Presentazione Papu Gomez: “Sono qui per dare una mano, volevo fortemente continuare a essere protagonista”
Presidente Francesco Peghin: “E’ un onore per il Calcio Padova avere il Papu qui dopo mesi che si allena, finalmente sta scadendo la squalifica. Un campione del mondo in carica qui è forse la prima volta, per noi è un’emozione enorme, i nostri obiettivi sono un campionato tranquillo e la salvezza ma con sogni e ambizioni più grandi”
Presentazione di Alejandro Papu Gomez al Calcio Padova:
Qui si parla tantissimo di te da quando sei arrivato, la tua maglia è la più richiesta. A grandi onori corrispondono grandi responsabilità, come vivi questa pressione e questa attesa?
“Non ho pressione, sento piuttosto la responsabilità della maglia e di rappresentare i padovani. So che mondialmente sto rappresentando questa città ma ciò mi porta grande gioia così come giocare questa maglia, spero di farlo per anni”.
Hai scelto Padova certo anche grazie ai buoni rapporti che già avevi con membri della società, sappiamo però che avevi proposte dall’estero, perché hai scelto Padova? Cosa vorresti lasciare?
“Il primo a convincermi come tu hai detto è stato il Direttore Mirabelli, ho avuto offerte dall’estero, dall’Argentina e Emirati Arabi ma voglio ancora giocare a questi livelli. In Italia poi mi trovo molto bene e non volevo spostarmi da qui, la mia famiglia si trova molto bene. Il Padova per me è una bella sfida, vorrei riportare la squadra in Serie A dopo tanti anni, non so se quest’anno o quando ma il mio obiettivo è questo”.
Due anni di squalifica per un’ingenuità sono lunghi e forse ingiusti, qual è stato il momento più difficile?
“I primi mesi sono stati i più duri, non sapevo cosa fare, non sapevo se continuare a giocare. Guardavo alla squalifica e due anni sono molto lunghi, non sapevo cosa fare ma piano piano ho trasformato la rabbia in voglia di tornare a giocare, ho pensato al momento del ritorno in campo e di potermi ritirare in campo quando io avrei voluto, allenandomi ogni giorno e restando in forma sono riuscito a superare le difficoltà”.
TI sei allenato tantissimo in questi anni, da solo e con la squadra, come stai fisicamente, come ti senti?
“Mi sento bene, allenarsi da solo non è uguale che farlo in squadra ma mi sono impegnato tanto per rendere gli allenamenti in singolo più divertenti e migliori possibile. È difficile allenarsi senza poter giocare, ti alleni ma fatichi a inserirti nel gruppo squadra al 100%, so che ci metterò molto poco a tornare al 100% perché fisicamente sto bene”
Arrivi qui come ciliegina sulla torta di un gruppo già formato e a campionato già cominciato e cominciato bene, non arrivi come “salvatore della patria” come vivi questa cosa? Ti ha aiutato a gestire le pressioni?
“Meglio per me e per tutti che i miei compagni conoscano la Serie b e abbiano dimostrato il loro valore senza di me, mi piace la mentalità vincente della squadra e il fatto che vuole sempre dare il massimo, anche in Serie B lo sta dimostrando dopo averlo fatto in C”
Come stai? Ci sono state voci sulle tue condizioni, cosa ci puoi dire?
“In allenamento ho avuto un piccolo fastidio, venerdì vediamo cosa diranno gli esami ma speriamo non sia nulla di grave”.
Hai 37 anni, l’allenatore e più giovane di te, ti era amai capitato? Come vivi questa cosa? Come vorresti gestire il tuo rapporto con Andreoletti?
“Non mi era mai capitato di essere più vecchio del Mister ma non è un problema, vogliamo entrambi il bene della squadra, lui è un allenatore promettente e lo sta dimostrando. Io devo continuare a imparare da lui, si impara sempre. Mi piacciono molto i suoi allenamenti e come lavora lo Staff in generale, insieme possiamo fare molto bene”.
Guardando foto e video che sono circolati nel web abbiamo visto che stai vivendo la vita della città di Padova, celebre è la tua passeggiata in centro e al Sotto Salone, come stai vivendo i primi mesi in città? Cosa ti sta dando?
“L’affetto e il calore della gente ogni volta che esco è per me la cosa più importante, mi puoi trovare tranquillamente in centro a fare una passeggiata o a fare la spesa al supermercato perché cerco di vivere Padova come un cittadino qualsiasi che arriva in una nuova città e vuole conoscerla. Devo dire che mi piace molto è giovane, piena di universitari, ci ha sorpeso molto il padovano, la simpatia delle persone. Siamo qui da poco, i ragazzi hanno cominciato da poco la scuola e le loro attività e siamo molto contenti”.
Cosa pensi di poter portare all’ambiente? Che valore aggiunto puoi portare alla squadra?
“Sicuramente l’esperienza che ho maturato negli anni giocando ad alto livello, vorrei poi essere un esempio per i ragazzi e, come detto, ho l’ambizione di crescere insieme alla società e portare il Padova il più in alto possibile”.
Sono stati due anni difficili, hai dovuto affrontare anche un percorso psicologico e hai vissuto tutto ciò come ingiustizia, cosa ti lascia?
“È stato un percorso pieno di insegnamenti, ho imparato molto, ho saputo prendere le cose negative e cercare di trasformarle in positive. Mi sono sentito solo in alcune circostanze nonostante ci fosse la famiglia, molte persone sono sparite, quando sei campione ci sono tutti, nei momenti difficili non è sempre così. Ora cerco di vedere di più il lato positivo delle cose. Ho imparato anche a vivere il presente, un calciatore non deve vivere di passato o di futuro ma godersi il presente cercando di fare il massimo”.
In campo, dal punto di vista del gioco, dove ti vedresti meglio?
“Devo adattarmi al gioco del Mister senza snaturare la squadra che sta facendo molto bene, che sia centrocampo o trequarti l’importante per me è portare il mio contributo, dando una mano anche in difesa, credo comunque che giocherò dove ho sempre giocato”.
Dopo tutti i traguardi, quale sarebbe il tuo sogno ora? Cosa ti renderebbe più felice ora? Come vivi la piazza “più piccola” di Padova dopo le grandi piazze che hai vissuto?
“Voglio giocare in Serie A con il Padova, non lo dico per vendere fumo, io ambisco al massimo e voglio portare il Padova al massimo livello, non sono venuto qui per stare seduto e conoscere la città. Sapevo di venire qui e non al Real Madrid quando ho firmato il contratto, so che la società ha avuto qualche difficoltà ,a sta lavorando molto bene e sta cercando di dare il massimo”.
Si sa di una cena tra te e Andreoletti a Bergamo prima di arrivare qui, ci dici qualcosa? Cosa ha detto per convincerti?
“Lui voleva sapere da parte mia perché volessi tornare in campo e perché al Padova, voleva guardarmi negli occhi e capirmi, cosa ci fosse dentro di me che mi portasse a voler tornare a giocare a calcio. Abbiamo poi parlato di calcio, di Gasperini, di Atalanta, lui d’altra parte è bergamasco”.
Domenica ci sarà il sold out per te, giocherai?
“Non posso confermare, non vogliamo rischiare nulla. Vengo da due anni di preparazione ma questi piccoli problemi possono capitare, insieme allo staff valuteremo e capiremo cosa fare”.
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