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Combinata nordica, l’Italia chiude il 2023-24 con un bilancio in pareggio. Daniela Dejori la nota più lieta

L’Italia della combinata nordica ha chiuso il 2023-24 con un bilancio in pareggio, senza particolari utili, ma neppure in perdita. Le soddisfazioni maggiori sono arrivate, ancora una volta, dal settore femminile. Si tratta di una dinamica da sottolineare, poiché la squadra ha perso la propria punta di diamante Annika Sieff, specializzatasi sul trampolino.

In contumacia della trentina, Daniela Dejori ha saputo crescere di colpi, disputando la miglior stagione della sua carriera. Sono arrivati piazzamenti di prestigio soprattutto in contesti favorevoli ai suoi connotati di atleta, che dimostrano come la ventunenne altoatesina abbia un potenziale ancora da sviluppare.

Tale da portarla a lottare per il podio? A oggi si direbbe di no, perché la competitività nel salto non le consente di confrontarsi ad armi pari con avversarie più performanti. Però l’età è dalla sua e – se si è motivati – si può scalare qualsiasi montagna, comprese le più impervie. Il domani potrebbe dunque essere più luminoso.

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Per il resto, tutto secondo copione in ambedue i sessi. Samuel Costa, Aaron Kostner, Raffaele Buzzi e Veronica Gianmoena si sono tutti attestati al livello al quale erano attesi a inizio stagione, senza discostarsi da un rendimento che non colpirà granché dal punto di vista dell’attenzione mediatica, ma è stato comunque solido in relazione alle aspettative.

Non si può pretendere che Costa salti come Jarl Magnus Riiber o Gianmoena scii come Ida Marie Hagen. Bisogna contestualizzare ogni performance e quelle azzurre non sono state malvagie.

Nel frattempo Iacopo Bortolas ha affrontato la sua prima stagione da senior, prendendo le misure al massimo circuito. Era necessario fare quest’esperienza. Ora l’augurio è di vederlo crescere di livello sin dal 2024-25, quando la squadra maschile dovrebbe recuperare appieno il veterano Alessandro Pittin, mancato causa infortunio.

Fra le ragazze, c’è chi si sta affacciando in Coppa del Mondo. La Greta Pinzani di turno è la capofila di una nuova generazione destinata ad affiancarsi a chi bazzica le nevi di primo livello sin dal 2020. Con loro occorre pazienza. Come si suole dire, “se son rose, fioriranno”.

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