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Modena. Scomparso a 81 anni Aldo Baraldi, bandiera dell’hockey gialloblù e “sir” di quello indiano

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Modena. Scomparso a 81 anni Aldo Baraldi, bandiera dell’hockey gialloblù e “sir” di quello indiano

MODENA. «Un buon allenatore può cambiare un incontro. Un grande allenatore può cambiare la vita». L’omaggio dall’India testimonia il valore di Aldo Baraldi. Nato il 26 gennaio 1939, Baraldi amava l’hockey. Come ricorda chi lo conosceva bene, era sempre disposto a regalare (e regalarsi) un sorriso. «Per Modena è sicuramente una perdita pesante - il commento del direttore generale dell’Amatori Modena 1945 Gian Luigi Moncalieri - perché ha insegnato a tutti, era l’allenatore di tutti».

Il nome di Baraldi richiama alla mente il miglior periodo per l’hockey pista modenese. Gli anni in cui l’Amatori, fondata sei anni dopo la sua nascita, si affermava campione d’Italia nel 1957 e si confermava nel 1960. Foto d’epoca lo ritraggono con la maglia gialloblù scudettata e la casacca della Nazionale. Lo sguardo è concentrato, colmo del desiderio di scendere in campo. Cinquantasei anni dopo (siamo nel 2016), Baraldi è ancora in azione per la rinascita della società. Prima dell’interruzione per la pandemia, i gialloblù erano secondi in A2.

A guidarli il figlio Massimo, di cui era stato a sua volta allenatore. Aldo Baraldi ha varcato i confini nazionali. Nel 2004, l’allora 65enne festeggiava la pensione diventando commissario tecnico delle selezioni giovanili dell’India. Per oltre dieci anni ha attraversato mezzo mondo per descrivere un mondo di emozioni. Sono le emozioni che l’hockey (e lo sport in generale) facevano vivere in lui e nascere negli altri. Baraldi era una calamita umana.

Attraeva atleti e ne faceva amici per la vita. Come William Prandini. Ha indossato come lui e con lui la casacca dell’Amatori Modena. In seguito, lo ha raggiunto in India per allenare le giovanili della Nazionale… di hockey in line. In line e pista sono discipline che non sempre comunicano tra loro. Con Baraldi non era così. «Mi ha portato in India - commenta Prandini - e mi ha fatto crescere nell’hockey. Abbiamo giocato insieme. Per me è stato importante sia dal lato umano sia dal lato sportivo.

Aveva 81 anni, ma era ancora molto in gamba». In una nota, l’Amatori spiega che Baraldi «ci ha accompagnato e ci ha insegnato i valori più profondi dello sport e della vita». Valori che non conoscono barriere. Sulla pagina Facebook di Baraldi ieri sono apparsi messaggi di cordoglio alla moglie Giovanna Gentilini e alla famiglia, in italiano e in inglese. Le firme sono degli amici con cui ha condiviso piccoli e grandi successi, scatti giocosi di viaggi e immagini sulla neve alla tenera età di 80 anni. «Sei sempre stato di grande supporto per tutti noi - scrive in inglese un’atleta indiana -. Una vera ispirazione per la tua dedizione allo sport». Amici italiani lo descrivono come un «grande uomo», «grande allenatore», «gran simpaticone». «Ti devo molto», il saluto di Angelo Lucchini, fondatore de I Scomed Bomporto.

La Federazione indiana lo ha abbracciato con un post. In India lo conoscevano come «sir». A Modena lo ricordano già come «maestro». —
 

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