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Fiorentina-Milan presentazione

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Il Milan che in campionato ha dato segni di risveglio tra Derby e Lecce, in Champions continua a faticare e subire. Dopo il Liverpool in casa, che del Diavolo ha fatto un sol boccone battendolo 3-1, anche il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso ha dominato in lungo e in largo contro i rossoneri, tanto che l’1-0 finale della BayArena è stato stretto ai tedeschi. Il problema tattico più evidente è stato già trattato e descritto più volte nei post precedenti: è il primo pressing rossonero, che una volta saltato dagli avversari apre praterie sconfinate. Non a caso il match di Champions ha visto il ritorno a una sola punta davanti, con Abraham titolare e Morata in panchina. I segnali forse più incoraggianti sono arrivati da Fofana, che ha mostrato le sue capacità di filtro e frangiflutti davanti alla difesa come prima non aveva ancora fatto nella sua avventura italiana. Male invece ancora una volta Leao, che sembra sempre più estraneo alla manovra e al gioco rossonero, sempre meno in grado di guidare la squadra e di tirarla fuori con le sue giocate dai momenti delicati.

Il portoghese comincia a essere un tema da affrontare seriamente, da non ignorare più. Certo, dal punto di vista fisico è in grado potenzialmente di strappare le partite in modo violento, di fare la differenza specie se in tandem con Theo sulla stessa fascia, ma la domanda è: la frequenza con cui lo sta facendo ora è abbastanza per far sopportare alla squadra tutte le pause che si prende in un match? È ora di cominciare a ragionare seriamente sul portoghese, che il prossimo anno compirà 26 anni: davvero ha senso continuare a investire su un giocatore che non è cresciuto negli ultimi due/tre anni e continua ad avere tutte quelle mancanze che gli abbiamo sempre rimproverato? O è meglio fare cassa il prima possibile per tirar su un gruzzolo utile per rinforzare la rosa qua e là?

Stasera il Milan di Fonseca chiude la settima giornata di A con una delle trasferte che storicamente abbiamo sempre sofferto di più: quella di Firenze. La Viola ha finora raccolto 7 punti in 6 incontri, con una sola vittoria (e una sconfitta) e una sfilza di pareggi che già hanno fatto storcere il naso alla tifoseria toscana. Parliamo di una squadra che ha cambiato tanto durante l’estate, a partire dall’allenatore. Arrivato Palladino dal Monza che ha stravolto l’11 titolare dal punto di vista del modulo e dei nomi: molto difficile trovare un minimo di continuità con il recente passato a guida Italiano. La difesa a tre al momento non funziona in maniera malvagia, e ha in De Gea il fiore all’occhiello della retroguardia. È a centrocampo e davanti che la rivoluzione è stata più evidente. Bove, Cataldi, Colpani, Gosens, Gudmundsson, Kean. Una sfilza di nuovi acquisti di buon rendimento, ma che ancora insieme non funzionano al 100%, com’è anche naturale che sia. In questo non funzionare al 100% è dove il Milan si deve intrufolare per cercare di uscire dal Franchi con i tre punti. Probabile formazione (3421): De Gea; Martinez Quarta, Comuzzo, Biraghi; Dodò, Bove, Cataldi, Gosens; Gudmundsson, Colpani; Kean.

Nel Milan si torna alla doppia punta e al 442/424 inaugurato nel Derby. Di fatto la formazione sarà la stessa della stracittadina, con Emerson e Gabbia ancora confermati titolari. A centrocampo ancora sacrificato Loftus per Morata. Probabile formazione (442): Maignan; Emerson, Tomori, Gabbia, Theo; Pulisic, Fofana, Reijnders, Leao; Morata, Abraham.

Ultimo impegno prima della sosta, cerchiamo di chiuderlo decorosamente e soprattutto mostrando segnali più vicini alle partite di campionato che a quelle di Champions. Questa squadra ancora deve mangiarne di pastasciutta per poter essere considerata di alto livello, non può bastare la vittoria nel Derby per cancellare i problemi e le pessime prestazioni viste finora. La possibilità di farlo c’è, ma senza continuità non si acquisisce fiducia nei propri mezzi. Forza Milan!

Fab

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