L'Olimpico pronto per un'altra avventura. E lo "straniero" non passa più
Uno striscione, un motto. Un desiderio, forse. Erano gli anni '80, con una Roma immensa, che scrisse la legge dell'Olimpico. "Non passa lo straniero" campeggiava in Sud, in quel grigio pomeriggio di Roma-Colonia, scaldato da quel rimbombo dei tifosi al gol di Falcao. Una partita, tante partite senza perdere in terra europea. Era lo stadio dei successi, delle rimonte storiche, quelle tutted'un fiato, nei pomeriggi o notti di Coppe dei Campioni. Poi sono arrivati tempi più bui, anche gli 1-7, con il Bayern e qualche anno prima lo 0-2 con il "che sarà sarà", e ancora 1'1-3 con l'Arsenal dell'irresistibile Henry, e dunque c'è stata pure una fase in cui, spesso e volentieri, all'Olimpico dettavano legge gli altri, "lo straniero". (...) Nelle ultime edizioni delle Coppe, dalla Conference alle ultime Europa League, lo stadio di Roma ha praticamente richiuso i cancelli, concedendo solo due succes-si agli avversari: una contro il Be-tis, l'anno della finale di Europa League di Budapest (con Mourinho in panchina), e una contro il Leverkusen in semifinale nella edizione di due anni fa (con De Rossi in panchina, aveva preso il posto di Mourinho), quello con i tedeschi è l'ultimo ko subito da queste parti. Per il resto l'imbattibilità è stata dominante. La Roma ha costruito le finali di Conference (vinta) e quella di Europa League (persa con il Siviglia) proprio sul terreno dell'Olimpico. (...) Lo scorso anno, sia Juric sia Ranieri hanno chiuso con zero sconfitte, Claudio addirittura ha ottenuto solo successi con Braga (il croato un successo e un pari), Eintracht, Porto e Athletic per poi abbandonare la competizione con l'infausta notte del San Mamés. Ora tocca a Gasp farsi aiutare dall'Olimpico, già da stasera contro il Lille. (...)
(Il Messaggero)