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L'AS Roma piange la scomparsa di Cudicini: il club ricorda le otto stagioni in giallorosso del 'Ragno Nero'

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Nella giornata di ieri si è spento all'età di 89 anni Fabio Cudicini , storico portiere della Roma e vincitore della Coppa delle Fiere e di una Coppa Italia . La società giallorossa ha voluto ricordare sul proprio sito ufficiale l'avventura del 'Ragno Nero' nella Capitale, durata ben otto stagioni.

"'Paravo con i piedi, perché ero troppo alto per tuffarmi'. Con una buona dose di autoironia e sottovalutandosi fin troppo, quando Fabio Cudicini si raccontava.

Andava dritto a un punto: con i suoi 191 centimetri, che oggi sono normali per un portiere, è stato uno degli estremi difensori più alti, se non il più alto, della sua epoca. Un’epoca molto giallorossa per il “ragno nero”, anche se poi ha vinto tutto col Milan.

Con le sue 210 presenze, è il quarto portiere più longevo della storia della Roma dopo Masetti, Tancredi e Cervone. Cresciuto nella Triestina, arrivò nella capitale nel 1958 come terzo portiere. Davanti a lui c'erano Panetti e Tessari, ma ci mise poco a diventare il titolare. Grazie al lavoro, migliorò sui palloni bassi divenendo più reattivo, iniziò a imporsi soprattutto nelle serate di coppa e diede il meglio di sé nell'occasione più importante: la finale di andata di Coppa delle Fiere in casa del Birmingham City.

Grazie alle sue parate la Roma mantenne il pareggio, un 2-2 prezioso che le consentì, vincendo al ritorno 2-0, di alzare il trofeo. A proposito di trofei, nel 1962 in un derby di Coppa Italia parò due rigori a Longoni e fu protagonista anche della Coppa Italia vinta nel 1964 mantenedo la porta inviolata nelle due finali col Torino. Segnò anche uno dei rigori nella semifinale contro la Fiorentina.

Taciturno, e quindi a suo agio in un ruolo solitario come il portiere (che ispirò una poesia a un suo concittadino illustre, Umberto Saba), faticò a mettere su una grande muscolatura e spesso appariva sgraziato nei suoi interventi. Ma la cosa più importante era che il pallone non entrasse in porta. Ha vissuto i suoi anni giallorossi con grandissima intensità. Mentre era infortunato, prima di una partita di coppa con l'Hertha Berlino, fece arrivare un telegramma in albergo per i compagni. "Forza Roma", c'era scritto.

Non a caso nella sua ultima stagione fu vice capitano e, in assenza di Losi, indossò la fascia per quattro volte. Nella prIma di queste fu strepitoso contro il Bologna di Bulgarelli, Pascutti e Haller, e la Roma vinse 3-1. Non se ne sarebbe mai andato, alla notizia della cessione, che lo raggiunse durante la tournee in Australia dell'estate 1966, ci rimase malissimo. Ma salutò con stile e senza polemica una Società che ha sempre continuato ad amare, come si è potuto leggere nei suoi occhi nelle ultime occasioni in cui è tornato all'Olimpico, per festeggiare la Hall of Fame nel 2012 e per celebrare i 50 anni dalla prima Coppa Italia nel 2014".

(asroma.com)

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