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Calcio, inizia l’era da CT di Gennaro Gattuso: “Spero di essere all’altezza, è un sogno che si avvera”

Inizia oggi in maniera ufficiale l’era di Gennaro Gattuso da commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio: con la presentazione ufficiale alla stampa da parte della FIGC comincia la rincorsa degli azzurri alla qualificazione ai Mondiali 2026, impresa ardua da ottenere senza dover passare dagli spareggi.

Gattuso esprime l’emozione nell’aver ricevuto la chiamata in azzurro: “Questo è un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza. So che il compito non è facile, ma di facile nella vita non c’è nulla. Io e io mio staff sappiamo che c’è tanto da lavorare, ma c’è la consapevolezza di poter fare un grandissimo lavoro. C’è da lavorare, da andare in giro e parlare coi giocatori per entrare nella loro testa. Sento dire da tanti anni che non c’è talento, ma io penso che i giocatori ci siano, dobbiamo solo metterli nella condizione di farli esprimere al massimo. L’obiettivo è riportare l’Italia al Mondiale, per noi e per il nostro calcio è fondamentale“.

La ricetta del nuovo CT dell’Italia: “Dobbiamo ritrovare l’entusiasmo, non pensare in modo negativo. Chi viene a Coverciano deve arrivarci con entusiasmo, creare una famiglia credo sia la cosa più importante. Oltre alla tecnica ed alla tattica dobbiamo ritrovare quel gruppo che per tanti anni ci ha contraddistinto nel mondo“.

Il tecnico è convinto dei mezzi dell’Italia: “La convinzione di avere a disposizione giocatori importanti, 4-5 giocatori di questo gruppo sono tra i primi dieci nei loro ruoli, però, ripeto, squadra, non singoli giocatori. Sono convinto che la squadra abbia dei valori e che si possa raggiungere l’obiettivo. Quando Buffon e Gravina mi hanno chiamato non ho esitato un istante, credo che abbiamo le doti per raggiungere l’obiettivo“.

Gli aspetti da migliorare nel calcio italiano: “Quest’anno in Serie A c’era il 68% di giocatori stranieri e questo dato deve farci riflettere. A livello di settore giovanile è stato fatto un grande lavoro, ma dopo l’Under 19 i calciatori si perdono un po’. Quest’anno all’Hajduk Spalato giocavo con 2005, 2006 e 2007. Dobbiamo dare spazio ai giovani. Stare fuori due volte dal Mondiale non è semplice, per questo motivo dobbiamo ritrovare entusiasmo, perché con la paura non si va da nessuna parte“.

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