Adesso tutti si sono accorti di Popov
La doppietta che ha permesso all’Empoli di trovare la vittoria contro il Padova rimarrà impressa nella nostra memoria per molto tempo. Ma soprattutto rimarrà impressa nella memoria di questo ragazzone ucraino, catapultato in Serie B ad appena 18 anni e diventato immediatamente protagonista, tanto da farci domandare se sia giusto acquistare un altro attaccante o se puntare, con vigore, su di lui. In nemmeno novanta minuti Bohdan Popov ha attirato su di se tutte le attenzioni che non aveva mai avuto. In tanti si sono accorti di lui, anche addetti ai lavori che non l’avevano mai visto giocare. Se poi, accanto ai gol e alla prestazione, c’è una storia travagliata da raccontare, allora si ha il perfetto puzzle di cui si nutrono cronisti, tifosi o semplici simpatizzanti.
Di Popov ormai si conoscono più gli aspetti personali che quelli tecnici. La sua storia di “fuggitivo dalla guerra” è già stata ripresa e passata al setaccio, al netto di qualche inesattezza, praticamente da tutti. Ecco perché ci soffermeremo maggiormente sull’aspetto tecnico, su ciò che potrebbe dare alla squadra azzurra. In attesa del ritorno di Pellegri, Pagliuca ha bisogno di un attaccante d’area che sappia dialogare con i compagni e far salire la squadra. Un punto di riferimento, insomma, che permetta gli inserimenti di mezzali e/o trequartisti. In questo senso Popov è un calciatore ideale: sa difendere il pallone, sa essere altruista ma anche pensare al tiro in porta. Un attaccante moderno, che sfrutta il fisico ma che non è solo fisico.
Anche dal punto di vista prettamente caratteriale Popov ha le doti giuste. Tutti i suoi allenatori nelle giovanili lo hanno elogiato per la serietà e la dedizione e non è un caso che l’attaccante abbia bruciato le tappe divenendo un punto fermo, anche sotto età, della formazione Under 20. Va ricordato, infatti, che lo scorso anno in Primavera 1 Popov era quasi costantemente titolare (lo è stato anche nel playout contro il Bologna, salvo farsi male dopo pochi minuti) nonostante avesse due anni di meno dei suoi colleghi (potevano giocare i 2005).
Tutto lascia pensare che Popov abbia bruciato nuovamente le tappe e sia pronto per un campionato da protagonista. Andiamoci piano, però, perché se le qualità sono indubbie, Popov rimane un diamante grezzo che va gestito nella maniera più consona. Riversare su di lui le aspettative di un’intera stagione potrebbe rivelarsi, alla lunga, controproducente. La sfera di cristallo non ce l’abbiamo e chiaramente la società si muoverà come meglio crede. Ma a questo punto, dopo la giusta ribalta, è arrivato il tempo di lasciare tranquillo Popov. Ha tutto il tempo di dimostrare quanto vale, in questo senso la piazza azzurra è la migliore perché permette a un giovane di esprimersi al meglio e talvolta anche di sbagliare. Deve pensare solamente ad allenarsi con la stessa serietà e lo stesso impegno di sempre, senza fare voli pindarici. Il resto, d’altronde, ce lo dirà il futuro.
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