Forse si stava meglio quando si stava peggio
Nella giornata di martedì è venuto a mancare Giussy Farina. I vecchi o per dirla in chiave moderna i boomer come me si ricordano molto bene di Lui. Per i più giovani Farina è stato il presidente del Milan nei primi anni ottanta e ha guidato la nostra società negli anni denominati del Piccolo Diavolo.
Su di Lui si sono dette tante cose, chi lo ha odiato, chi malgrado tutto ricorda i suoi anni con simpatia.
Personalmente, non sono mai riuscito a volergli male nonostante ciò che ha combinato, e vi giuro che a dieci anni avevo il terrore di aprire la Gazzetta (quando era ancora un giornale serio) per scoprire che il Mio Milan non esisteva più. Perché che i libri contabili fossero arrivati in tribunale è vero.
Magari il mio sarà spirito nostalgico oppure magari tendo semplicemente a ricollegare quegli anni alla mia infanzia/inizio adolescenza mescolando fatti personali con la storia del Milan, ma posso assicurare di non averlo mai odiato, a differenza di qualcun altro che gestisce la mia squadra nel presente.
Forse per il fatto che buona parte della sua cattiva gestione non sia scaturita da istinti disonesti ma semplicemente da errate valutazioni tecniche e finanziarie, il giusto riconoscimento che gli spetta per averci regalato un paio di stagioni romantiche, una in Serie B e una serie A.
Sicuramente il buon Giussy, veneto come me, è stato un personaggio controverso ma che almeno fino ad un certo punto ha fatto indubbiamente ed esclusivamente gli interessi del Milan, a differenza di qualcuno che gestisce il nostro Milan nel presente.
Lui verrà ricordato come quello che portò a Milano Blissett invece di tenere Serena, che ridiede all’Inter Pasinato e Canuti per prendere Manzo e Spinosi, che cacciò Castagner nel bel mezzo del campionato perché era in trattativa con l’Inter, e lo stesso fece con Gerets perché implicato nel calcioscommesse in Belgio.
Ma è anche lo stesso che ha riportato il Barone Liedholm a Milanello, che ha acquistato il mio primo idolo, Vinicio Verza, Pietro Paolo Virdis, Wilkins anche se voleva acquistare Robson, Hateley, Filippo Galli, Di Bartolomei, Terraneo e perché no anche Paolo Rossi. E’ il presidente che ci ha regalato quel meraviglioso derby con il gol di Hateley che vendicava Collovati passato a giocare con quelli là.
Lui è anche quello che non ha ceduto Baresi alla Sampdoria o il giovane Maldini alla Juventus per sistemare i conti, perché alla fine quello che lo muoveva era lo spirito competitivo, a differenza di quelli che abbiamo adesso a guidare il nostro Milan.
Certo personaggio controverso perché Lui sarà ricordato anche per quello che affittava Milanello per i matrimoni mentre la squadra si allenava tra un brindisi ed un altro.
Tempo fa intervistai Giorgio Biasiolo, giocatore veneto del Vicenza e poi del Milan negli anni settanta che lo aveva avuto come presidente. Giorgio mi confidò che Farina con Lui si era sempre comportato bene, aggiunse che quando Farina lo cedette ai rossoneri convocò Biasiolo in ufficio e gli diede preziosi suggerimenti su come gestire l’aspetto contrattuale con la nuova società.
Quando nel 1982 diventa presidente del Milan qualcuno telefono a Biasiolo per avere informazioni su di Lui ma Giorgio non poteva parlare male di Lui perché il suo ricordo è positivo. Come a distanza di tempo non parlano male Filippo Galli, Virdis e tanti altri. Potremmo fare la stessa cosa di Scaroni tra qualche anno?
Era un personaggio istintivo ma alla fine era finito in un gioco più grande di lui.
Ora invece siamo in mano a degli speculatori che non hanno nessun interesse sul Milan se non guadagnare.
Ogni giorno calpestano la nostra storia e i nostri simboli, perché quest’ultimi vengono usati a loro piacimento. Hanno usato Maldini oppure usano Baresi finché gli fa comodo per poi cacciarli come uno qualsiasi oppure accantonarli per ritirarli fuori quando a loro fa più comodo.
Perché era lo stesso Farina che comprava gli striscioni per i tifosi o andava in curva con loro come in quel Milan Avellino del 25 aprile 1982, mentre ora i tifosi vengono presi in giro e sbattuti fuori dallo stadio per far posto ai turisti, che pagano 90 euro per un terzo anello. Magari ci fosse una vera contestazione come è stata fatta con Farina nella sera di Waregem.
E non è la bellissima vittoria nel derby di Coppa Italia a farmi cambiare idea sulla attuale proprietà, perché l’annata nonostante nei derby ci siamo fatti valere è, e rimane negativa. Tra l’altro i nostri dirigenti di titanio devono ringraziare un giocatore trattato a pesci in faccia e la sua gestione non è altro che la fotografia dell’organizzazione societaria del Milan.
Al ragazzo serbo prima gli è stato rinnovato il contratto, poi messo in vendita, gli dai la maglia numero nove, rimesso sul mercato per cercare di venderlo al primo che passa perché si sono incasinati con le liste ed ovviamente lo escludi dalla lista Champions. Poi lo metti fuori rosa e a gennaio compri un altro attaccante. E mercoledi gli salva le chiappe ai nostri inossidabili dirigenti. Veramente Chapeau Luka.
Furlani che si dichiara milanista di Titanio, e lo fosse veramente perché non fa un passo indietro? Perché non rassegna le dimissioni? Con il rischio di passare alla storia come il peggior Ad della storia rossonera. Semplicemente perché Furlani non è un amministratore delegato, quanto Farina non era in grado di gestire il Milan. Giorgio è un uomo di numeri con la spocchia di chi vuole comandare non avendo le competenze, non è un capo azienda. Perché non puoi gestire il “personale” dicendo a tutti siete in vendita, non usi il rapporto con i giornali per fare la guerra dentro alla società.
Veramente basso profilo.
Questa gente assieme ai Singer, Cardinale, Scaroni, Ibrahimovic e Moncada stanno uccidendo la nostra passione e il Milan. Oramai l’adrenalina pre partita è scomparsa.
Portando solo una tifoseria a staccarsi in maniera netta verso il club. La dirigenza viene ripudiata costantemente perché priva di ambizioni sportive che sta vivendo di faide interne. Ti propinano americanate che a noi non interessano. Maglie che non c’entrano nulla con la nostra storia. Ma che vengono puntualmente acquistate dai turisti. Tutto questo per far posto al tifoso/turista pagante.
Sicuramente con la morte di Farina se ne va un pezzo di me, della mia gioventù, il presidente di un Milan romantico e anche tra i più amati.
Non vi nascondo che oggi, quando per quel poco che guardo il Milan, nel vedere certe facce provo un moto di tristezza e nostalgia e penso: forse era meglio quando si stava peggio.
Come sempre
W Milan
Harlock