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Paredes ago della bilancia: con lui la Roma si trasforma. Il Boca può aspettare

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Leandro Paredes è tornato a essere un elemento fondamentale per la Roma. Il centrocampista argentino, felice con De Rossi (come da lui stesso ammesso poche settimane fa) ed escluso dalle rotazioni con l'arrivo di Juric al pari di Hummels, è diventato un giocatore chiave nello scacchiere di Claudio Ranieri. Il tecnico testaccino, creando una spina dorsale formata da Svilar, Hummels, Paredes e Dybala, ha deciso di affidarsi ai giocatori di maggior esperienza per tirare fuori la Roma da una situazione di classifica e morale preoccupante e, per ora, i risultati gli stanno dando ragione. Con l'allenatore croato il classe 1994 di San Justo aveva disputato appena 6 presenze in 12 gare, una soltanto dall'inizio, per un totale di 158 minuti. Con il ritorno di Claudio Ranieri, in poco più di un mese, il centrocampista argentino è sceso in campo in 5 occasioni in 8 partite, tra l'altro tutte dal 1' e per un totale di ben 341 minuti in campo. Una differenza netta, e il suo rendimento nel rettangolo verde sembra testimoniarlo. Contro il Parma, nella sfida pre-natalizia all'Olimpico, Paredes è tornato a segnare a distanza di 7 mesi: l'ultima rete, anzi le ultime, risalivano alla doppietta su rigore realizzata contro il Bayer Leverkusen nella semifinale di Europa League dello scorso maggio. I dati forniti da Sofascore infatti ci dicono che, come c'è una Roma con e senza Dybala (concetto riaffermato ieri da Ranieri), c'è anche una Roma con e senza Paredes: a parità di gare (12), la media reti della formazione giallorossa recita 0.75 senza l'argentino e 2.17 con. Sono 0.75 i gol subiti a partita quando non c'è il numero 16 in campo, 0.67 quando invece è presente. Con Paredes aumentano anche i tiri a partita e le occasioni create, rispettivamente 16.8 (invece di 13.7) e 3.08 (invece di 1.67), oltre che la percentuale di duelli vinti (54.8%, senza il centrocampista argentino 51.3%) e i passaggi precisi a partita (quasi 495 contro i 428 senza di lui). Nel lunch-match contro i ducali Paredes, come abbiamo già detto, è tornato al gol grazie alla trasformazione del rigore per il momentaneo 4-0, ma non solo. Il numero 16 giallorosso, infatti, è stato il migliore in campo per precisione passaggi (93%, 78 su 83) e precisione passaggi lunghi (77%, 7 su 9). Ben 100 i tocchi effettuati, con 2 dribbling tentati e riusciti e 7 duelli vinti su 10 (primo anche sotto quest'ultimo aspetto). "Su Hummels e Paredes c'è poco da dire, quando mi dicono che stanno bene giocano entrambi", ha affermato Ranieri nel post-gara ai microfoni di DAZN, a dimostrazione di quanto siano ormai diventati i veri leader della Roma in questo inizio stagionale così complicato. "Sono felice del suo arrivo, per me è cambiato tutto", ha dichiarato invece Paredes in riferimento a Sor Claudio. "Ho passato due mesi difficili, avevo bisogno di fiducia. Futuro? Per ora non ci penso". Difficile, però, non pensare a quella che potrà essere la Roma che sarà alla luce di queste ultime uscite, in cui l'argentino si è dimostrato l'elemento di qualità e il faro del centrocampo giallorosso al fianco del più fisico e strutturato Koné. Ha una clausola per il rinnovo automatico che scatta al 50% delle presenze e alla qualificazione in Europa League o Champions. Se deciderà di abbassarsi lo stipendio il club giallorosso potrebbe sedersi al tavolo per trattare. Il ritorno al Boca, almeno per gennaio, è stato accantonato. Il ritorno al gol è avvenuto grazie a un calcio di rigore che, però, non doveva battere lui. "Il primo rigorista è Dybala, sempre. Quando non c'è lui calcio io ma oggi me l'ha lasciato", ha confessato il 30enne centrocampista a DAZN. Uno scambio di favori, visto che a inizio gara Paredes era andato a consegnare alla Joya il pallone per il rigore del momentaneo 1-0. Una rete che vale più del semplice ritorno nel tabellino dei marcatori, vista l'esultanza dedicata alla moglie incinta e al figlio Lauti. Un'altra immagine, passata forse inosservata, è quella che coglie Paredes indicare il numero "16" sul pantaloncino dopo la trasformazione dagli undici metri: un evidente riferimento a Daniele De Rossi, compagno di squadra prima e allenatore poi, da cui ha ammesso in conferenza stampa di aver avuto modo di imparare tanto. Marcello Spaziani  

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