Torna De Rossi, lo strano nemico
[...] Anni di amore e di passione, Daniele aveva i capelli biondi, il caschetto, faceva l'attaccante, e segnava poco come le attuali punte della Roma. Giocava nel settore giovanile dei giallorossi, il papà, Alberto, era uno degli istruttori, poi nel tempo diventerà un punto di forza in quel contesto. Era il periodo in cui si andava a vedere la Primavera per la bellezza di Aquilani, ma poi ci si innamorava dell'impeto di Daniele. De Rossi faceva il giocatore romanista , già innamorato del suo futuro: Mauro Bencivenga lo ha fatto diventare un calciatore, Francesco Rocca in Nazionale gli ha un po' raddrizzato la schiena, Capello lo ha lanciato e poi è diventato lui stesso il calciatore che valorizzava gli allenatori. Chiedere a Spalletti, Luis Enrique, Garcia, Ranieri, etc. Diciotto anni tutti d'un fiato: 459 presenze, 43 gol . Capitano lui, Capitano Totti, sempre insieme, senza invidie. Uno al fianco dell'altro, due facce diverse della romanità, due capitani a modo loro. Gioie, lacrime, anche un mondiale vinto, lo scudetto mancato, sì, un rimpianto . [...] Ha fatto tutto dentro Trigoria, alla fine anche l'allenatore, una carriera che era nel suo dna, ma che gli avrebbe messo contro i suoi colori prima o poi. La prima squadra in A da allenatore? La Roma? Ultima partita da tecnico della Roma? Contro il Genoa. Ed eccolo, il destino: lunedì, Roma-Genoa, con De Rossi strano nemico . Quella sulla panchina giallorossa poteva essere un'altra carriera ventennale, ma è finita presto. [...]
(Il Messaggero)

