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Doppo podio per l’Italia nel Grand Prix di judo a Lima con Giorgia Stangherlin ed Irene Pedrotti

Calato il sipario sulla seconda giornata di incontri al Coliseo Eduardo Dibos di Lima (Perù), sede del Gran Prix sudamericano e decimo appuntamento stagionale (escludendo le rassegne iridate giovanili e non) del World Tour 2025 di judo. Un day-2 in cui sono state protagoniste quattro categorie di peso: -73 e -81 kg maschili; -63 e -70 kg femminili.

In casa Italia, dopo aver festeggiato il successo ieri nei -66 kg di Valerio Accogli, nel secondo giorno di match sono arrivati altri risultati considerevoli. Il riferimento è ai -70 kg dove sono state due le atlete a salire sul podio, ovvero Giorgia Stangherlin (seconda) e Irene Pedrotti (terza).

Stangherlin, vittoriosa in questa stagione nel Grand Slam di Astana, ha iniziato il proprio percorso contro l’israeliana Maya Goshen, imponendosi con l’ippon (fusen-gauchi). Nel secondo incontro ha avuto la meglio contro la brasiliana Ellen Froner (tre shido) e in semifinale c’è stato il derby con Pedrotti. Quest’ultima si era fatta largo all’esordio contro la statunitense Yasmin Alamin (waza-ari / waza-ari-awasete-ippon) e contro la tedesca Samira Bock (tre shido). Il confronto tra le azzurre si è risolto in favore di Stangherlin (tre shido).

Pedrotti, da questo punto idi vista, è riuscita a rifarsi nella finale per il terzo posto contro la slovena Kaja Schuster. Dopo aver subito uno Yuko (seoi-otoshi), la judoka tricolore ha ribaltato la situazione: due yuko e l’ippon (yoko-shiho-gatame, osaekomi). Nella finale per il titolo, invece, la 29enne tricolore non è riuscita a far valere il suo judo contro la svedese Ida Eriksson, che grazie a uno Yuko (de-ashi-harai) ai 3’24” ha conquistato il successo. Resta l’eccellente prova di squadra.

Nei -63 kg Savita Russo, reduce dal bronzo nei Mondiali junior, e Flavia Favorini non sono andate troppo lontane dalla top-3, concludendo al settimo posto. Russo, vittoriosa negli ottavi contro la cilena Marcela Alfaro, è stata sconfitta dalla brasiliana Nauana Silva nei quarti (tre shido) nel Golden Score. Ai ripescaggi la tedesca Friederike Stolze è stata superiore (ippon per kuzure-kesa-gatame, osaekomi).  Stesso discorso per Favorini, vincente contro la colombiana Cindy Mera all’esordio, ma costretta ad alzare bandiera bianca nei quarti contro la francese Rania Drid e nei ripescaggi contro la brasiliana Rafaela Silva. Una categoria in cui la canadese Jessica Klimkait è stata la migliore, prevalendo nell’atto conclusivo contro l’altro brasiliana Nauana Silva. Terzo posto per Stolze e la slovena Kaja Kajzer.

Nei -73 kg Leonardo Valeriani ha terminato in quinta posizione, sfiorando il podio. A segno contro il britannico Benjamin Levy e contro l’americano Jack Yonezuka, l’azzurro è stato battuto in semifinale al francese Dayyan Boulemtafes. Decisivo un Yuko (de-ashi-harai) dopo appena 23″. Nella finale per il terzo posto, il confronto con lo svizzero Nils Stump ha sorriso a quest’ultimo (waza-ari e waza-ari-awasete-ippon). Eliminazione al primo turno per l’altro italiano Federico Bosis opposto al finlandese Valtteri Olin, che con uno Yuko (yoko-shiho-gatame, osaekomi) al Golden Score ha prevalso. Una categoria in cui il brasiliano Daniel Cargnin ha fatto il suo il titolo, battendo nella sfida conclusiva Boulemtafes. Sul podio, oltre a Stump, il ceco Chusniddin Karimov.

Nei -81 kg poco da fare per Manuel Parlati e Bright Maddaloni. Parlati, dopo aver vinto al primo turno contro l’israeliano Itay Bibitko, ha alzato bandiera bianca contro lo statunitense Johan Silot per ippon (seoi-otoshi). Maddaloni, vittorioso all’esordio contro il colombiano Juan Hernandez, ha bissato contro il lettone Ivans Mihalovs (ippon), dovendosi però arrendere nei quarti al brasiliano Gabriel Falcao (Yuko). Ai ripescaggi il match contro l’ucraino Mykhailo Svidrak è stato a vantaggio di quest’ultimo, capace di chiudere l’incontro dopo 10″ con l’ippon (ura-nage). Affermazione assoluta del serbo Mihajlo Simin, a segno nella finale contro Silot. Sul terzo gradino Falcao e l’azero Omar Rajabili.

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