Inchiesta Doppia Curva, condannati a 10 anni i capi ultras Beretta e Lucci
Dieci anni di reclusione per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista e collaboratore di giustizia, imputato per aver ucciso Antonio Bellocco, anche lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di ‘ndrangheta, e per associazione a delinquere con aggravante mafiosa. E dieci anni di carcere anche per Luca Lucci, capo della Curva Sud milanista imputato come mandante del tentato omicidio dell’ultrà Enzo Anghinelli e di associazione per delinquere. Sono due delle condanne emesse dalla gup di Milano Rossana Mongiardo nel processo abbreviato con più filoni sulle curve di San Siro.
Le altre condanne
Con la sentenza la giudice ha inflitto pene per un totale di circa 90 anni di carcere. Tra gli ultrà della Sud rossonera sono stati condannati anche Alessandro Sticco, a 5 anni, Fabiano Capuzzo, a 4 anni e 4 mesi, Islam Hagag, a 3 anni e 4 mesi, così come Luciano Romano. Tra gli ultrà della Nord interista sono stati condannati anche Renato Bosetti, a 4 anni, Giuseppe Caminiti, a 5 anni e legato, stando alle indagini, alla ‘ndrangheta, Gianfranco Ferdico, padre di Marco, a 4 anni e 8 mesi, Christian Ferrario, a 6 anni, presunto “custode” dell’arsenale di armi di Beretta e della curva. E ancora 5 anni per Francesco Intagliata, 4 anni per Mauro Nepi, 4 anni e 8 mesi per Matteo Norrito e 2 anni, pena sospesa, per Debora Turiello, l’unica donna imputata e che, per l’accusa, avrebbe gestito la cassa della Nord e il capitolo dei biglietti. Da quest’ultimo negli atti erano emerse anche pressioni nei confronti di responsabili del club nerazzurro per avere ticket per le partite importanti, poi da rivendere, per l’accusa, anche con metodi estorsivi. Sul fronte dei sodali ultrà, in generale, le pene sono state più basse di quelle chieste dalla Dda. Ad esempio, per Turiello la Procura aveva chiesto 5 anni. Una provvisionale di risarcimento è stata riconosciuta anche all’ultrà Anghinelli, vittima del tentato omicidio.
Ratificati tre patteggiamenti
Infine, tre i patteggiamenti ratificati dalla gup in altri filoni, tra cui anche quello dell’imprenditore Gherardo Zaccagni, che gestiva i parcheggi fuori dallo stadio di San Siro e accusato, tra l’altro, di un’ipotesi di corruzione tra privati con il consigliere regionale e comunale milanese Manfredi Palmeri, che ha scelto il processo immediato, in corso in un altro filone. Tra due giorni arriverà anche la sentenza in Tribunale, davanti alla sesta penale, per altri tre ultrà milanisti sempre arrestati a settembre.
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