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Hummels: “Confermate Ranieri. Io non so se resto”

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Il Professore si è ripreso la cattedra. Dopo tre mesi a guardare gli altri giocare al suo posto, ci voleva l’arrivo di Claudio Ranieri per recuperare Mats Hummels. A pochi giorni da Roma-Lazio, il campione tedesco si racconta per la prima volta dal suo arrivo in Italia a Il Messaggero. Quali parole ha utilizzato Ranieri per recuperarla? “È venuto, mi ha preso da parte già il primo giorno e ha cominciato a parlare dicendo che mi conosceva, che mi ha sempre seguito negli ultimi dieci anni, che gli piaceva il mio modo di giocare e che aveva visto sia la semifinale che la finale dell’ultima Champions. Non aveva dubbi che avrei avuto un ruolo importante con lui. Mi ha subito detto che mi avrebbe fatto giocare e che avevo la sua fiducia”. Fiducia che non c’è stata con Juric. “Aveva le sue idee di calcio, su come giocare, le sue opinioni. Evidentemente non ero abbastanza in condizione per essere funzionale al suo gioco, ma non ho avuto nessun problema con lui. Non mi ha dato la possibilità di giocare e basta. Credo tra l’altro sia una brava persona. Una situazione anomala, in 18 anni di carriera avevo sempre mostrato il mio valore, anche nelle grandi partite”. Nel calcio può accadere che un allenatore non veda un calciatore. L'anomalia è che lei non ha mai avuto una possibilità. Come è stato possibile? “Non so il motivo. Se un giorno lo rivedrò glielo chiederò perché, ripeto, con me è stato sempre gentile e carino. Il problema è che quando faceva la formazione io non c'ero mai. Non posso dire di più su questo, veramente non lo so”. Le piacerebbe trovare ancora Ranieri l’anno prossimo alla guida della Roma? “Parliamo di un grande allenatore, un top class, l'ho capito dal primo momento in cui l'ho visto. Ha una naturale autorevolezza, si intende di giocatori, non deve alzare la voce per farsi capire e ascoltare. È gentile, sarebbe un grande tecnico per qualsiasi squadra, specialmente a Roma. Intanto devo capire cosa farò, ma lui sicuramente è un grande, da tenersi stretto”. Quindi non ha ancora deciso il suo futuro? “No. Deciderò in estate. Ma qualora dovessi restare, sarei felicissimo di essere allenato ancora da lui”. In Germania non ha vissuto derby veri e propri. Che idea si è fatto della sfida con la Lazio? "Ci sono molte partite sentite da noi, Dortmund-Schalke ad esempio è una di queste, anche se le squadre non sono della stessa città. E' però qualcosa di molto simile perché i due centri distano pochi minuti. C'è grande partecipazione, impegno in campo, grande agonismo. Qualcosa del derby di Roma ho iniziato a capirlo l'altro giorno nell'allenamento al Tre Fontane. Sappiamo che conta per i tifosi, sono vittorie speciali che valgono doppio". Ha dato qualche consiglio a Pellegrini per superare il momento di difficoltà? "Ci parlo spesso. Credo sia un grande capitano, mi è stato vicino nel periodo in cui non giocavo, si è sempre preso cura di me. E' un grande giocatore, una bella persona. E' stato sfortunato in alcune occasioni, gli è mancato quel pizzico di fortuna che a volte serve per far girare la carta. Le cose miglioreranno sicuramente, se lo merita".   Lei è un tedesco atipico: da dove nasce questa ironia? E pensa di averla pagata con qualche post poco gradito su Instagram? "E' il mio modo di essere, sono così con tutti. I social non li uso per scopi commerciali, mi piace farmi conoscere in questo modo. Se a qualcuno non sono piaciuti, mi dispiace, ma non è un mio problema. Se non insulto nessuno, faccio come voglio".

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