Notizie

Curva Ospiti | I tifosi del Padova

0 0

A cura di Claudio “Freccia”

Gruppo principale: Ultras Padova.

Altri Gruppi/compagnie esistenti: Appartenenza Biancoscudata, Educazione Padovana, Camposampero Hangover Biancoscudata, Padova 1910 Este, Provincia Agitata, Padova 1910 Amissi, Bassa Padovana, Padovani, Ad Honorem Civitatis, Biancoscoppiati, Pantere Security, Campodarsego, Luppoli Scudati.

Curiosità: -In un comunicato congiunto firmato Appartenenza Biancoscudata, Ultras Padova e Educazione Padovana, del 18 luglio 2025, viene reso noto che tutti i Gruppi rientreranno all’’Euganeo’ quando vi sarà un settore dedicato, prima la nuova “Fattori” poi la Curva Sud, e gli abbonamenti non verranno sottoscritti ora ma solo in concomitanza dell’apertura di cui sopra. Un anno fa, di questi tempi, veniva comunicata la sofferta ma ponderata decisione di non abbonarsi, disertando tutte le partite del Padova allo stadio ‘Euganeo’, scelta forte, sofferta, ma quanto mai consapevole. In tema stadio, per amore del Biancoscudo, hanno sempre mandato giù bocconi amari, consapevoli di esser di fronte a una struttura fatiscente, esteticamente orribile, mai pensata e ragionata per il calcio, priva di servizi minimi adeguati e di collegamenti alla città. Svanito il miraggio “Plebiscito”, altro impianto cittadino utilizzato per il rugby, molto più raccolto e a misura d’uomo, il quale forse sarebbe risultato la soluzione migliore per il Calcio Padova e i suoi sostenitori. Poi, senza perdersi in una triste quanto tragicomica escalation di colpi di scena burocratici e giudiziari, guarniti da prese per il culo di mezza Italia, i tifosi si sono resi conto d’aver raggiunto davvero il capolinea, un punto di non ritorno. Una curva bloccata, adibita a cantiere a cielo aperto sotto sequestro, con tempistiche di conclusione dei lavori lanciate a caso come dadi, e una Tribuna “Fattori” settore obbligato degli ultimi anni, in cui bene o male la tifoseria era riuscita a creare uno zoccolo duro ed un discreto entusiasmo. E la Società? Eternamente distante, asettica, indisposta al grido di aiuto degli ultras, che si rendono conto di non essere ormai altro che dinamiche obsolete, superate a favore di un mondo che viaggia verso una direzione totalmente aziendalista, in cui la loro figura è confinata a quella di clienti utilizzatori. Durante la stagione 2024/25 sono state attivate varie forme di protesta da chi, praticamente quasi tutti i padovani e in particolare gli ultras, considera lo stadio “Euganeo” non degno di una piazza come Padova. Lo stadio attuale è particolarmente odiato dalla tifoseria padovana, ma si può dire dall’intera città. In un anno intero si è visto di tutto, si sono visti additare di non voler bene al Padova, li hanno invitati a rimanere fuori per sempre quando la squadra senza di loro andava bene, salvo poi implorare il loro rientro quando la cacca galleggiava ad alta marea. Si sono imposti di tenere duro perché convinti che solo un’azione di rottura così audace avrebbe obbligato tutti ad affrontare il tangibile, eterno problema ‘Euganeo’ e aprire gli occhi su questa barzelletta di struttura. Ad oggi, seppur distanti da quella che dovrebbe essere la normalità, vediamo dei passi avanti: i lavori sono ripartiti e abbiamo una data certa della loro finei. Nel contempo, appare concreta la creazione di un settore popolare, in zona ex Tribuna “Fattori”, che consentirebbe di fare il tifo con un minimo di senso. Gli ultras sentono il dovere, rivolgendosi anche ai tanti giovani e giovanissimi che si sono avvicinati a tale comunità e maglia, di scrivere una nuova importante pagina di una tifoseria che ha sopportato davvero tanto ma che forse inizia a vedere un po’ di luce, consapevoli che la battaglia non sia finita si riservano qualsiasi tipo di nuova protesta, anche clamorosa. Lo stadio fa ancora schifo e gli ultras non intendono abbassare la guardia, pretendendo sincerità, serietà e rispetto. -Il Calcio Padova è tornato in Serie B al termine di una sfida estenuante, all’ultimo punto, con il L.R.Vicenza, il 25’aprile 2025. Un risultato atteso dalla città: la festa è esplosa in centro, il pullman della squadra è passato tra due ali di folla, in mezzo a tanta gente in delirio tra bandiere e fumogeni. La tifoseria organizzata è rimasta fuori dall’’Euganeo’, tenendo la barra dritta, realizzando iniziative concrete a supporto delle sue ragioni, riempiendo e colorando tutti i settori ospiti del girone, facendo quadrato attorno alla squadra nei momenti di difficoltà. Una promozione meritata quindi per chi è senza casa da 30 anni. -In questi ultimi mesi l’instancabile gruppo di volontari ha portato con entusiasmo i valori dell’associazione Puzzle nelle scuole e nelle realtà del territorio. -Il 21 giugno 2025 è andata in scena una partita di solidarietà: in campo le glorie dello spareggio per la Serie A e i protagonisti della promozione dalla Serie D. Una partita del cuore con lotteria finale: in palio le maglie celebrative indossate negli anni dai nomi più famosi del Padova. Grazie alla generosità dei tifosi sono stati raccolti 1.800 €. che andranno a sostegno dei progetti della Pediatria di Padova. -Sabato 31 maggio 2025 è andato in scena “Appiani in festa”. Nel programma, tra le varie cose, Mostra Maglie Storiche, Aperitivo Biancoscudato, Rock Night, Presentazione dell’interessante libro “Chi tifa prega due volte”. -Il 17 maggio scorso si è svolto il Weekend Biancoscudato. La “Favelas”, casa degli ultrà, è operativa per Padova-Virtus Entella, valida per la Supercoppa di Serie C, con birra e cucina. Festeggiamenti postpartita con squadra e staff. -Grande esodo di 2.000 cuori biancoscudati in un tripudio di bandiere a Trieste, ripetuto a Lumezzane all’ultima giornata, dove è potuta partire la festa. -Nell’aprile 2025 la comunità padovana piange un volto storico del tifo cittadino, baluardo della padovanità, vero cuore Biancoscudato, il mitico Sivori. Mentre il 18 marzo 2024 era scomparso un altro volto conosciuto, Ricky. -Sabato 15 febbraio ’25 il popolo padovano è chiamato a raccolta per sostenere i ragazzi durante la rifinitura prima del derby col Vicenza. La sfida coi biancorossi del giorno dopo è sicuramente la partita dell’anno, visto il blasone di entrambe le società e il valore delle tifoserie. L’ambiente al “Menti” è carico, l’adrenalina a mille, il colpo d’occhio davvero notevole. I padovani organizzano una bellissima coreografia, con un telo centrale e tante bandiere biancoscudate a contorno. Il tifo è di grande livello, con cori forti che si alternano a quelli vicentini. Il Padova va sotto, ma quando tutto sembra perduto, oltre il 90° arriva il pareggio che fa letteralmente esplodere il settore ospiti. I vicentini espongono la pezza “Padovani merda dell’Euganeo”, parafrasando quella esposta dai biancoscudati “Euganeo merda di Padova”. -Il 29 gennaio scorso la città si risveglia vestita di 115 poster celebrativi. Con questa azione notturna i ragazzi della curva omaggiano l’anniversario della nascita del Biancoscudo, avvenuta nel 1910. Ritrovo per far festa presso l’enoteca Santa Lucia, colorate le vie del centro. -Ogni volta che rientrano ragazzi da diffide vengono omaggiati da degli striscioni. Esposto fuori lo stadio nell’agosto 2024 lo striscione “Senza scorta, senza paura, senza rimorsi. Diffidati Padova nessuna resa!”. -Gli Ultras e l’Associazione Sportiva Vecchio Appiani il 2 gennaio 2025 han consegnato all’Ospedale pediatrico di Padova, il materiale didattico e ludico raccolto durante il mese di dicembre nelle partite casalinghe con Triestina, Atalanta U.23 e Lumezzane. -Da sabato 21 settembre 2024 inizia il progetto “Padovani on tour”, che periodicamente tocca le realtà di provincia con aperitivi e varie iniziative, durante la stagione 24/25. Iniziativa volta a creare aggregazione ed a rinvigorire la presenza del tifo fuori dalle mura cittadine. -Il 15 giugno 2024, al vecchio stadio “Appiani”, mai troppo rimpianto e praticamente l’unico riconosciuto dai padovani, a distanza di 30 anni dall’impresa, serata speciale per commemorare la storica promozione in Serie A nello spareggio di Cremona. La giornata è a scopo benefico: al termine di una partita puramente commemorativa, le repliche delle maglie vengono messe all’asta, col ricavato a favore dell’Ospedale pediatrico di Padova.     

Politica: Nettamente destroidi.                     Settore: Tribuna Fattori.

Un po’ di storia: Il movimento ultras a Padova attecchisce piuttosto tardi, verso la fine degli anni ’70. Nel 1979 nasce il primo gruppo ultras, il “Magico Padova”, per opera di Francesco Zambolin, meglio noto come “Sivori”, scomparso da poco. Nel 1981 nascono i “Leoni della Nord”. Due anni dopo nasce lo storico gruppo degli “HAG – Hell’s Angels Ghetto”, che per vari motivi non esiste più, fondendosi nel tempo con altri gruppi. Nel 1995 nasce la “Juventude PD”, nel 2001 nascono l’”ACP 1910” e il “Fronte Opposto”. Importante nel 2014 la nascita di “Educazione Padovana”, che nel 2024 ha festeggiato i dieci anni di attività. Nel 2016 nascono gli “Ultras Padova”, attuale gruppo guida. Negli anni pionieristici si ricordano anche i “Ragazzi della Nord” e gli “Ultras”. Il resto è storia dei giorni nostri.

Amicizie: Palermo: i primi contatti nel 1983/84, gemellaggio che non si fonda solo sulla politica ma è ben radicato e coinvolge le due intere tifoserie. Nasce da una vacanza di 5 ragazzi padovani in Sicilia, che conobbero casualmente alcuni ultras rosanero, appartenenti ai Commandos Aquile, con cui strinsero amicizia. Il 20 novembre 1983 a Padova nasce un rapporto di forte rispetto grazie a questi “contatti estivi”, ma ancora non si poteva parlare di gemellaggio. Quello fu l’unico incontro in tutti gli anni ’80 tra le due squadre, che si ritrovarono di fronte dopo tanto tempo nella stagione 1991/92 e, anche se le cose erano cambiate all’interno delle due curve, furono proprio alcuni ragazzi della “nuova generazione”, quelli di Piazza Cavour, a riprendere i contatti coi rosanero, memori dell’amicizia nata anni prima. L’8 dicembre ’91 all’Appiani, nasce ufficialmente, dopo anni di “fidanzamento”, il gemellaggio ufficiale coi siciliani. Nel maggio 1994, ultima gara del Padova all’’Appiani’, bandierine biancorosse nel settore riservato ai tanti tifosi rosanero e sciarpe del Palermo nella Nord padovana, per una strana varietà cromatica. Negli ultimi tempi la tifoseria veneta ha stretto una forte amicizia coi tifosi dell’Ascoli e con gli inglesi del Leeds. Altri rapporti di amicizia non ufficiali ci sono poi con le tifoserie di Torres e Varese.

Ex-gemellaggi: Modena: con gli emiliani nell’81, in occasione di un match all’’Appiani’, nasce forse il primo gemellaggio ufficiale degli ultras padovani, quando le due tifoserie scesero in campo sventolando i propri vessilli in segno d’amicizia. Il rapporto però durò molto poco, per trasformarsi, dal 1985/86, in una feroce ma sempre leale rivalità, anche perché, poco dopo, i padovani strinsero amicizia coi bolognesi e i canarini coi veneziani, acerrimi rivali dei padovani. Bologna: importante rapporto risalente al 1984. Per capire quanto il legame fosse profondo basti pensare che Padova-Bologna è tutt’oggi considerato il legame più forte mai avuto assieme a quello coi palermitani. Ebbe inizio dai rapporti cordiali che alcuni vecchi ultras degli Hell’s Angels Ghetto avevano coi bolognesi, anche per la comune rivalità verso i vicentini, e per anni le due tifoserie si scambiarono visite e aiuti in occasione dei vari derby e trasferte dei rossoblù a Vicenza. Il rapporto rimane vivo fino a fine anni ’90. Nell’87/88, 5mila padovani invadono Bologna per rinnovare il gemellaggio, rinnovato poi l’ultima volta nel 91/92. I vecchi del Ghetto legati ai bolognesi, passano la mano ai giovani di Piazza, che al contrario legano coi palermitani. Quell’anno classico giro di campo coi bandieroni, ma qualche gruppo bolognese (Mods in primis, ma anche parte dei Forever Ultras) e diversi padovani della nuova generazione iniziano a storcere il naso. La storica amicizia inizia a scricchiolare, per sciogliersi definitivamente dopo pochi anni, e gli “incontri ravvicinati” avuti coi rossoblù nel 1993 in Coppa Italia sotto la curva bolognese e due anni più tardi in un autogrill, padovani di ritorno da Napoli e loro da Salerno, non fanno altro che accentuare la rottura. Si perdono nella notte dei tempi le amicizie con Civitanovese (anni ’70) e Campobasso (primissimi anni ’80).

Rivalità: Vicenza: ora è quella che sentono di più. I berici sono forse i più odiati, ma nei primissimi anni c’è una sorta d’amicizia, visto che il Padova arranca in C2 e il Vicenza lotta addirittura per il titolo in A (1978/79), e capita che qualche padovano si rechi al “Menti” per vedere da vicino la Serie A. Nasce così un certo rapporto con loro, che iniziano a contraccambiare le visite facendosi vedere talvolta all’’Appiani’, mettendo a disposizione la loro maggiore esperienza. Tuttavia la cosa non piace a tutti e nascono i primi problemi, fino a un Vicenza-Juve del ’79, quando alcuni biancoscudati si presentano al ‘Menti’ fianco a fianco agli juventini, cosa che non sfugge ai diretti interessati, che in un Padova-Venezia disputatosi poco dopo, si uniscono ai lagunari. E’ l’inizio della rivalità, ben presto una delle più sentite, anche se in tali anni, il confronto vicentini-padovani è assolutamente improponibile. I primi, in un Padova-Vicenza dell’82, occupano la curva di casa, costringendo i padovani nel settore ospiti: una vera e propria invasione di curva. Lo striscione “Ultras”, prima che dai parmensi, viene rubato dai vicentini in un Vicenza-Pd 82/83 ed è l’unico perso in scontri, negli anni ’80, dai padovani, ancora acerbi al cospetto della tifoseria vicentina. Comunque se lo riprendono quando uno degli Hell’s riesce a procurarsi le chiavi del magazzino vicentino, portando via anche lo striscione “Vigilantes”, ma si vendicano recuperando lo striscione qualche settimana dopo, ricambiando la visita e portandosi via anche “Hell’s Angels Ghetto”, esposto in Sud e riesposto 14 anni dopo, quando scatena una rissa tra giovani, ignari dello smacco, e anziani padovani, “Collettivo”, “Hooligans”, “Alcool”, “Trips” e “Navajos Cavese”, dato poco dopo ai napoletani. Si salva solo “Leoni della Nord”. Nell’87/88 nuova visita ai vicentini: trafugato lo striscione “Vigilantes”. Questi però decidono di rompere gli schemi andando a riprendersi lo striscione di persona in un Pd-Messina: si mischiano al pubblico e a fine gara vanno sotto la curva di casa a cercarli, per poi caricarli. Sono attimi di tensione in un fuggi-fuggi generale, coi padovani che si riorganizzano: nel parterre per alcuni minuti succede il finimondo. Nel marzo ’94 derby violento all’’Appiani’, coi padovani che perdono la testa quando vedono bruciare lo storico striscione “H.a.g.” in curva ospiti: partita sospesa e incidenti prima durante e dopo gara: 90 diffidati e decine di fermi tra gli ultras di casa. Venezia: una delle rivalità più sentite, campanilistica, forse la più sentita dopo Vicenza. Agli inizi del 1987/88 si disputa Pd-Lazio e un gruppo di ultras del Veneziamestre si unisce ai biancoblù, ma negli scontri del dopopartita si imbattono in un gruppo padovano e perdono lo striscione “Brigate Arancioneroverdi”, che viene bruciato in un derby a Padova. A partire dai primi anni ’90 si inasprisce la rivalità, ci sono i primi incidenti. Nell’87/88 in un Venezia-Triestina, giocato a Mestre, influiscono le amicizie personali: un gruppetto di padovani, legati al Fronte della Gioventù, seguono la partita coi triestini, accomunati dalla stessa fede politica, mentre altri padovani, più vecchi e non di destra, vanno con gli unionisti. Nel postpartita per poco le due “fazioni” padovane, l’una a l’insaputa dell’altra, non finiscono per darsele. Un anno i lagunari per Padova si muovono in 1.600 lasciando diversi segni sulle auto in sosta durante i due cortei. Diversi scontri si susseguono negli anni, come nel 2006 a un’autogrill. Incidenti gravi, da “bollettino di guerra”, anche nel gennaio 2007: 20 lacrimogeni sparati dalla polizia per disperdere i circa 100 supporters biancoscudati, trenta minuti di violenza e follia con denunce a carico di diversi ultras. Triestina: il derby del Triveneto è sempre stato parecchio sentito dalle due parti. Il tutto ha inizio in un Triestina-Pd 81/82, visto che la settimana prima viene caratterizzata dalla tensione per l’invio di alcune lettere anonime, contenenti minacce e riferimenti al movimento “Autonomia Operaia”, firmate Ultras Padova, a un giornale di Trieste. Le lettere però non sono opera di ultras padovani, ma furono prese sul serio dagli alabardati, una delle poche tifoserie schierate a destra fin dalla loro nascita. Quel Triestina-Pd viene ricordato per scontri pre e postgara, che vedono coinvolti tanti padovani. I “Leoni della Nord” si trovano a dividere il posto con gli Ultras Trieste, in un’epoca in cui ancora non ci sono i settori-ospiti e le tifoserie sono mescolate, e si devono difendere dalle aggressioni dei giuliani, finché non vengono portati dalla celere in un altro settore dello stadio. Da quel giorno, e per molti anni successivi, ogni incontro, viene segnato da gravi incidenti. All’’Appiani’ nell’82/83, le tifoserie, entrambe in Nord, se le danno di santa ragione. Incidenti piuttosto cruenti anche nell’84/85 a Padova, con battaglia celere-padovani. Scazzottata vecchio stile a Padova nel 1990. Nei primi anni ’90 alcuni ragazzi padovani cominciano a raccogliere la neve caduta abbondante, e a bersagliare il portiere ospite, ma la cosa, partita un po’ per gioco, degenera, così la celere decide di entrare nel parterre di curva, scatenando la reazione degli H.a.g. Sugli agenti si abbatte di tutto, un ragazzo finisce in coma colpito da una manganellata e altri 8 in Questura. Scontri a Trieste anche nel dicembre 2000, molto pesanti, succede il finimondo. Udinese: tafferugli gravi fin dalla fine degli anni ’80. In un derby dell’epoca succede un gran casino e viene sottratto ai friulani il bandierone della “Brigata Ultrà”. Nel 90/91, nello scontro diretto all’’Appiani’, si presentano tremila friulani. Dentro lo stadio le due tifoserie si beccano di continuo e al triplice fischio in circa 200 riescono a raggiungere il cancello che divide la gradinata dal settore ospiti e per 5 minuti vola di tutto, aste, cinghie, pugni, finché non interviene la celere che carica i padovani. H.Verona: i primi scontri si perdono nella notte dei tempi, addirittura nel 1921: le cronache dell’epoca parlano di rivoltellate (molte in aria) e scene di guerriglia. Nello spareggio col Trento a Verona del 1980, i veronesi seguono la partita, non avendo una linea comune come spesso succedeva in quegli anni, un po’ coi padovani e un po’ coi trentini. Vola qualche cazzotto ma niente di serio. Ora l’astio si è molto annacquato visto che le due squadre sono state tanti anni senza incontrarsi e che è nata un’amicizia tra coloro che seguono la Nazionale Italiana. La rivalità rimane comunque molto sentita dai “vecchi”. I primi “contatti” si hanno nell’estate ’84 all’’Appiani: al tempo molti tifosi padovani tifano Milan, qualcuno indossa materiale delle “Brigate Rossonere sez. Veneto” e i veronesi presenti in Nord non gradiscono per niente. I malumori si trascinano fino all’amichevole successiva, quando una 50ina di gialloblù della “Gioventù Scaligera”, dal momento che il Padova vince 5-0, prendono diversi insulti in Nord. Qualcuno fece cori a favore del Milan, complice l’alcool, di scherno ai veronesi, che a fine primo tempo effettuano il giro dello stadio ed entrano in Nord, causando una gigantesca rissa sugli spalti. Nel 90/91 solo un imponente servizio d’ordine evita il peggio a Padova. I padroni di casa forzano un cancello insieme ai gemellati bolognesi, i veronesi fanno altrettanto riversandosi in massa verso i malcapitati padovani. Interviene la celere che fatica non poco a rispedire gli scaligeri nel loro settore. Dopo la gara caccia alle auto targate Verona. Derby di ritorno caratterizzato da assalti dall’una e dall’altra parte, respinti a fatica dagli agenti. Treviso: ad inizio anni ’80 i padovani subiscono una battuta d’arresto con loro, che a quei tempi erano gemellati coi vicentini, che in un match a Treviso si presentano in massa, e i padovani mantengono un profilo basso. Ma in un Treviso-Sanremese del 1983 un manipolo di ultras padovani a fine gara fa irruzione nella curva di casa, sfonda il magazzino della Nord e trafuga lo striscione “Hooligans”, con al centro il Che Guevara, al tempo il principale dei trevigiani. Avviene una fitta sassaiola con intervento della celere, molti padovani finiscono la domenica in Questura ma lo striscione è ormai loro. Viene poi riadattato per evitare discussioni politiche, l’icona viene oscurata con una Union Jack e lo striscione diviene uno dei più caratteristici della tifoseria padovana del periodo. Atalanta: nell’88 tremila orobici invadono Padova con ogni mezzo. Gli H.a.g. presidiano la zona-stadio fin dal mattino. Sembra andare tutto liscio anche nello stadio, finché qualcuno non si lascia andare a cori di sfottò per la loro eliminazione dalla semifinale della Coppa delle Coppe ad opera del Malines: gli atalantini schiumano rabbia cominciando a tirare di tutto. Le forze dell’ordine a fine gara non provano neanche a fermare la muraglia di atalantini che passa sotto la Nord, quasi tutti sono venuti in macchina e devono passare di lì. La disparità delle forze fa sì che i bergamaschi facciano irruzione nella curva ormai vuota, spazzando via le flebili resistenze padovane. Una debacle senza attenuanti, ricordata e citata dai “reduci” per molti anni. Una 30ina di ospiti viene intercettata, qualche cane sciolto la paga, ma ciò non mitiga il senso di sconfitta e frustrazione di quel giorno. La stagione 91/92 offre però la rivincita ai padovani, in Coppa Italia, coi bergamaschi che sottovalutano la situazione e transitano sotto la Nord, subendo però le cariche. Un carabiniere interviene per sedare gli animi e riceve una catenata in pieno viso, mentre lo striscione da trasferta “Brigate Nerazzurre” viene salvato per poco dal ragazzo che lo portava nello zaino. Cremonese: rivalità datata e piuttosto sentita; scontri nell’88/89 quando un manipolo di grigiorossi e gemellati vicentini, a Padova, diretti verso la Nord, fanno nascere un parapiglia; vola qualche bella astata. Rissa a un autogrill a fine 2007, dove, ad avere la peggio, è un cremonese operato d’urgenza per l’asportazione della milza. L’indagine porta all’arresto di 10 ultras padovani, di cui 7 ai domiciliari. Uno di loro si dice completamente estraneo alla vicenda, ha fatto 15 giorni di carcere con la faccia sbattuta su tutti i giornali, vedendosi così rovinata la carriera d’avvocato. “Cremona invasion” nel ’91 (non lo spareggio col Cesena, sempre a Cremona, 3 anni dopo): fermento e fibrillazione incredibile in città per quella gara, col Padova in piena lotta per la A; i padovani disfanno completamente le carrozze dei treni speciali e i due cortei, andata e ritorno, mettono a ferro e fuoco un intera città: decine di auto fracassate, ribaltate, su cui saltano gruppi di ragazzi, vetrine in frantumi, con gente che dalle finestre, impotente, piange vedendosi deturpare i loro beni. All’arrivo allo stadio scontri con le avanguardie cremonesi (e vicentine), che presto si ritirano, poi cariche delle f.d.o., con arresti e un ragazzo che finisce dietro le sbarre per aver steso con un pugno un carabiniere. Una volta a Padova treno ridotto a ferrovecchio. Catania: scontri allo stadio “Euganeo” provocati dai tifosi etnei che nell’intervallo dell’andata della finale di Coppa Italia di Serie C Padova-Catania, di martedì 19 marzo 2024, invadono il terreno di gioco dirigendosi verso il settore padovano, lanciando fumogeni verso essi, stranamente piuttosto sorpresi dall’azione etnea. Molti di loro vengono arrestati. Il clima dopo il terribile intervallo che ha visto una 60ina di ultras catanesi uscire dal loro settore ed assaltare la Tribuna era a dir poco surreale. Dalla stessa Tribuna c’è chi si è difeso o si è opposto al furto degli striscioni. Uno in realtà i catanesi erano riusciti a prenderlo ma non era uno striscione dei Gruppi ultras ed è stato in qualche modo restituito, lanciato oltre le barriere sotto la Curva Nord. Otto gli agenti della Digos rimasti contusi. La finale di ritorno a Catania è stata giocata a porte chiuse. Spezia: incidenti e molti contatti tra le due tifoserie negli anni. Spal: più o meno la stessa cosa. Mestre: gravi incidenti nel febbraio 2001, Padova in C2 che lotta testa a testa col Mestre. I mestrini provocano fin dall’inizio con lo striscione “Profeta uno di noi”, noto serial-killer dell’epoca che agiva a Padova ma era di Mestre. Tensione molto alta a fine gara coi padovani arrabbiati per la sconfitta, una decina di loro tenta di forzare un cancello trovando la polizia schierata, che carica e lancia diversi lacrimogeni, che non sono i soliti lacrimogeni ma quelli al gas CS, che verranno adoperati poi al G8 di Genova a luglio (i padovani fanno da cavie). Dei ragazzini smontano letteralmente i bagni, lanciando rubinetti e lavandini verso la polizia messa all’angolo. Alla fine non tutti i 600 giunti in treno sono alla stazione, ma le f.d.o. non fanno ritorsioni non vedendo l’ora di mandare la gente a casa. Brescia: dapprima vi è una sorta di “simpatia”, infatti in un Vicenza-Brescia del 1985 alcuni padovani seguono la partita coi lombardi e alla fine sembra nascere qualcosa. Nell’87 sono i bresciani a rompere gli indugi mandando a quel paese i padovani. Nel 91/92 tanti i bresciani a Padova, di cui una 50ina fa una bella “azione”, staccandosi dal corteo, presentandosi per un faccia a faccia davanti alla Nord: ottima figura, poi i padovani hanno la meglio perché di più; arrivano i “blu” a blindare gli ospiti. Pistoiese: nel settembre ’98 presenti 200 veneti accolti da scritte sgrammaticate come “Padoda merda” e “Setore ospiti”. Il settore costa 18mila lire, tante per l’epoca, e cominciano le trattative, coi “blu” assopiti i padovani si ritrovano vicino al settore arancione. Ne segue una battaglia celere-ospiti. Vengono arrestati due padovani. Ricominciano le trattative per il biglietto serrate, un caricone spinge tutti verso l’ingresso, alcuni entrano senza pagare. Arrivano rinforzi a fine gara, qualche padovano non vuol partire finché non liberano i due ragazzi portati in carcere: non c’è niente da fare. I pistoiesi partecipano al riconoscimento dei due arrestati. Tutti convinti che non ci siano telecamere, in seguito arriva a Padova una vagonata di diffide. Pescara: sono fraterni gemellati coi vicentini e tanto basta per considerarli acerrimi nemici. Nel tempo avvenuti alcuni incidenti tra le due tifoserie, come nel 90/91 a Pescara. Cesena: una delle rivalità più vecchie, numerosi i faccia a faccia. Genoa: rivalità storica, acuita dopo lo spareggio-salvezza di Firenze del 94/95, in cui viene esposto lo striscione rubato ai genoani “7 settembre 1893”. Scontri e sassaiola nell’88/89, viene intercettato un gruppetto con lo striscione “Vecchia Fossa”, i rossoblù non si tirano indietro, ma vengono condannati dai numeri. Chi ha lo striscione è bravo a tener duro fino all’arrivo delle f.d.o. Parma: non poche tensioni già a metà anni ’80, il primo striscione “Ultras” viene trafugato dai parmensi. Nuovi scontri a metà anni ’80, con gravi incidenti e scene di guerriglia urbana. A fine gara circa 200 padovani ingaggiano una dura battaglia coi “blu”. Bilancio: 40 fermati, un celerino con una gamba fratturata, pullman parmense completamente distrutto. Gli emiliani escono solo alle 21, ma non tornano a mani vuote perché i padovani nella fretta di uscire dallo stadio lasciano appeso lo striscione “Commando Ultrà Curva Nord”, così gli ospiti approfittano della situazione per scavalcare e prenderlo. Scontri a Parma nel 1988/89, provocati dagli emiliani. Pisa: rivalità storica fin da metà anni ’80. Carrarese: scontri molto forti a Carrara nel settembre 2001. Legnano: scontri violenti tra ultras nel febbraio 2001 a Legnano. Lazio, Avellino, Napoli, Trento, Modena, Piacenza.

L'articolo Curva Ospiti | I tifosi del Padova proviene da PianetaEmpoli.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored