EX ROSSAZZURRI – Casale: “Catania, c’è un problema di responsabilità. Il futuro deve passare anche dai giovani”
Pasquale Casale, ex centrocampista del Catania durante il biennio ‘79-81, ai microfoni di ‘Spazio Sport Live’ su Sicilia 242 ha espresso le sue opinioni sull’andamento della squadra rossazzurra focalizzando l’attenzione, in primis, sul tema della responsabilità. Ecco quanto evidenziato:
“Emerge un problema di responsabilità. Da quando sono aumentati gli interessi economici, soprattutto le squadre che hanno avuto una storia importante, diventa problematico approntare una rosa perchè si parte sempre con giocatori che dovrebbero spaccare il mondo ma provengono da ambienti diversi. In club come Avellino e Catania vengono fuori questi problemi di responsabilità. Spesso vincono le squadre con minori responsabilità. Penso alla Juve Stabia l’anno scorso, al campionato che stanno facendo Monopoli e Cerignola in questa stagione. Aggiungo che, paradossalmente, quando si invertono le responsabilità il calciatore fatica a rendere. Lodi in Serie A aveva altri calciatori vicino che gli permettevano di esprimere un calcio importante con altri obiettivi da perseguire, in C invece ha incontrato difficoltà. E’ un paradosso ma è più difficile giocare a Catania in Serie C che in A“.
“Quando giochi in uno stadio come Catania prima dello spessore tecnico bisogna capire se la pressione ambientale può essere sopportata o meno. Devi andare a prendere giocatori con personalità, temperamento, qualità morali dichiarate in tutte le categorie. Puoi prelevare anche giocatori di prospettiva. Io ero un giovane di prospettiva con voglia di emergere quando andai a giocare nel Catania ed ho vinto un campionato in rossazzurro con quattro calciatori che venivano dalla Paganese retrocessa tra cui Sorrentino. Penso anche a Borghi che era giovanissimo, proveniente dal Grosseto”.
“E’ difficilissimo costruire una squadra da C per vincere il campionato a Catania, me ne rendo conto. Io sto vivendo l’esperienza della Juve Stabia da allenatore della Primavera, quando sono entrato nello spogliatoio della prima squadra ho capito perchè ha vinto il campionato di C l’anno scorso. Ho visto ragazzi strutturati fisicamente, psicologicamente, anche l’educazione a volte ti colpisce. Non mi meraviglia che gli stessi ragazzi stanno facendo bene mantenendo la stessa voglia. E sono convinto faranno ancora meglio. Io credo molto nella costruzione di una squadra con un profilo ben preciso, ma è difficile identificarlo”.
“Toscano ha detto che servono giocatori con più fame, cattiveria e voglia? Non è un bel segno, vuol dire che c’è una rottura fra le attese dell’allenatore, ambiente e squadra. In questo caso il tecnico tenta di dare responsabilità al gruppo ma non penso sia il modo migliore per risolvere i problemi. La scossa ci può essere ma può anche diventare pericoloso e spaccare ulteriormente lo spogliatoio“.
“Io credo molto nello stato di forma delle squadre, il Catania non viene da un bel periodo ma le squadre strutturate di solito negli incontri importanti riescono a dare il meglio di loro stesse. Il paradosso è proprio questo, nelle gare importanti squadre strutturate in un certo modo danno il massimo e vengono meno in quelle più abbordabili. Io penso che il futuro del Catania debba passare anche dai giovani, inserendo qualche ragazzo dal settore giovanile anche perchè che ci sia una buona organizzazione in questo senso. Ho visto la Primavera del Catania e possiede dei giovani interessanti. Speriamo che da lì possano emergere anche dei nuovi talenti”.
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