Inter che cuore, 3-3 a Barcellona – tutto si deciderà a San Siro
BARCELLONA – Una partita così non la dimentichi. Non solo per i gol, per le giocate o per l’intensità, ma per quel mix esplosivo di emozioni che solo l’Inter sa regalare. Al “Lluís Companys” di Barcellona, l’Inter di Simone Inzaghi esce viva da un’autentica battaglia, il 3-3 contro i blaugrana al termine di 90 minuti che definire palpitanti è riduttivo. Un pareggio pesante, sudato, conquistato con le unghie e con i denti, che rinvia ogni verdetto alla sfida di ritorno a San Siro, tra sei giorni. E lì, davanti ai propri tifosi, l’Inter potrà scrivere la sua storia.
THURAM, TACCO DA FUORICLASSE
Neanche il tempo di prendere posto sugli spalti, che la sfida si accende subito. Dopo appena 30 secondi, Marcus Thuram trasforma in oro il primo affondo nerazzurro: Dumfries sfonda sulla destra e mette un pallone velenoso in mezzo, il francese taglia sul primo palo e con un colpo di tacco geniale fulmina il portiere catalano. È 0-1. È follia pura. I tifosi dell’Inter esplodono in un urlo liberatorio che attraversa l’Europa.
Ma l’Inter non si accontenta. Passano venti minuti e arriva il raddoppio. Stavolta è Dumfries a prendersi la scena: corner dalla sinistra, Acerbi fa la sponda e l’esterno olandese si inventa una semi-rovesciata da cineteca che fa esplodere di nuovo il settore ospiti. 0-2. Un sogno? No, è tutto vero. Sono proprio Thuram e Dumfries a guidare la riscossa nerazzurra: due assenze pesanti nell’ultimo mese, oggi tornati protagonisti come non mai.
YAMAL E TORRES RIANIMANO IL BARÇA
Ma il Barcellona, si sa, non muore mai. Lamine Yamal, gioiello del calcio spagnolo, prende per mano i suoi e con una percussione da fuoriclasse trova il gol che riapre tutto. L’1-2 infiamma lo stadio, e i padroni di casa iniziano a spingere con forza. L’Inter è schiacciata nella propria metà campo e fatica a ripartire.
La pressione dà i suoi frutti: Raphinha inventa dalla destra, palla tagliata in area dove Ferran Torres brucia sul tempo Bisseck e firma il pari. In un attimo, l’illusione del doppio vantaggio è cancellata. Si va al riposo sul 2-2, con Lautaro Martinez che esce zoppicando per un problema al ginocchio. Al suo posto entra Taremi.
DUMFRIES, ANCORA LUI. MA LA SFORTUNA SI ABBATTE SU SOMMER
La ripresa si apre con un’Inter volitiva. Dimarco sfiora il vantaggio, ma calcia alto da ottima posizione. È solo il preludio al terzo gol nerazzurro. Al 64’, corner per l’Inter, e ancora una volta è Dumfries (premiato MVP della partita) ad alzarsi in cielo come un rapace: colpo di testa imperioso e 2-3. Apoteosi nerazzurra.
Ma la gioia dura poco. Il Barcellona batte un angolo corto, palla al limite per Raphinha che lascia partire un missile. Il tiro centra la traversa, rimbalza sulla schiena di e rotola in porta. Autogol beffardo. È 3-3. Un colpo al cuore per l’Inter che però non molla.
L’INTER STRINGE I DENTI
Gli ultimi venti minuti sono un concentrato di adrenalina. Mkhitaryan segna il 3-4 ma il VAR annulla per fuorigioco millimetrico.
Yamal colpisce un palo clamoroso con un tocco sotto da posizione impossibile. Il Barça inserisce forze fresche, l’Inter risponde con Frattesi, Zielinski e Darmian.
Nel finale, con le energie ridotte al lumicino, l’Inter stringe i denti e resiste. Fischio finale: è 3-3. Un pareggio pesante, conquistato con carattere e coraggio, ma soprattutto una dimostrazione che anche in terra blaugrana, i nerazzurri possono colpire. Resta l’incognita Lautaro: il capitano ha lasciato il campo toccandosi il ginocchio e Inzaghi, nel post gara, non ha nascosto il pessimismo sulla sua presenza a San Siro.
Adesso la palla passa ai tifosi: al Meazza servirà un’atmosfera da battaglia. Perché questa Inter ha dimostrato di poter sognare, ma per andare in paradiso ha bisogno del suo popolo.