Il valore del gruppo, la forza dei leader: il tratto distintivo del Catania di Toscano
Nel racconto del Catania 2025 c’è un punto da cui non si può prescindere, senza bisogno di retorica o slogan a effetto: il gruppo. È lì che sta la vera novità, il tratto distintivo di una squadra che ha imparato a riconoscersi, a sostenersi, a crescere insieme. Un collettivo che funziona perché ha valori condivisi, ma anche perché al suo interno convivono leadership diverse, complementari, diffuse. Ed è proprio questa abbondanza di riferimenti a fare la differenza.
La prima guida è quella tecnica. Mimmo Toscano non è soltanto l’allenatore del Catania, ma il perno attorno a cui ruota un progetto costruito a sua immagine e somiglianza. Gestire una rosa ricca, per qualità tecniche e per personalità, non è esercizio scontato. Toscano lo sta facendo con equilibrio e autorevolezza, dando a ciascuno un ruolo chiaro e creando un ambiente in cui la competizione interna diventa stimolo e non frizione. La squadra rispecchia il suo allenatore: organizzata, intensa, mentalmente pronta.
Dentro questo impianto, i leader emergono reparto per reparto. Tra i pali, Andrea Dini è una certezza. Le sue prestazioni, spesso decisive, parlano da sole, ma è il modo in cui vive la partita a renderlo un punto di riferimento: presenza, sicurezza, capacità di tenere alta l’attenzione del reparto nei momenti più delicati.
In difesa, il peso specifico di Matteo Di Gennaro va oltre il campo. Vice capitano, uomo spogliatoio, figura ascoltata e rispettata, rappresenta un riferimento costante per equilibrio ed esperienza. La sua leadership è silenziosa, ma profonda, di quelle che tengono insieme i pezzi quando la pressione sale.
A centrocampo il faro emotivo e caratteriale è capitan Francesco Di Tacchio. È lui a dare il ritmo alle partite e allo spogliatoio, a farsi carico dei momenti difficili, a tenere la squadra agganciata al piano gara. Accanto a lui, Tiago Casasola e Daniele Donnarumma incarnano una leadership diversa, più tecnica ma non meno carismatica: giocatori capaci di accendersi e di accendere gli altri, punti di riferimento costanti per qualità ed esperienza.
Nel reparto offensivo il discorso non cambia. Gabriel Lunetta è un trascinatore naturale, uno che porta energia, intensità e spirito di sacrificio, capace di coinvolgere il gruppo anche nei momenti di difficoltà. Emmanuele Cicerelli, con il suo talento, ha rafforzato ulteriormente il senso di unità proprio nel momento più complicato, quello dell’infortunio: restando vicino alla squadra, diventando collante emotivo oltre che riferimento tecnico. E là davanti anche Francesco Forte si sta ritagliando un ruolo da leader, per atteggiamento, responsabilità e capacità di reggere il peso dell’attacco.
Il quadro che emerge è chiaro: questo Catania non ha un solo capo, ma tanti uomini capaci di prendersi responsabilità. È “tanta roba”, come si direbbe fuori dai canoni, ma è soprattutto una rosa che premia le scelte fatte sul piano dirigenziale e tecnico. La prima metà di stagione lo conferma: quando il gruppo viene prima di tutto, i leader non si impongono, emergono. E il Catania, oggi, ne è pieno.
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