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“Sinner non italiano? Basta con questa idea di Pulcinella. Alla Juve si è dispersa l’identità, ci hanno tolto le strisce per gli arbitri di hockey”: parla Veronesi

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Sinner è un italiano lontano dai soliti stereotipi? Lettura superficiale. Si fa presto a scadere nella macchietta dell’italiano Pulcinella”. A parlare a La Gazzetta dello Sport è Sandro Veronesi, scrittore di 66 anni, tifoso della Juventus e grande appassionato di tennis. Si è espresso così a proposito del numero uno al mondo nel ranking ATP, che come ormai accade da tempo, divide l’opinione pubblica italiana: c’è chi lo stima, apprezza e ringrazia per aver dato lustro all’Italia del tennis. Ma c’è anche chi lo critica per il suo atteggiamento “freddo“, distante dall’italiano focoso ed estroso. “Abbiamo avuto altri campioni altoatesini, Gustav Thoeni nello sci e Klaus Dibiasi nei tuffi. Sinner sta in questo solco. Non siamo più spaghetti, chitarra e mandolino. Questa idea dell’italiano è datata”.

Altro aspetto spesso discusso quando si parla di Sinner – che intanto ha deciso di riposarsi e saltare Toronto – è il suo stile di gioco. “Eh, ma è noioso”, “è monotono”, “varia poco”: queste le frasi che spesso si sentono quando si analizza l’altoatesino tecnicamente e tatticamente. “Non ha finito di svilupparsi, è un talento in divenire – ha dichiarato Veronesi – Alcaraz dovrà migliorarsi di più, per superarlo. Sinner ha preso il sopravvento con la metodicità, presto acquisirà la varietà di gioco. Contro certi avversari devi martellare di ritmo, contro altri devi variare di tecnica: ce lo ha insegnato Federer. Sinner è un fenomeno sportivo naturale. Da piccolo segnava caterve di gol a pallone e sciava benissimo. Sarebbe diventato grande sia nel calcio sia nello sci. Ha optato per il tennis ed è diventato il numero uno”.

Intanto Sinner continua a vincere, ha già conquistato quattro slam ed è numero uno al mondo da più di un anno: “Ma cosa dobbiamo chiedergli per sbalordirci ancora? Ha vinto Wimbledon e vincerà tutti e quattro gli slam”.

L’analisi dei problemi della Juve: “Si è persa l’identità, imbrattata la tradizione”

Tifosissimo della Juventus, Sandro Veronesi ha analizzato anche la crisi di risultati dei bianconeri negli ultimi anni. Ma quando sono cominciati i problemi secondo lo scrittore? “Quando è partita la rumba dell’ossessione per la Champions, che non puoi pianificare di vincere. È stata imbrattata la tradizione, cambiato il logo. Sono state bistrattate le strisce bianconere per andare alla conquista del mercato Usa, e in America le righe verticali bianche nere le portano gli arbitri dell’hockey – ha spiegato Veronesi -. La nostra maglia è quella di Platini, con le righe sottili e la scritta Ariston”.

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