Se il buongiorno si vede del mattino…
Finalmente la stagione è finita. Nulla di più liberatorio che la conclusione di questa annata a tratti angosciante. Da Monaco è arrivato un piacevole regalo e tanti sorrisi, cinque per la precisione. Una gioia dall’esterno ma, certamente, è giunta l’ora di capire se potremo regalarci anche noi – prima o poi – qualche sussulto d’emozione e, soprattutto, d’ambizione nel seguire il futuro del Milan. Certamente il nuovo direttore sportivo Igli Tare ha messo l’acceleratore e, almeno al momento, ha mostrato di conoscere bene le tempistiche necessarie nello scenario della Serie A. Conoscenza che ben si associa con l’era confusionaria che, dopo tanto tampo, stanno vivendo contemporaneamente tutte e tre le big Milan, Inter e Juventus con il Napoli sornione che può tentare l’allungo. Ed è proprio questa contemporaneità che ha creato un effetto domino che, ad oggi, ha messo l’Inter nella situazione di fare una scelta avventata quanto discutibile come Chivu perché, ci fosse stato ancora Allegri libero, sappiamo fin troppo bene dove sarebbe caduto l’interesse di Marotta. Che Allegri poi si riveli una mossa azzeccata questo ce lo dirà il tempo ma, almeno sulla carta e contestualizzando le necessità del momento, posso pure accoglierla come una scelta sensata a prescindere da come andrà a finire.
Poi si passa agli aspetti discutibili. Tutti i big, apparentemente tranne Leao, sembrano pronti ad essere ceduti. Uno è già partito ed è Tijjani Reijnders, destinazione Manchester City come si vociferava da settimane. Una bella botta, sia per il valore tecnico del giocatore sia per l’ennesima giravolta del dottor Giorgio Furlani che, fino a pochi minuti prima dell’ultima di campionato, ci raccontava di come il Milan non avesse necessità di sacrificare i big. Ma alle sue uscite a vuoto ormai siamo tutti abituati. Piuttosto ci lascia perplessi su quella che è la visione della nuova direzione dell’area tecnica. Certo, qualcuno potrà venire a dire che è stato il calciatore a spingere per essere ceduto e può anche starci ma, al netto della mancata partecipazione in Champions, è evidente che il tuo progetto non è ancora convincente neppure per i giocatori già in rosa. E posso anche capire Theo e Leao, forse anche Maignan, giocatori che potrebbero sentirsi a ‘fine ciclo’ ma se perdi un bel centrocampista dopo appena due stagioni, dopo che ha rinnovato il contratto pochi mesi prima e, soprattutto, dopo che era stato acquistato per sostituire la prima vera folle cessione dolorosa del ‘corso’… beh. Allora permettetemi di essere disgustato.
A questa negatività Igli Tare risponde con Luka Modric, uno dei giocatori più forti della storia del calcio, un pallone d’oro, un pluricampione di tutto. Peccato per quel piccolo dettaglio: a settembre compie 40 anni. Un po’ come Lewis Hamilton alla Ferrari. Che dire? Certamente abbiamo bisogno d’esperienza, certamente Modric è uno spettacolo da vedere anche solo con il kit d’allenamento rossonero, certamente è reduce da una stagione positiva nei numeri con il Real Madrid – considerando l’età – ma ecco… come e cosa stiamo programmando? Non è che oggi finisca il mercato, ci mancherebbe, ma come pensi di costruire un reparto fondamentale come il centrocampo se, la prima cosa che fai, è vendere il migliore per sostituirlo con un ex stella alla soglia dei 40 anni? Per non parlare della retorica creata ad arte attorno. “Sogno Milan” ha scritto qualcuno. E per carità, bello l’accostamento Milan-Modric con tutto ciò che simboleggia il suono di ambo i nomi, ma come può essere un sogno andare letteralmente a fine carriera in uno dei club che dovrebbe stabilirsi con costanza tra le big europee?
Se il buongiorno si vede dal mattino… vedo ancora molte nuvole sull’avvenire del Milan, vediamo come ‘evolve’ la giornata. Saranno mesi delicatissimi e questa volta sbagliare può essere devastante. Saltare un anno le coppe europee può anche farti bene, saltarle due anni di fila (soprattutto la Champions League) può farti ripiombare in un vortice da cui davvero non esci per molti anni. E se vogliono farsi i soldi sui big e riscostruire che lo facciano, ma che abbiano la piena consapevolezza del percorso tortuoso in cui ci si va ad impelagare. Non ci annoieremo, questo è poco ma sicuro. La cessione dei big è un azzardo ma, soprattutto, è la certificazione che non riusciamo mai a farci un gruzzolo dai giocatori meno importanti, panchinari e semi. O la cessione dolorosa o svalutazioni. Vedremo se Tare sarà in grado di mostrare anche capacità in questo senso. Siamo ancora all’inizio di tutto, speriamo però di essere davvero alla fine di quanto abbiamo visto finora. Forza Milan.
Joker