Once upon a time
O per i meno angolofoni del gruppo “C’era una volta”.
Iniziavano così tutte le fiabe che hanno accompagnato la mia infanzia. Racconti dove il bene vinceva sul male anche se dopo giri lunghi e tortuosi, spesso pieni di sofferenze.
Le stesse sofferenze che ormai accompagnano il tifo milanista da 3 anni a questa parte.
E chi doveva dircelo che quel 2022 invece di essere un trampolino di lancio verso un nuovo ciclo che potesse segnare l’egemonia incontrastata quanto meno in terra italica sarebbe invece diventato il canto del cigno di una squadra e di sogni da tifosi uccisi nella culla?
Stamattina un amico ha mandato in una chat di gruppo, non so nemmeno io (e probabilmente manco lui) perchè, un video breve che riepiloga quella che da molti è stata definitiva come la partita perfetta del Milan di Ancelotti: Milan – Manchester United 3-0 del 2 Maggio 2007.
Io di quella partita, nonostante siano passati 18 anni, ho ricordi vividissimi, come se l’avessi vista ieri sera. Annichilimmo il Manchester United di un, seppur giovane, CR7.
Nonostante anche gli inglesi ebbero qualche occasione, giocammo da padroni del campo e del gioco. Ricordo ancora i due lampi di classe di Seedorf e Kakà squarciare una notte piovosa e buia e illuminare la Scala del Calcio per l’ultima volta.
Anche se si parla maggiormente di quella partita, non sfigurammo nemmeno all’andata, in casa degli inglesi. Demmo battaglia e perdemmo 3-2 solo per un sfortunato goal di Rooney nel finale.
In realtà quella squadra stava esprimendo il suo canto del cigno, visto che quelle sarebbero state le ultime apparizioni degne di nota del nostro Milan in Europa.
Dopo la finale di Atene molti lasciarono il Milan e per noi iniziò un periodo buio inframezzato da due scudetti e troppe annate deludenti. In mezzo a tutto questo il miraggio del 2022 e la speranza di poter tornare a contare qualcosa in Italia e forse in Europa.
Speranza a cui subito furono tarpate le ali, iniziando un percorso che ha toccato il fondo nella scorsa annata e che nonostante gli arrivi di Tare e Allegri sembra continuare a scavare, probabilmente per trovare il petrolio visto che a questa proprietà e dirigenza del lato sportivo non frega più niente.
Se avessero avuto come stella polare il traguardo sportivo non avrebbero in serie licenziato Maldini e Massara, inserito a pieni poteri un AD bocconano pieno di boria, invidia e saccenza e soprattutto non avrebbero sbagliato puntualmente tutte le scelte di campo tra allenatori e giocatori.
E’ notizia di questa mattina che dovremmo esserci per Jashari. Ora, io non conosco il calciatore, magari si rivelerà essere un craque, ma le modalità di trattativa ricordano tristemente il caso CdK ed, a mio avviso, le probabilità che anche Jashari fallisca miseramente sfiorano il 90%.
Oltre alle modalità di trattativa servirebbe che qualcuno chiedesse a questa pletora di incompetenti quale è il senso di prendere Jashari, Modric e Ricci in un centrocampo che annovera già Loftus-Cheek, Musah, Bondo e Fofana; per una squadra che giocherà una sola competizione!
Chi rimarrà fuori dai titolari nel centrocampo a 3 che ha in mente di schierare Allegri?
Servirebbe poi chiedere anche quale è il senso di mandare Adlì ad allenarsi con Milan Futuro quando l’uomo prima, e il calciatore poi, non ha mai avuto comportamenti sopra le righe ed ha sempre accettato qualsiasi destinazione gli si proponesse. Un professionista esemplare trattato come l’ultimo degli appestati.
Stendiamo un velo pietoso su uno dei migliori terzini in circolazione ceduto in Arabia per 25 milioni, quando chiunque in quelle lande viene acquistato per non meno di 50 milioni (chiedere a Bergamo quanto hanno incassato dalla cessione di Retegui).
E per finire, è di un paio di giorni fa la ciliegiona sulla torta: qualcuno dovrebbe spiegarmi quale è il senso di mandare Sportiello all’Atalanta, prendere Terracciano dalla Fiorentina e rescindere il contratto di Vasquez!
Ovviamente non c’è un senso, o quantomeno non c’è un senso sportivo. Noi acquisti e cessioni li facciamo solamente se hanno un senso economico (chiaro ovviamente solo all’AD, noi comuni mortali non possiamo di certo capire queste dinamiche così complesse dell’alta finanza creativa).
Eppure sarebbe bastato, nel 2022, fare quello che sta finalmente facendo il Napoli di AdL e Conte: sfruttare un momento di difficoltà delle altre big per instaurare un ciclo e creare una squadra che possa competere per anni.
Il nostro Milan, quello vincente, ormai vive solo nei nostri ricordi. E il periodo che stiamo vivendo più che ad una fiaba con il lieto fine, somiglia ad un incubo di cui non si intravede la fine.
E chissà se stavolta il bene vincerà sul male.