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Mondiale per club, tanti soldi e pochi miracoli: nel calcio mondiale comandano Europa e Brasile | L’analisi

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Europa e Sud-America restano le superpotenze del calcio, non si discute: le 48 partite della prima edizione del mondiale per club a 32 squadre hanno ribadito uno status consolidato. Tra le sedici formazioni approdate agli ottavi, 9 (Real Madrid, PSG, Manchester City, Chelsea, Inter, Juventus, Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Benfica) rappresentano il vecchio continente, mentre le 4 brasiliane (Flamengo, Fluminense, Botafogo e Palmeiras) sventolano la bandiera dell’America meridionale. Le “intruse” sono le centro-americane Inter Miami e Monterrey, mentre l’Al-Hilal di Simone Inzaghi è l’unica asiatica rimasta in corsa. Africa e Oceania sono state spazzate via: tranne la dignitosa partecipazione dei sudafricani del Mamelodi Sundowns, il resto è da dimenticare, anche se i più deboli, i neozelandesi dell’Auckland City, umiliati (10-0) dal Bayern Monaco nel match di esordio, si sono tolti la soddisfazione di pareggiare (1-1) con il Boca Juniors. Gli argentini sono stati la vera delusione del torneo: Boca e River Plate sono stati mediocri e rissosi, nonostante il sostegno colorito del tifo.

I club europei, stremati da una lunga stagione alle spalle, hanno preso sul serio la manifestazione. Il montepremi in palio (860 milioni, tra quota fissa di partecipazione e variabile legata alle partite e alle qualificazioni) offre sicuramente motivazioni molto forti. Il Real Madrid ha già portato a casa 43,55 milioni. Il Manchester City 42,51. Il Bayern Monaco 37,63. L’Inter è a quota 32,35 milioni, mentre la Juventus a 26,94: ossigeno per i bilanci dei due club. Chi solleverà la coppa, si ritroverà 123 milioni in banca: “Il premio numero uno in assoluto del calcio mondiale”, garantisce il presidente Fifa Gianni Infantino. In tema di business, c’è chi guarda però oltre il semplice discorso del montepremi. È il caso del PSG, che sta monetizzando il trionfo in Champions League. Il 5-0 sull’Inter nella finale di Monaco di Baviera ha prodotto un’impennata del 37% della vendita delle maglie, ma nel caso specifico, il club parigino sta cercando di penetrare il mercato statunitense e il 4-0 sull’Atletico Madrid è stato celebrato il giorno dopo da un incredibile incremento del 744%.

Il money è una motivazione fortissima, ma c’è poi il discorso tecnico e l’Europa ha ribadito la sua superiorità. Il Manchester City, unica squadra che ha chiuso a punteggio pieno la fase eliminatoria, è già avanti nel processo di ricostruzione, grazie agli inserimenti dell’ex milanista Reijnders, di Echeverry e di Cherki. Il ritorno di Rodri, reduce da un lungo stop per la rottura del crociato anteriore, ha riportato l’equilibrio mancato nel corso di una stagione chiusa senza trofei. Guardiola ha commentato così il 5-2 sulla Juventus: “Da tempo non raggiungevamo questi livelli. Per noi non è importante conquistare questo Mondiale, ma ritrovarci e oggi abbiamo ritrovato la strada che negli ultimi dieci anni ci ha portato a vincere”. Il Real Madrid ha reagito bene al cambio di guida tecnica. L’avvento di Xabi Alonso ha prodotto qualche novità nello spartito e la delusione in Champions è una buona motivazione per cercare il riscatto al mondiale. Il Real è la squadra che ha giocato di più nel corso della stagione (65 partite, seguono l’Inter a quota 62 e il PSG a 61), ma non sta mostrando segni di usura. Il PSG si è fatto sorprendere (0-1) dal Botafogo, il Bayern è finito ko (1-0) con il Benfica, ma si sono qualificati senza problemi. L’Inter di Chivu ha superato per ora l’esame: non è facile mettersi alle spalle la batosta della finale di Champions, ma il percorso di redenzione è stato avviato. La Juventus ha ricevuto una lezione di calcio dal Manchester City. Tudor, con onestà ammirevole, ha riconosciuto la superiorità dell’avversario, ma il 5-2 potrebbe lasciare strascichi pesanti, considerato anche che all’orizzonte c’è la sfida degli ottavi contro il Real Madrid. Tra le brasiliane, Flamengo e Botafogo hanno convinto di più. Il Fluminense di Renato Portaluppi ha una sua identità: incredibile come un ex giocatore che amava la bella vita sia diventato un allenatore di successo.

Il meteo e le condizioni mediocri di alcuni campi sono la pagina nera del torneo. Bayern Monaco-Benfica è stata giocata con i 36 gradi di Charlotte (Nord Carolina). Cinque gare sono state interrotte per il rischio fulmini. Il Chelsea si è allenato con temperature infernali. Siamo rimasti al mondiale americano 1994, quello del calcio e dei crampi: la Fifa, a parte il cooling break per rinfrescarsi a metà tempo, va avanti per la sua strada. Si gioca a calcio con la pelle dei giocatori, ma nessun Maradona, per ora, fa sentire la sua voce. Sui campi, la critica più incisiva è stata di Luis Enrique, altro ex del mondiale 1994. Dopo il 2-0 sul Seattle Sounders, ha detto: “La palla rimbalzava come un coniglio. Penso che una situazione del genere non si verifichi in un campo NBA”. Luci e ombre sulla partecipazione del pubblico: 80.619 presenze a Pasadena per PSG-Atletico Madrid e appena 3.412 per Ulsan-Mamelodi Sundowns. In totale, ben 10 partite su 48 hanno registrato meno di 15mila spettatori. Un dato che fa riflettere.

PROGRAMMA OTTAVI
Palmeiras-Botafogo (28 giugno), Benfica-Chelsea (28 giugno), Psg-Inter Miami (29 giugno), Flamengo-Bayern (29 giugno), Inter-Fluminense (30 giugno), Manchester City-Al Hilal (1 luglio), Real Madrid-Juventus (1 luglio), Borussia Dortmund-Monterrey (2 luglio).

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