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La fiducia e la posizione di Jacopo Fazzini

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Dall’amaro al dolce. Dalle lacrime di rammarico per il rigore procurato contro l’Udinese alla straripante felicità per la salvezza ottenuta all’ultimo respiro. Le ultime due settimane della scorsa stagione sono state un’altalena di emozioni per Jacopo Fazzini. Un giocatore che ha sempre dimostrato un grande attaccamento ai colori azzurri e che, nonostante un impiego scostante, è rimasto al suo posto senza polemizzare. Nel complesso ci si aspettava di più da lui: doveva essere il nuovo talento lanciato dall’Empoli dopo la cessione di Baldanzi, invece la sua crescita si è un po’ rallentata. Anche l’interesse manifestato da un paio di squadre importanti, che avrebbero voluto accaparrarselo nello scorso calciomercato estivo, ha finito per affievolirsi. Fazzini ha rischiato di vestire i panni di “talento incompiuto”, di giocatore ancora acerbo per il salto definitivo.

Eppure Fazzini piace a tutti. Tutti gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina azzurra ne hanno decantato le doti. Fazzini è quel tipo di giocatore che può vestire più abiti, che può essere schierato in qualsiasi posizione di centrocampo. Il classico jolly che diventa utile in ogni occasione e che forse, proprio per questa attitudine a saper far tutto, viene visto prevalentemente come il calciatore da inserire a gara in corso. Nella stagione 2023-24 Fazzini è sceso in campo 31 volte, ma solo 14 dall’inizio. E solamente in due occasioni (Frosinone-Empoli e Torino-Empoli) ha giocato la partita completa. In totale è sceso in campo 1.226 minuti, con una media di poco superiore a 39 minuti a partita. Davvero poco.

Tutto lascia pensare che Jacopo rimarrà a Empoli anche per la prossima stagione. Ma qualcosa dovrà cambiare. Se l’Empoli vuole salvaguardare il suo investimento e far tornare l’appetito alle formazioni che lo avevano inserito nelle loro mire, Fazzini dovrà ricoprire un ruolo meno marginale rispetto al passato. Dalla sua ha, come dicevamo, la propensione a giocare in tutte le posizioni del centrocampo. D’Aversa può utilizzarlo come mezzala in una mediana a tre, ma lo può avanzare sulla linea dei trequartisti, nel caso decidesse di variare il suo classico 4-3-3 con il 4-2-3-1. Contro l’Ingolstadt la sensazione è stata proprio questa: Fazzini ha giocato in una posizione centrale più avanzata, almeno in fase di pressione, ed è stato uno degli ultimi titolari a essere sostituito. Probabile che il nuovo allenatore volesse testarlo per più tempo.

Lo stesso Fazzini deve prendere più consapevolezza di se stesso. In queste prime amichevoli lo abbiamo visto con il numero dieci sulle spalle, chissà che non sia un messaggio, un’assunzione di maggiore responsabilità. Al di là dei numeri Fazzini ha tutte le qualità per replicare alcune ottime prestazioni mostrate nello scorso campionato (ad esempio il suntuoso primo tempo contro il Napoli in casa). Deve solamente avere fiducia, trovare più continuità di rendimento, diventare più consapevole dei propri mezzi. Allo stesso tempo, però, D’Aversa dovrà dargli quella fiducia che gli altri allenatori gli hanno concesso solo in parte. Il momento di capire di che pasta è fatto Fazzini è arrivato, e lo sapremo solo se gli verrà concesso un maggior minutaggio.

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