Hockey ghiaccio, l’Italia festeggia il ritorno in Top Division con la consapevolezza che il lavoro da svolgere è ancora importante
L’Italia ce l’ha fatta. Dopo tre anni di “Purgatorio”, infatti, la nostra nazionale è tornata nel “Paradiso” dell’hockey ghiaccio. La rincorsa è stata senza ombra di dubbio lunga e non semplice, ma il ritorno in Top Division, dopo la militanza in Prima Divisione, ha riportato il sorriso ad un movimento che, giova ricordarlo, tra le altre cose, farà da padrone di casa in vista del torneo olimpico di Milano Cortina 2026.
Torniamo, però, al presente, ovvero al Mondiale Divisione I Gruppo A disputato a Sfantu Gheorghe in Romania. Gli Azzurri hanno centrato il secondo posto nel raggruppamento e, di conseguenza, hanno staccato il pass per la Top Division, sfruttando il fatto che in questa edizione non solo la prima classificata potesse accedere al livello superiore. Un risultato di prestigio, certo, ma ottenuto con molta, se non troppa, fatica. Senza dimenticare che senza il ko dell’Ucraina contro il Giappone probabilmente staremmo parlando di ben altro.
Il rischio di vivere un altro “buco nell’acqua” era davvero dietro l’angolo. Le sconfitte con Ucraina (ai rigori) e quella nettissima contro la Gran Bretagna (1-5) avevano complicato terribilmente i piani per la formazione allenata da Jukka Jalonen ma, come detto, il successo nipponico contro gli ucraini ha spianato la strada alla promozione. Un percorso, come si può vedere, tortuoso e non semplice, sul quale l’head coach finlandese dovrà lavorare parecchio.
La squadra ha dimostrato pregi e difetti, com’è ovvio che sia, per un percorso di crescita che non sarà semplice o immediato. La sensazione è che lo “zoccolo duro” sia ben chiaro nella mente del nostro head coach, ma occorrerà trovare un cast di supporto di qualità e, soprattutto, intervenire sui limiti che anche in questa occasione sono stati messi in evidenza. In primo luogo evitare le amnesie difensive che vengono poi pagate a caro prezzo, figuriamoci in Top Division, quindi trovare maggiore efficacia in zona offensiva, specialmente nei momenti di power-play.