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Lo spartito

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“Certo le assenze pesano, ma consegnarsi all’avversario senza nemmeno una pressione di reparto organizzata non è giustificabile perché si può giocare per mantenere il risultato ma non per portarsi l’avversario in area perché l’errore prima o poi arriva che tu sia Allegri o meno e devi solo sperare che l’attaccante sbagli.”

Parto da qua, l’affermazione con cui avevo concluso il mio ultimo post, per dire come domenica sera abbiamo assistito a una vera variazione dello spartito che non può che essere legata ad un intervento a partita in corso del mister e un cambio di paradigma nella difesa del risultato. Sarà il tempo a dirci se trattasi di un episodio isolato, magari dovuto alla tattica uomo su uomo di Gasperini, o davvero un’impostazione diversa ma nel frattempo da tifosi possiamo registrare la vista di qualcosa di interessante che ha giovato e non poco alla prestazione.
Riavvolgendo il nastro della partita si può dire serenamente che per quasi mezz’ora non ci abbiamo capito niente o meglio, Gasperini conoscesse perfettamente i nostri difetti in fase di impostazione se pressati e ne ha approfittato per un dominio territoriale che in alcuni casi solo la dabbenaggine degli avversari ci ha risparmiato da conclusioni pericolose se non il gol subìto. Certo, tutto questo è stato agevolato da un pressing a tratti forsennato pagato in parte nella ripresa, ma va comunque registrato come Allegri si sia fatto cogliere in castagna esponendo giocatori come Bartesaghi (è un giovane alle prime partite ricordiamolo) a troppe situazioni complicate.
Le cose però cambiano poco prima della mezz’ora quando l’allenatore fa una modifica sostanziale passando nei fatti ad una difesa a 4 con De Winter nel ruolo di terzino destro e Bartesaghi in quello di terzino sinistro, oltre a stringere il centrocampo con una sorta di coppia Modric/Ricci col secondo più difensivo di quanto non fosse nella prima parte della partita e deputato a fare il cagnaccio su tutto quanto passasse sul centrosinistra della nostra metà campo. Qui Allegri svolta la gara e Gasperini non trova i correttivi se non verso fine partita.
E’ da qui che cambia tutto perché la sofferenza di Bartesaghi e dello stesso De Winter cessano o quasi, Ricci rinforza la tenuta della squadra sul lato dell’ex primavera e Leao cambia posizione partendo molto più largo. L’azione da cui scaturisce il gol non è un caso perché già da qualche minuto queste contromosse avevano portato il Milan a controbattere le iniziative romaniste e non è un caso che il gol nasca da una chiusura bartesaghi/ricci e Leao largo. Quello che mi è sembrato essere un caso è invece la sgroppata di Pavlovic nel ruolo di Fofana come incursore, ma menomale che ha spento il cervello visto che è stato l’unico a proporsi, per giunta con un contromovimento degno dei migliori attaccanti. Come detto la marcatura può essere un caso, ma non il cambio di spartito tanto che nel secondo tempo il Milan in venti minuti produce delle palle gol enormi tra cui un palo e una prodezza di Svilar. A differenza delle ultime partite non siamo rientrati schiacciandoci e lasciando palla all’avversario ma abbiamo provato a raddoppiare, triplicare i gol. Una vittoria netta e strameritata anche nella patria del pizzocchero, invisibile al supereroe genovese Lanterna Verde Assenzio annebbiato dai vapori inebrianti della vittoria e non solo.

Guardando poi alle velleità di classifica devo dire che un punteggio così basso della prima dopo dieci giornate faccio fatica a ricordarlo o meglio non me lo ricordo proprio. Non che si possano tirare chissà quali somme, ma un quarto del campionato è andato e la media è di 2,2 punti senza essere ancora entrati nella fase cruciale delle coppe. Ad oggi questa situazione ci tiene ampiamente in gioco ancor più dei punti totalizzati e ancor di più dovremmo indignarci se dovessimo giocare a Perth perché potremmo dover maledire e non poco questa americanata in stile harlem globetrotters. La sfida col Como va giocata in Italia e basta!
Ne va non solo della credibilità sportiva del club ma della credibilità dello stesso nei confronti dei calciatori perché è evidente come loro un po’ ci credano e non vogliano essere distratti da inutili e ridicoli viaggi transoceanici utili solo a riempire le tasche di altri.

Parlando poi dei singoli a parer mio una menzione la meritano i due ex primavera, Pino e Fofana.
Il francese è stato pagato la bellezza di 26 mln ed è uno dei calciatori più costosi della rosa eppure le prestazioni sono quantomeno ondivaghe. Non dico sia un giocatore modesto, ma gli errori che commette sono davvero tanti, troppi e per lo più stupidi. Tolta l’ignoranza nel rigore procurato, ho trovato stupida l’esultanza post rigore parato quando ha esultato andando a cercare l’arbitro. Gli è andata bene che Guida fosse “impegnato” con Pino (assai più furbo del francese) perché di direttori di gara permalosi ne abbiamo visti ed è un attimo rimanere in dieci per due gialli nel giro di pochi minuti.
Pino come Bartesaghi ha avuto un inizio gara difficile, ma col passare dei minuti ha saputo portare la sfida con Wesley dalla sua parte giocando sulla testa ancor prima che sul piano tecnico. Il belga però deve dosare un po’ questa sua spacconeria perché é rischiosa e Allegri che aveva capito l’antifona si è precipitato a sostituirlo dopo il rigore parato per evitare un finale in cui sarebbe potuto saltare visto anche lo screzio con l’arbitro. A proposito della situazione Pino-Guida, credo che il calcettino dato dall’arbitro sia una cosa che debba costare lo stop per alcune partite perché chi copre certi ruoli non può farsi trasportare dai sentimenti. A parti inverse qualsiasi calciatore prenderebbe una signora squalifica.
Infine parliamo dei due ex primavera. Non è bello sentire il termine “ex primavera”? In fondo ci ricordano un attaccamento ai colori che viene da lontano, una cosa rarissima oggi giorno. Non sono mai stato un fan di Gabbia, ma guardate come richiama l’attenzione di tutti dopo il rigore parato proprio a ricordarci come lui sia completamente focalizzato sulla cosa più importante ossia la partita. Non è una banalità perché spesso abbiamo visto cali di tensione, lui che ormai in prima squadra c’è da qualche anno potrebbe diventare un riferimento importante per disciplina e senso di appartenenza.
Ultimo ma non ultimo Bartesaghi. Il suo inizio è da horror, ma ci sta è alla sua prima stagione in prima squadra e deve ancora compiere ventanni, ma col cambio di posizione fa una signora partita ed è dotato di un piede notevole. L’assist che fornisce a Fofana per andare sul 2-0 a fine primo tempo è eccellente, così come ottima è la velocità una volta lanciato. Questo giocatore va tenuto in grande considerazione e per me deve essere il titolare con la sacrosanta possibilità di sbagliare perché potremmo davvero trovarci in casa un ottimo calciatore. Teniamocelo stretto e facciamolo crescere senza troppe pressioni.

Seal

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