EFC | Domani la ripresa. A Firenze troppo amaro in bocca per i troppi errori
Riprenderà domani la preparazione degli azzurri in vista del prossimo impegno di campionato che sarà al Castellani contro la Lazio, quartultima di questo campionato. Alla ripresa saranno da capire le condizioni di Marianucci che pare abbia avuto un problema e poi si spera che cresca la condizione di quei giocatori rientrati da poco. Da verificare anche Ebuehi che ieri, a Firenze, era assente. E si riparte proprio dalla sconfitta nel derby, una sconfitta che porta a diciannove le gare consecutive senza vincere, un girone intero, un risultato davvero poco edificabile. Cosi poco edificabile è stato sicuramente il primo tempo offerto dai nostri nel derby, una frazione di gioco dove si è assistito letteralmente alla sagra dell’errore, vedendo cose che poco possono avere a che fare con la categoria in cui siamo. Non per trovare alibi o togliere meriti ai viola, ma c’è da dire che le due reti gigliate sono assolutamente figlie di nostri deficit. Errori marchiani di posizionamento, di visione, di scelte. In fase di impostazione non facciamo assolutamente niente di meglio, sbagliando lo sbagliabile e vedendo anche fatica nel controllare una palla ampiamente in possesso. A volter trovare la nota positiva, su cui forgiare la ripartenza verso il prossimo impegno, c’è sicuramente la reattività vista nel secondo tempo. Vero che in questo c’è anche una bella parata di Vasquez su Gudmundsson (la Fiorentina aveva fatto i due gol sugli unici due tiri in porta fatti fin li), ma l’Empoli gioca con un piglio diverso, con una precisione diversa. Arriva il gol di Fazzini che riporta qualche speranza, arrivano altri affondi che non vengono finalizzati ma fanno venire un po’ di strizza a tutto lo stadio. Si parla spesso di particolare, di lavorare su questi e di come questi facciano la differenza in serie A. Ecco, c’è proprio la netta sensazione che la partita sia stata persa su questo e, a campionato ormai finito, si fa fatica a pensare che si possa avere un netto miglioramento. La salvezza non è assolutamente compromessa, si è distaccato soltanto il Lecce ma portando a due le lunghezze di vantaggio. La speranza però, in questo dobbiamo iniziare ad essere onesti, sta nel fatto che si spera di trovare alle ultime due giornate, due squadre che non avranno da chiedere più niente con quindi le nostre motivazioni a portarci quei sei punti. Magari se poi anche il Parma venisse ad Empoli già sereno… Situazioni che lasciano quindi il destino nelle nostre mani, ma per il resto è difficile essere sereni rispetto ad una squadra che sta sbagliando davvero tanto e che spesso dimostra delle fragilità strutturali. Anche guardando alle prove dei singoli non c’è tantissimo da esaltare. C’è da evidenziare un Fazzini che sta crescendo, che trova il gol (ne avrebbe fati due ieri se Solbakken non avesse fatto una roba che non sta né in cielo né in terra) che si rende pericoloso, che ha visione. Non dispiace l’approccio di Kovalenko che avrebbe avuto anche la palla buona per cambiare l’epilogo del match e poi c’è il solito Pezzella che sulla fascia sinistra si propone sempre con grande forza, risultando anche il migliore del disastroso primo tempo collettivo. Sono invece diverse le note non positive, a partire da Anjorin che, vero deve ritrovare la condizione, non fa vedere niente di quello visto contro il Venezia dove fu devastante. C’è una gara anonima di Grassi c’è un pacchetto difensivo che non fa bene e poi, dulcis in fundo, c’è un Solbakken che sbaglia tutto quello che può sbagliare; Checco Zalone si chiederebbe se è del mestiere. E, purtroppo, sono davvero tante le prove incerte che ha fatto vedere il norvegese. D’Aversa ha sicuramente le sue responsabilità sulle scelte inziali, con il senno di poi Henderson andava impiegato dall’inizio, cosi come Solbakken doveva non partire titolare. Bravo sicuramente nel dare la scossa all’intervallo ed a correggere in corsa le cose che non andavano. Si dice “incazzato” a fine partita per gli errori commessi dai suoi che, di fatto, hanno costato la partita ed i punti, ma anche a lui spetta il lavoro su quegli atteggiamenti, su quei particolari che ieri proprio non sono funzionati. Dispiace poi, chiaro, che la partita era quella che era. Di fronte una Fiorentina che non è sembrata poi cosi trascendentale, anzi. A guardare i numeri del match e solo quelli si potrebbe persino parlare di partita stregata e sfortunata. Ecco, alla fortuna non ci vorremmo attaccare, ma anche quella adesso (anzi da un po’) non guarda certo verso noi; emblematico, per quanto bello, è il gol di Mandragora. A pareggiarla non avremmo rubato assolutamente niente e questo, provando ad essere più “dolci” di D’Aversa, fa arrabbiare ancora di più per tutto quanto si è sbagliato. Si diceva della classifica, che resta al momento stazionaria, con quindi un finale che ci vede possibilisti su una salvezza che diciannove partite fa sembrava non essere minimamente in discussione.
D’Aversa sceglie Solbakken per Colombo ed Anjorin torna titolare dopo tanto tempo. Parte bene l’Empoli che si fa vedere subito con Pezzella. Al 7’ minuto però la Fiorentina passa in vantaggio con Adli che si beffa di tutti, sbucando dalle retrovie ed andando solo soletto verso Vasquez, non avendo problemi a bucarlo. Errori di posizionamento di Gyasi che non sale, fuorigioco che quindi non si innesca e viola avanti. Il primo ceffone scuote un po’ i nostri che provano a tornare nella trequarti viola conquistando diversi angoli in pochi minuti, da questi però non esce niente. Al 14’ il primo clamoroso errori di Sobakken che dentro la nostra area perde un pallone clamoroso, per fortuna la pezza la mette Ismajli. L’Empoli prova a fare la partita ma, al secondo vero affondo, i viola trovano ancora il gol. Palla messa in mezzo da destra, Mandragora stoppa, spalle alla porta si alza la sfera, rovesciata, palo-gol. Indubbiamente bello il gesto atletico dell’ex Udinese ma, in questo, la pressione dei centrali azzurri è davvero effimera. Anjorin, non certo in giornata, si vede al 34’ quando prova a spingere ma viene messo giù da Folorunsho vicino l’area di rigore viola. Lo stesso Anjorin calcia male la punizione invitante. Al 37’ palla buona per Grassi che però tira debolmente e centralmente. Al 43’ l’Empoli potrebbe riaprire la partita con Fazzini che va in gol: la rete viene giustamente annullata perché il cross di Solbakken parte con la palla fuori dal rettangolo di gioco, palla che lo stesso norvegese si trascina clamorosamente sul fondo. Finisce il primo tempo condizionato da tanti, troppi errori. D’Aversa mette subito mano alla formazione e toglie Solbakken ed Anjorin, dentro Colombo ed Henderson. Il piglio azzurro è decisamente diverso e nei primi minuti si vede già la voglia di andare a conquistare metri. Prima ci prova Esposito dalla media distanza senza fortuna, poi al 56’ arriva il gol dell’Empoli con Fazzini che raccoglie a centro area una palla servita da Goglichidze. Ci sarebbe tempo per rimetterla a posto. Dieci minuti dopo il gol arriva l’unico vero pericolo dei viola oltre ai gol: Gudmundsson spara da distanza ravvicinata, Vasquez si supera. Al 76’ il tecnico azzurro si gioca la carta Kovalenko, l’ucraino entra bene in partita. La gara non porta a grandissime emozioni, con diverse interruzioni, tutto questo fino al minuto 91’ (primo degli otto minuti che si giocheranno in extra time) quando proprio Kovalenko avrebbe una gran palla che però calcia troppo centralmente. Finisce quindi con il successo viola e l’ennesimo risultato negativo per gli azzurri. Fortuna che dagli altri campi ci tengono in vita.
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