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L’età degli asini

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Non so voi, ragazzi, ma, quando il Milan vince, il mondo a me sembra più bello. Non Furlani e Scaroni, però, eh! Quei due e i loro compari sempre bruttissimi rimangono. Probabilmente il mio pezzo sarebbe iniziato con un’esplosione irrefrenabile di gioia, se in serata non fossi stata tradita da Djimsiti e Samardzic. Due erroracci, uno in difesa e uno in attacco, che hanno regalato i 3 punti agli Orrendi. Di riffa o di raffa, l’Atalanta non si smentisce mai. Mannaggia…. Quando vincono gli Orrendi, il mondo mi sembra meno bello. Pazienza, dai. Noi il nostro dovere l’abbiamo fatto. D’accordo, il primo tempo è stato tutt’altro che brillante, per usare un eufemismo. Ma nella ripresa abbiamo gestito una vittoria finalmente tranquilla. Io temevo molto la partita con il Verona. Eh, sì, una paura sottile mi fa compagnia per tutta la settimana. Si acuisce, quando apprendo dalla conferenza stampa di Allegri che Leao non è convocato. Siamo alle solite. Infortunio leggero. Niente di preoccupante e poi… i giocatori impiegano una vita prima di rientrare. Non ne posso più. Gabbia? Mah! Rafa sente ancora dolore quando scatta. Quindi? Mamma mia. Non ci sarà neanche a Cagliari e chissà quante altre gare salterà in un Gennaio denso di impegni. Lo spettro pubalgia aleggia su di me. Speriamo di no. Ognuno ha le sue croci. Noi abbiamo tutto il rosario. Dobbiamo giocare ancora alle 12. 30. Già ho mangiato tanto in questi giorni, mettendo a dura prova il mio apparato digerente. Domenica starò leggera. Non vorrei che mi dovesse rimanere qualcosa sullo stomaco.

Nel mio tranquillo e sereno Natale mi imbatto nel dilemma dell’età dei tre asini. Dunque, un commerciante compra tre asini da un contadino. Prima di pagare, però, vuole sapere la loro età. Il contadino gli dice “ Il prodotto delle loro età è 72 e la somma è uguale al numero di stelle che vedi in cielo.” Il mercante risponde: “ Non posso conoscere l’età. Manca un dato.” “ Eccolo. L’asino più grande è testardo come un mulo.” “ Ah, sì, adesso ci sono.” Mi viene l’impulso di andare su Google a cercare l’età di tre asini di mia conoscenza. No, a naso sono troppo vecchi. Sì, gigioneggio. In realtà rosico, perché il mercante c’è arrivato. Io no. Ne faccio una questione di principio. Per incentivarmi, mi dico: “ Dai, ragiona. Impegnati. Se riesci a trovare la soluzione, il Milan vince.” L’escamotage funziona. Mi arrovello. Ce la faccio! Adesso ce la deve fare anche il Milan. Oh, io ce l’ho messa tutta, eh! Ora tocca ai ragazzi con la maglia rossonera. Mi lascio scivolare addosso le voci su un cambio di proprietà o comunque sull’ingresso di un socio che fornisca a Gerry i soldi per liquidare il suo debito con Elliott. Mi pare difficile trovare qualcuno che dia una montagna di denaro a un’aquila come l’ecclesiastico , per rilevare una quota di minoranza. Ed è utopistico sperare di scovare chi rilevi l’intera proprietà. Come sarebbe bello! Sottovaluto il rischio di cadere dalla padella nella brace? Be’, è impossibile che ci siano personaggi peggiori dei nostri. Malissimo che vada, saranno della stessa levatura. Il sogno di vedere quanto meno Furlanette e Scaroni fuori dalle scatole è meraviglioso. Ma non mi sembra realizzabile a breve-medio termine. Sorrido amaramente di fronte alle indiscrezioni positive sul rinnovo di Maignan. Magic non rinnoverà con questa gentaglia, che farà trapelare veline di false richieste faraoniche per abbindolare i tifosi creduloni. E’ uno sporco metodo già adottato con successo. La lingua batte dove il dente duole. All’improvviso mi vengono in mente le parole con cui Enea rincuorò i compagni dopo il naufragio sulle coste africane . “Forsan et haec olim meminisse iuvabit.” Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose. Già, forse quando il nostro Milan sarà in mani degne…. Ma ora bisogna pensare al Verona.

Gonfia i palloncini, Cristopher!

Come sempre accade con Max, che, bel gioco o non bel gioco, gode della mia fiducia, non discuto la formazione. E’ a lui e ai ragazzi che mi aggrappo, pur essendo conscia delle loro oggettive difficoltà. Sono lontani i tempi in cui non ero mai d’accordo con le scelte dell’allenatore, al quale riservavo parole non sempre carine. Loftus a centrocampo significa non avere nessuno in panchina da adattare a punta. Tant’è. Non dobbiamo prendere gol. De Winter ? Non è una sicurezza. Speriamo bene. La partita comincia. Io, memore delle nostre prestazioni, non mi aspetto certo un gioco scintillante. Infatti…. Siamo lenti, impacciati, prevedibili. Creiamo poco. Però non subiamo occasioni pericolose. E, nel minuto di recupero, il miracolo. Corner di Modric. Rabiot la spizza su secondo palo! Pulisic! Gooooollllll! Non ricordo l’ultima volta in cui abbiamo segnato sugli sviluppi da calcio d’angolo. Credo sia passata un’eternità. Importantissimo averla sbloccata alla fine del primo tempo. Occhio, però. Eravamo passati in vantaggio pure con Pisa e Parma. La ripresa inizia con il rigore. Noi non abbiamo veri rigoristi. Pulisic e Modric non lo sono. Quando vedo che, dopo un conciliabolo, sul dischetto va Nkunku, vengo assalita da una paura folle. Nella condizione psicologica in cui si trova, la palla per lui peserà tonnellate. Oddio, lo sbaglia. Goooolllll!!!!!! Esplodo in un urlo liberatorio. Mi gusto lapilli di felicità. Poi Modric fa una magia. Il suo tiro viene deviato sul palo da Montipò. Unkunku arriva come una saetta e brucia il tentativo di tuffarsi sulla palla del portiere. Doppietta di Cristopher! Sono felice per noi e per lui. Speriamo che questi due gol lo aiutino a sbloccarsi. Non credo, però, che il ragazzo sia il tipo di attaccante con le caratteristiche che ci servono. Comunque bene così. Ora non ho più timori. Portiamo a casa una vittoria finalmente tranquilla. Ci voleva!

Vedi mo’ che la faccenda dei tre asini ha portato bene? Io sono riuscita a risolverla e quindi ho dei meriti nella nostra vittoria. Chi lo nega è intellettualmente disonesto. Anche Pulisic, che gioca trascinandosi dei problemi fisici, Modric, Unkunku e Rabiot hanno qualche merito. Voglio magnanimamente riconoscerglielo. Sono felice e mi appresto a guardare serenamente le due partite che ci interessano. La vittoria del Napoli a Cremona non mi disturba. Quella degli Orrendi a Bergamo, invece, sì. Parecchio. Atalanta, non ci regali mai una gioia, maledizione al secchio! Mai! Djimsiti, Samardzic, vi sono fischiate le orecchie? Io qualche parolina ve l’ho dedicata, eh! Pazienza, dai. Il Medioevo fu l’età delle cattedrali. Noi cuori rossoneri viviamo l’età degli asini. Unicuique suum, dicevano i Latini, che se ne intendevano. Ma bando alle facezie. Qui bisogna concentrarsi sul Cagliari. I Sardi, che con altri fanno una sorta di “ prego, si accomodi”, con noi impugneranno la baionetta. Sarà durissima. Ma dobbiamo vincere! Senza se e senza ma. Anche senza Leao e Gabbia. Mica male De Winter con il Verona, dai. Temevo peggio. Fullkrug riuscirà a darci una mano? Dubito. E’ in ritardo di condizione ha detto Max. Strano! Anche a me è successa una cosa strana. Strana e bella. Detesto ovviamente con tutta me stessa il nostro schifo di Società. Però mi sono affezionata a squadra e allenatore. Palpito, soffro, gioisco per e con loro. Gli anni scorsi guardavo le partite, sì, perché non riuscivo ad esimermi. Ma ero apatica. Adesso fremo, partecipo e vado oltre il brutto gioco. Ho provato tanta frustrazione per “ dobbiamo fare un gol in più degli avversari” o “ duminiu e pussessu”, con risorse umane mandate allo sbaraglio, perché non in grado di assimilare confusi e assurdi dettami tattici. Max è un pragmatico. Niente voli pindarici. Stiamo con i piedi per terra. Ha creato un gruppo. Avete presente le brutte scene viste in occasione dei due rigori che poi sbagliammo a Firenze? Trovate le differenze con la palla consegnata a Nkunku. Abbiamo dei limiti dovuti a una rosa corta e non ben assortita. Con questi ci confrontiamo alla faccia del bel gioco. Ogni infortunio è una pugnalata, perché decurta il ridotto numero di giocatori schierabili, facendoci vivere in una perenne emergenza. Siamo in alto in classifica, dove mai avrei immaginato di essere. Con un allenatore “giochista” saremmo ben più in basso. Intendiamoci, sono tutt’altro che sicura anche del quarto posto. So che, in assenza di un paio di giusti innesti, potremmo far presto a rotolare dietro. Il mese di Gennaio è pieno di partite. E noi siamo nell’Età degli asini. Asini che si fanno mettere la trasferta di Firenze 64 ore dopo la gara con il Genoa. E  non abbiamo impegni di Coppe che possano giustificare la cosa.  Almeno stavolta i ragli non provengono dalla parte tecnica, dai. Buon anno a tutti, ragazzi, da una tipa strana, con il sangue rossonero, che conclude i suoi pezzi con…. Je suis Paolo Maldini. Je suis Zvonimir Boban.

Chiara

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