Vanoli, è l’ora della difesa a quattro. E anche il 4-2-4 diventa un’alternativa
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Sette punti nelle ultime sette partite sono un bottino davvero esiguo, così come è esiguo il bottino di 21 punti al termine del girone d'andata. Nonostante questi numeri tutt'altro che esaltanti, il Torino delle ultime uscite sembra aver aggiustato quanto meno il tiro. L'espressione appare non piacevole considerata la scarsa capacità realizzativa dei granata, però l'immagine metaforica serve a spiegare un Torino più abile in fase di costruzione; nelle ultime partite i granata sono stati in grado di produrre più occasioni da rete, a differenza del terribile autunno quando le opportunità si riducevano a una o due a gara. Anche ieri, domenica 5 gennaio, la squadra di Paolo Vanoli ha avuto più chances per passare in vantaggio, però non ne ha concretizzate restando a secco di gol. I numeri dicono che i granata hanno tirato 12 volte, prendendo lo specchio appena un terzo delle volte. Dunque, Vanoli sembra aver raddrizzato la barca con qualche soluzione tattica alternativa. Le problematiche, tuttavia, restano evidenti e i punti racimolati nell'ultimo periodo lo testimoniano in modo piuttosto preoccupante (qualche aiuto dovrà arrivare necessariamente dal mercato). Si diceva qualche soluzione tattica alternativa. Il Torino è partito con la difesa a quattro, quella che aveva concluso la partita di Udine. Vojvoda a destra con Lazaro sulla trequarti. Sosa a sinistra basso con Karamoh davanti a lui. In cantina forse definitivamente il 3-5-2 che tante perplessità aveva destato dopo l'infortunio di Zapata. Contro il Parma è stato proposto il 4-2-3-1 per la prima volta dall'inizio e qualche frutto l'ha dato. Vanoli ha dimostrato che sta spaccando in quattro il capello per far rendere al meglio la squadra. Karamoh e Vlasic molto mobili sono piaciuti, specie agli albori della partita. Non è dispiaciuta nemmeno la coppia composta da Ricci e Ilic in mezzo al campo, anche se dal serbo è lecito attendersi sempre qualcosa in più (troppo lezioso pure nei momenti migliori del Torino). Con il progredire dei minuti, complice il problema fisico accusato da Ricci e il calo prestazionale di Ilic, la mediana è stata completamente cambiata. Il Torino ha disputato la ripresa con due centrocampisti completamente differenti per caratteristiche a Ricci e Ilic. Sono infatti subentrati Linetty a inizio ripresa e Tameze al 65'. Nel secondo tempo Vanoli ha proposto un nuovo cambio di modulo, riproponendo la difesa a quattro. Se a Udine aveva utilizzato in corso d'opera il 4-2-3-1, invece in casa contro il Parma di Fabio Pecchia ha osato con il 4-2-4 (modulo già sperimentato in passato in tentativi di rimonta). Con l'uscita di Sosa per Sanabria al 74' l'ennesima metamorfosi è stata compiuta: Coco e Maripan centrali, Vojvoda a destra e Pedersen a sinistra; Tameze e Linetty in mediana con Sanabria al fianco di Adams e ai lati il neoentrato Njie e Vlasic. Il 4-2-4 è stato presentato dallo stesso Vanoli come un'ulteriore alternativa, un'idea che era già balenata in passato ma bisognava attendere la crescita di Maripan per attuare la difesa a quattro e con essa anche un possibile 4-2-4. "Ho sempre detto che mi piace il calcio offensivo, questo 4-2-4 può aiutarci. Era il momento di passare a quattro perché Maripan aveva preso condizione. Siamo cresciuti, gli step vanno fatti con intelligenza", ha dichiarato il tecnico granata. Va detto che Vanoli ha attinto a piene mani dalla panchina: già al 74' ha terminato le sostituzioni a disposizione. Ha provato a dare un'altra scossa alla sua squadra per il rush finale. L'esito è stato sempre il medesimo: incapacità di realizzazione.