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Combinata nordica, Annika Sieff è un patrimonio da far fruttare. I maschi tornano “in bolla”

L’arrivo delle festività natalizie coincide con il primo spartiacque nella stagione della combinata nordica, che ora si ferma per un paio di settimane prima di tornare in azione nel weekend dell’Epifania. Con sette gare maschili e quattro femminili passate agli archivi, si può tracciare un bilancio dell’incipit azzurro. Quanto visto sinora merita di essere definito rassicurante e incoraggiante.

LA CERTEZZA ANNIKA SIEFF

Il settore combinata può finanche mostrare i muscoli grazie ad Annika Sieff, la quale ha cominciato l’inverno rispettando le aspettative più rosee. Due secondi e due quinti posti sono un rendimento d’eccellenza assoluta. Non a caso, l’azzurra occupa la piazza d’onore nella classifica generale di Coppa del Mondo. Al di là di quanto possa dire l’algebra, il verdetto di Lillehammer e Ramsau è cristallino. Non solo la teenager azzurra è una delle atlete di vertice del massimo circuito, ma ha tutte le carte in regola per restarci a lungo.

In questo momento il cast dell’ambito femminile segue precise gerarchie. Il ruolo di protagonista assoluta è riservato esclusivamente alla norvegese Gyda Westvold Hansen, capace di saltare su un livello talmente superiore alle avversarie da risultare inarrivabile, anche perché non teme confronti neppure nello sci da fondo.

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Il supporting cast, invece, è composto da quattro attrici alle quali è concesso più o meno il medesimo spazio. Sieff appartiene, appunto, a questo quartetto, del quale fanno parte anche l’austriaca Lisa Hirner, la tedesca Nathalie Armbruster e la norvegese Ida Marie Hagen. Fra di esse c’è un grande equilibrio, ma la costante è quella di trovarle sempre nelle prime cinque/sei posizioni delle classifiche, seppur in ordine differente.

Come detto, la diciannovenne italiana ha tutto per rimanere nel gruppo che, cuginetta di Therese Johaug a parte, rappresenta l’empireo della disciplina. La poliziotta di Varena può essere considerata a ragion veduta la numero due del mondo sul trampolino e, rispetto allo scorso anno, ha dimostrato di essere cresciuta nel fondo. C’è un edificio solido, insomma, un patrimonio da preservare e far fruttare. Verosimilmente, nelle prossime settimane, il supporting cast di cui sopra si allargherà ad altre interpreti (la slovena Ema Volavsek, la francese Lena Brocard e magari più di una giapponese), ma Sieff può continuare a recitare il medesimo ruolo di dicembre, anche con una concorrenza superiore.

Chiaramente, Annika può essere una carta da medaglia ai Mondiali di Planica, ma di quelli si parlerà a tempo debito (la data del destino è il 24 febbraio). Arriverà anche la vittoria in Coppa del Mondo? In una gara lineare, battere Westvold Hansen è pressoché impossibile per chiunque, ma un passaggio a vuoto e i malanni sono dietro l’angolo per tutte. Si deve aspettare l’occasione propizia, altrimenti bisognerà accontentarsi di piazzamenti che, se saranno tra le prime cinque, rappresenteranno un bell’accontentarsi!

IL RITORNO IN BOLLA DEI MASCHI

Guardando all’altra metà del cielo, non si genera il proverbiale sorriso smagliante a 32 denti, ma un moderato sorriso pur sempre appare. Si rivedono degli atleti con una precisa idea di salto e non letteralmente gettati allo sbaraglio senza né arte, né parte. Evidentemente il lavoro impostato da Andrea Morassi è servito a rimettere “in bolla” tanti ragazzi in piena confusione tecnica.

Il discorso vale soprattutto per i due veterani della squadra, Alessandro Pittin e Samuel Costa. Non si vogliono vendere lucciole per lanterne, entrambi hanno vissuto giorni migliori, ma quantomeno sono tornati a saltare e non più a “scendere dal trampolino”. Il medesimo concetto vale per Aaron Kostner, atleta assolutamente da recuperare, mentre Raffaele Buzzi – dopo un inizio difficile – si è bene espresso in un contesto amico come quello di Ramsau.

Siamo ancora lontani dal 2016-17, ultima stagione veramente brillante per il settore maschile, ma quantomeno i combinatisti azzurri si sono affrancati dal ruolo di comparse, al quale erano stati relegati, per tornare a quello di comprimari. È un passo avanti.

Non è detto si possa tornare protagonisti, però è innegabile come vi sia un “rimbalzo”. L’inverno 2022-23 è ancora giovane e acerbo, vedremo quali saranno i frutti raccolti tra febbraio e marzo. Per adesso si constata la presenza di piccoli germogli ed è qualcosa di più rispetto ai rami rinsecchiti dell’ultimo biennio abbondante.

Foto: La Presse

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