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Calcio a 5: il carattere e il senso di squadra dell’Italia per prendersi gli Europei 2026

Fi-nal-men-te. L’Italia del futsal strappa il pass per gli Europei 2026 di calcio a 5 al termine di uno spareggio playoff tanto epico quanto drammatico contro il Kazakistan, culminato nei rigori della partita di ritorno di Astana.

Il “Finalmente” non è tanto rivolto al fatto che gli azzurri tornino a giocare un “Grande Torneo” dopo le due esclusioni ai Mondiali 2021 e 2024, anche perché nel frattempo agli Europei si erano sempre qualificati, ma è dato dal susseguirsi di una partita che ha fatto vedere tutto il carattere e il senso di squadra del collettivo guidato dal ct Salvo Samperi.

La barca italiana si sarebbe potuta rovesciare a più riprese, dopo il vantaggio flash dei kazaki firmato da Tursagulov e dopo essersi di fatto autotrafitti con l’autogol di Motta per il 3-2 che avviava di fatto la partita sui binari dell’eternità e del pathos più assoluto, eppure così non è stato.

Troppe volte in passato subire un gol in una partita decisiva, per un percorso di qualificazione, aveva determinato insormontabili difficoltà psicologiche, per una compagine che non è che non sappia giocare al futsal, anzi. In questa occasione si è vista compattezza e volontà di rimanere attaccati alla partita esprimendo anche valori diversi rispetti a quelli a cui si è abituati a pensare rispetto alla tradizione del calcio a 5 italiano.

Rossetti, Venancio, Liberti e Barrichello hanno messo a disposizione gambe, testa e una sana dose di cattiveria sportiva per un gruppo che esaltato dalle parate di Bellobuono e dalla disponibilità di Merlim, a fare cose che non rientrano propriamente nel suo bagaglio, ha sofferto le giocate di Edson ma ha saputo disinnescare quasi totalmente l’arma Higuita e poi si è messo anche a creare pericoli in modo vario a un Kazakistan che dal canto suo ha fatto fatica soprattutto a contenere le soluzioni da lontano degli azzurri.

Poi i rigori. Un capitolo a parte. Bellobuono, con anche la partecipazione di Dalcin sul terzo penalty, ha fatto capire da subito di essere una calamita: un punto fermo da cui partire in una sequenza finale che non è stata la “classica lotteria”, perché l’Italia ha fatto vedere tutta la sua precisione e tranquillità mentre il Kazakistan si è accartocciato su se stesso fino al rigore altissimo di Edson, arrivato dopo la rete di un Motta che ha vissuto una partita buia, ma che nel momento decisivo si è ritrovato segnando un tiro da dischetto pesantissimo.

Ora è tempo di pensare al futuro, agli Europei 2026. L’Italia al sorteggio diventerà quasi uno spauracchio per le “Big”: la voglia di misurarsi con le più forti per provare a fare più strada possibile, dovrà essere una delle lanterne di Musumeci (ieri non a disposizione) e compagni che adesso avranno dei mesi davanti per cercare di compattarsi ancora di più e poi vivere una nuova grande avventura.

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