AVAREGGIATI
La lunga rincorsa della Roma si ferma a Bergamo. E’ proprio Gian Piero Gasperini, l’allenatore tornato ad essere accostato con insistenza alla panchina del dopo Ranieri, a interrompere la striscia di risultati utili dei giallorossi, cominciata da dopo il ko di Como datato 15 dicembre 2024. Una cavalcata memorabile, che ha riportato la Roma a giocarsi un posto tra le prime quattro.
Al Gewiss Stadium finisce 2 a 1 per l’Atalanta dopo una partita che ha vissuto tre fasi chiare e distinte: l’avvio di chiara marca bergamasca, il pari della Roma nel momento migliore dei nerazzurri che ha cambiato l’inerzia del match, e un secondo tempo molto equilibrato e con poche occasioni, deciso da una prodezza di Sulemana, appena subentrato dalla panchina.
Pesa e tanto sul risultato finale una decisione arbitrale destinata a far discutere parecchio: Sozza fischia un rigore per fallo di Pasalic su Konè lanciato in area. Il contatto c’è ma è leggero, e il VAR (Abisso, chiedere a Mou per informazioni) decide di richiamare al monitor il direttore di gara. Le immagini mostrate al fischietto di Seregno indugiano solo sul contatto che non c’è sul piede del francese, ma ignorano il successivo scontro tra le gambe dei due calciatori. Sozza decide di cancellare la precedente decisione, scatenando la furia di Ranieri a fine partita.
Le proteste del tecnico sono assolutamente fondate: il VAR dovrebbe intervenire solo in caso di chiaro ed evidente errore, qua invece il contatto, seppur lieve, c’era stato e l’intervento di Abisso rende nuovamente attuale il dibattito sull’utilizzo arbitrario del VAR e della totale mancanza di linearità nell’interpretare le regole. L’amarezza è comprensibile: con quel rigore, la storia del campionato della Roma sarebbe completamente cambiata.
Nel 2 a 1 di ieri però incidono anche le mosse poco azzeccate di Ranieri: la scelta a sorpresa di Rensch si dimostra deleteria (madornale l’errore in marcatura su Lookman), poco fortunati i cambi a partita in corso. Discutibile la decisione di togliere tutte e le due punte negli ultimi minuti, proprio nel momento in cui sarebbero piovuti i cross in area alla ricerca del gol del pari. Ma il capolavoro compiuto dal tecnico in questi mesi resta inattaccabile.
La battuta d’arresto di ieri è pesante: ora la Roma non è più padrona del suo destino e dovrà sperare nei passi falsi di Lazio e Juventus, che la sopravanzano di un punto. Calendario alla mano tutto può ancora succedere: nelle ultime due partite la Roma dovrà fare sei punti e sperare che le altre non facciano altrettanto. Molto complicato. Ma dopotutto, questo lo sapevamo già.
Giallorossi.net – Andrea Fiorini
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