Quanto è penoso il calcio italiano: dal falconiere della Lazio alle liti Adani-Caressa e Cassano-Vieri, la deriva trash del pallone
Il calcio italiano è travolto dal trash: lo spettacolo offerto questa settimana rende capolavori i film scollacciati e pieni di battutacce degli anni Settanta. Il caso del falconiere della Lazio è uscito dai confini nazionali e ha attirato l’attenzione di testate come The Athletic – costola sportiva del New York Times – e della BBC britannica, ma anche in Spagna e Portogallo non è passato sottotraccia. Il richiamo a Cicciolina da parte del presidente Claudio Lotito ha persino rivitalizzato un vecchio filone. Quando nel 1987 Ilona Staller approdò alla Camera dei Deputati, grazie al Partito Radicale, l’Italia stabilì un primato: l’ungherese fu la prima attrice porno a entrare in Parlamento. La notizia fece il giro del pianeta: il testimone passò oltre vent’anni dopo al Bunga Bunga berlusconiano, al quale fu intitolato persino un pub a Londra. Il falconiere isolato in quel di Formello – il centro sportivo biancoceleste – le parole di Lotito a La Zanzara (dove si distingue sempre la sobrietà di Giuseppe Cruciani, altro fenomeno di eleganza della nostra epoca), l’onda social che si fa deriva: da quattro giorni domina sui media italiani la saga del pene rifatto di Bernabé. Dalla principessa sul pisello al falconiere uccel di bosco: così va il mondo, anzi l’Italia.
Nelle ultime ore, per distrarci dall’aquila laziale, vera vittima di questa vicenda, è stata celebrata una nuova puntata dei panni sporchi della ex Bobo Tv, da una parte Christian Vieri, dall’altra Antonio Cassano, sostenuto a ruota da Lele Adani. Breve riassunto della vicenda. Cassano è tornato all’attacco del programma di Vieri, sentenziando che oggi non lo segue neanche sua madre. Replica del diretto interessato, attraverso Instagram: “Caro Cassano, ti devi solo vergognare. Non permetterti di nominare mia madre! Impara a parlare. Chi parla di famiglia e genitori altrui non vale niente! Pensa a fare la tua vita! Vergognati”. A questo punto, è salito sul palcoscenico Adani, nel suo caso utilizzando il podcast con Ventola e Cassano a Viva el Futbol, per riproporre i motivi della rottura del quartetto: “Noi interrompemmo un percorso precedente per tradimento e infamia. Non l’avremmo mai fatto, quando sposiamo una causa mettiamo dentro il sentimento. Ci sono state nascoste tante cose e siamo stati trattati come collaboratori. Sono venute fuori col tempo cose sgradevoli, ma questa è la vita”.
Il problema, beghe a parte, è a monte: i misteri del successo della Bobo Tv. Nessuno pretende che la televisione sia solo quella di programmi cult come Quelli della notte, le divulgazioni scientifiche di Piero Angela, Blob, Avanzi, Ottavo Nano e persino Happy Days, ma il leggendario Renzo Arbore, come sempre, aveva capito tutto: “Indietro Tutta” è il vero titolo e il senso dell’Italia di oggi, compresa quella del trash calcistico.
Ma la nave va, direbbe Fellini. Tra un falconiere ringalluzzito e l’ex quartetto Vieri, ecco la diatriba Adani–Caressa. Anche qui, urge ricapitolare. In occasione dei sorteggi delle qualificazioni Mondiali, lo scorso dicembre, Caressa sottostimò, probabilmente, la forza della Norvegia, inserita nel girone dell’Italia. Adani, oggi alla Rai, ma lanciato proprio da Sky, ha lasciato trascorrere qualche settimana e poi ha affondato i colpi, senza nominare Caressa: “Chi sa di calcio sa che la Norvegia è forte. Sorloth, Haaland, Odegaard, soprattutto nel pieno della forma, sono fenomeni. E noi non li abbiamo dei giocatori così. Qualche cog****e, che non sa fare questo lavoro, ma guadagna con il calcio da oltre trent’anni, dice ‘Adesso abbiamo paura della Norvegia?’ Cog.., siamo usciti con la Macedonia del Nord e la Svezia”. Ora, premesso che la valutazione tecnica della Norvegia è condivisibile – a proposito di Haaland, ha prolungato con il Manchester City fino al 2034 -, è necessario usare questi toni per controbattere a una tesi tecnica, seppur discutibile? Caressa ha risposto attraverso un video: “Io sono Voldemort, colui che non può essere nominato. Nel calcio non esistono nemici, ma avversari. Noi con il microfono trasmettiamo cultura, anche parlando sport. Si possono avere delle discussioni, anche accese, ma la rabbia e l’insulto non fanno parte di questo mondo. Serve rispetto, senza insultare. Arrivare a farlo, perché una persona ha un’idea diversa da te, è pericoloso e riporta a momenti molto bui”.
Valutazione personale: Adani ha probabilmente ragione quando celebra il valore della Norvegia, ma fa bene Caressa a parlare di rispetto, civiltà nel confronto e senso di responsabilità. Dovrebbero essere le basi del mestiere (Mario Brega versione padre in Un sacco bello), ma ormai nella caduta a picco dell’Italia negli ultimi trent’anni, ecco come siamo finiti: una settimana in cui nel calcio non si parla di gol, ma di falconieri con il pene rifatto, beghe fra ex giocatori, duelli televisivi a suon di insulti. Pierino, in confronto, era un gigante.
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