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Inchiesta  a Padova dopo il racconto di tre bambine: «Carezze moleste al corso di karate»  

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«Tesoro perché fai così? Non si deve...» aveva avvertito la mamma, notando quel gesto particolare della sua bimba. «Faccio come fa il maestro di karatè supplente quando mi fa il solletico sulla farfallina...» aveva risposto candidamente la figlioletta, sei anni appena.

Poche semplici parole per raccontare una violenza sessuale – il condizionale è d’obbligo – che avrebbe coinvolto tre bambine, tutte nate nel 2015, allieve di un’associazione dilettantistica specializzata in quella disciplina sportiva. Allieve che, durante le ore pomeridiane, frequentano i corsi di karate nei locali di un complesso scolastico del centro storico: sono state loro a indicare nell’allenatore (supplente), oggi 32enne, l’autore di quegli atti.

La storia

Sul caso è stata aperta un’inchiesta finita sul tavolo del pubblico ministero padovano Giorgio Falcone, anche se per diversi mesi il procedimento penale è stato in mano alla collega Cristina Gava, poi trasferita alla procura minorile di Venezia. A presentare la denuncia, le famiglie delle piccole vittime (presunte, almeno finché non c’è una sentenza in primo grado) che si sono affidate alla tutela dell’avvocato Paolo Marangoni.

Tutto accade tra l’ottobre e il dicembre 2021, stagione in cui si riparte dopo la stretta pandemica che ha bloccato le attività anche in ambito sportivo nel mondo della scuola. Le tre bambine, studentesse di prima elementare, partecipano alle attività svolte in orario pomeridiano in un istituto del centro, la cui organizzazione è affidata a un’associazione sportiva dilettantistica che si occupa di vari corsi. È proprio in occasione di un paio di pomeriggi che si sarebbero verificate le violenze quando il 32enne aveva sostituito l’insegnante titolare, più “anziano”.

Le piccole hanno raccontato che l’allenatore le prendeva in braccio, al contrario del collega molto rispettoso delle regole sul distanziamento in base alle quali era vietato, all’epoca, qualsiasi contatti diretto nei luoghi dedicati sport. Il giovane – è sempre la ricostruzione fornita dalle bimbe – avrebbe affidato agli altri allievi qualche attività o esercizio da svolgere poi, una volta avuta tra le braccia la “prescelta” di turno e dando le spalle agli altri o facendo comunque in modo da non essere visto, l’avrebbe accarezzata sulle mutandine violando la sua intimità.

Un copione descritto allo stesso modo – e in separata sede – dalle altre due amichette. È stata la prima piccola a informare casualmente la mamma. Quest’ultima ne ha subito parlato al marito, quindi i genitori, preoccupatissimi, hanno contattato le famiglie delle altre due bimbe mettendoli al corrente dell’accaduto: «Vostra figlia non vi ha raccontato nulla di strano sull’allenatore?». A quel punto la mamma e il papà delle compagne hanno cercato di capire con estrema delicatezza. E la versione è stata confermata.

L’indagine

I genitori delle tre amichette si sono rivolti all’avvocato Marangoni che ha trasmesso una querela in procura.

Ora il fascicolo è in mano al pm Falcone che, nel frattempo, ha delegato gli accertamenti alla polizia.

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