Oro all’European Open di Roma, ecco la favola di Kenny Bedel: il judoka pordenonese ora sogna le Olimpiadi
Pordenonese, 24 anni da compiere l’antivigilia di Natale, Kenny Komi Bedel ha realizzato domenica 10 novembre la sua giornata perfetta. Sì, perché Kenny è un judoka nato e cresciuto in città che, di strada, ne ha fatta tanta e per la maggior parte del percorso ha incontrato salite, anche molto ripide. Domenica però, all’European Open di Roma, torneo che fa parte del World judo tour, Kenny ha ottenuto un successo importante, mettendo al collo la medaglia d’oro. Un risultato che racconta di un ragazzo di provincia che ha imparato a lottare, soffrire, cadere e rialzarsi più forte di prima. Per puntare a obiettivi importanti: ora sogna di partecipare alle prossime Olimpiadi.
«La giornata di domenica per me è stata davvero perfetta – ha raccontato l’atleta –, il modo migliore per ritornare dopo un periodo sofferto, con molte difficoltà, reduce dall’ennesima operazione. I problemi fisici non mi hanno dato tregua in questi anni, ma sono davvero contento di essere finalmente riuscito a segnare un bel punto».
Va detto che nel secondo dei cinque incontri disputati e vinti, l’avversario che Bedel ha sconfitto è stato Luka Maisuradze, georgiano ventiseienne campione del mondo. Non proprio uno qualsiasi, per un’impresa cui, ancora una volta, è stato decisivo il contribuito del fratello maggiore Marvin.
«È vero – ha confermato Kenny –. Marvin è sceso per starmi vicino ed è stata la prima persona di cui ho cercato lo sguardo in mezzo a tutto il pubblico. Mi sono appassionato al judo all’età di soli 4 anni, quando il mio primo maestro veniva a scuola, portava i tatami e ci dava le prime lezioni. Si può dire che da quel giorno non ho più smesso, seguendo proprio l’esempio di mio fratello Marvin, che aveva iniziato prima di me. Pordenone per me vuol dire casa e famiglia. E appena posso amo tornarci e godermela».
Kenny Bedel, infatti, appartiene al gruppo sportivo delle Fiamme oro e si allena a Napoli, ma appena può scappa a casa per stare in famiglia. «Sicuramente il Natale è il momento che non posso proprio rinunciare di vivere a casa. E non vedo l’ora che arrivi anche quest’anno per riabbracciare mia mamma e i miei nonni. L’ultima volta che sono tornato a casa, le ho fatto una sorpresa e sono andato a salutarla sul lavoro. Non se l’aspettava, è stata davvero felice».