno. Esserci sia a Torino 2006 che a Milano Cortina 2026

Nei giorni scorsi a Lillehammer è cominciata la stagione 2024-25 di Alessandro Pittin, rientrato nel massimo circuito dopo il grave infortunio al ginocchio patito nell’estate 2023, a causa del quale aveva dovuto rinunciare all’intero inverno 2023-24. Alla luce dell’età, parliamo di un rappresentate della favolosa classe 1990 che tanto ha dato all’Italia degli sport invernali, qualcuno avrebbe potuto pronunciare il proverbiale “No Mas”.

“Basta. Ho dato” avrebbe potuto dire il friulano trapiantato in Trentino. D’altronde si parla di un ragazzo che, alla voce infortuni e incidenti patiti, potrebbe suo malgrado redigere un trattato. Al contempo è però riuscito a scrivere la storia delle discipline nordiche azzurre. Chi segue sommariamente la combinata, diciamo da novembre a marzo e solo se l’Italia fa risultato, ha già cominciato a derubricare Pittin e a trattarlo come un relitto ormai prossimo all’affondamento.

Chi lo fa dovrebbe vergognarsi, soprattutto se si pensa che magari si vanta di “avere cultura sportiva” solo perché “segue tutti gli sport, dal rock’n’roll acrobatico al golf”. Peccato lo faccia con la medesima incompetenza, figlia della superficialità, e ragioni spesso da tifoso, caricando gli atleti di aspettative e responsabilità che non hanno, oppure dimenticandosi del passato. Il brevilineo veterano di Cercivento ha vinto una medaglia olimpica (mancandone un’altra per una questione di centimetri) e una iridata, si è imposto in Coppa del Mondo e ha ottenuto podi in serie.

Non solo, a oggi è l’ultimo italiano ad aver fatto breccia nella top-10 (evento verificatosi il 17 gennaio 2021 in Val di Fiemme). Non sarà più quello dei “tempi belli”, che probabilmente non torneranno mai più, ma merita comunque stima e rispetto per quanto compiuto sinora. Non si tratta di una presenza legata alla reputazione del passato, bensì al fatto che in fin dei conti non sta “rubando il posto a nessuno”. La sua presenza in Coppa del Mondo è ancora legittima.

Una partecipazione al massimo circuito propedeutica a conseguire un obiettivo affascinante, quello di partecipare ai Giochi olimpici del 2026, prendendo dunque parte a entrambe le edizioni delle Olimpiadi invernali organizzate dall’Italia nel XXI secolo. Alessandro c’era già, rampante teenager, a Torino 2006. Vuole esserci, da stagionato trentaseienne, anche a Milano-Cortina. Solo lui e Arianna Fontana possono provarci.

La concorrenza interna al movimento azzurro andrà superata. Il posto bisognerà guadagnarselo a furia di risultati. Il nuovo sistema di qualificazione della combinata nordica riduce a un massimo di 3 la quota di ogni Paese, superpotenze comprese. Dunque, non c’è nulla di garantito e non ci saranno “crediti” da riscuotere.

Pittin ci può e ci vuole provare. Chiudere sulle nevi di casa, nel senso più letterale del termine (seppur per adozione) sarebbe il degno compimento della carriera di chi, ormai trattato con sufficienza da troppi, ha saputo brillare come una stella ed è ancora lì a lottare con avversari che, magari, nel 2006 non erano ancora nati. κῦδος, Alessandro, solo per il tentativo. Nell’augurio vada a buon fine.

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