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L’Italia e il Napoli di Conte: due realtà tattiche potenzialmente equiparabili

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È ovviamente presto per fare analisi tattiche approfondite sul Napoli che verrà. Certo, l’arrivo di Conte porta con sé alcune specificità ben individuabili, alla luce del suo percorso professionale, ma all’alba di un calciomercato ancora da cominciare, e non sapendo quali saranno i calciatori effettivamente a disposizione del tecnico pugliese, ogni ipotesi rimane aleatoria.

Ciononostante, nulla vieta di giocare sulle idee, prendendo spunto, magari proprio dalla prestazione dell’Italia di Spalletti, alla luce dell’esordio di ieri all’Europeo tedesco.

L’ITALIA DI SPALLETTI – Nella sua prima gara del girone, Spalletti ha proposto un sistema di gioco particolare, fluido e diverso a seconda delle due fasi di gioco. Come affermato nelle conferenze della vigilia, l’idea dell’ex tecnico del Napoli è quella di proporre una difesa che si schiera con una linea a quattro in fase di non possesso, sviluppandosi a tre in quella di sviluppo offensivo della manovra.
Ancor più che nelle amichevoli di preparazione, questa volontà si è esplicata chiaramente nella gara con l’Albania e fulcro di questa idea tattica “cangiante” è stato soprattutto Chiesa, accostato al club partenopeo in ottica mercato. Nel 3-4-2-1 in fase di possesso, l’esterno offensivo della Juventus, infatti, non ha interpretato il ruolo di “quinto” di centrocampo/difesa in maniera classica, perché di fatto, nella fase passiva l’Italia difendeva a quattro, in una sorta di 4-2-3-1 (o 4-5-1 in alcune fasi della ripresa), in cui i compiti di copertura sulla fascia destra erano affidati ad una nostra conoscenza, Di Lorenzo, che da “braccetto” di destra si allagava a fare il terzino, con Di Marco sulla linea di difesa dall’altro lato, sgravando Chiesa da eccessivi compiti in fase di ripiegamento. Questo sistema di gioco ha consentito alla Nazionale di sviluppare il gioco in maniera efficace sulle fasce, soprattutto a destra, godendo di spazi centrali dove potevano inserirsi i due “trequartisti”, Frattesi e Pellegrini nella fattispecie, e dove l’attaccante, Scamacca, fungeva più da “boa” che da mero finalizzatore.

IL NAPOLI DI CONTE – Viene naturale, anche ascoltando gli spifferi di mercato, attuare un parallelo tra l’Italia di ieri e il Napoli che potrebbe avere in mente Conte.
Abbiamo sottolineato come Chiesa sia stato un po’ la chiave della “nuova” idea tattica di Spalletti in Nazionale, sia qualitativamente che tatticamente. E se Conte avesse pensato a lui anche per un ruolo simile nel suo Napoli? Alcuni indizi ci sono. In primis, il ventilato interesse per il giocatore da parte del Napoli. Poi l’acclarata ricerca sul mercato di profili tatticamente simili, nello specifico Cambiaghi, che ben si adatterebbe a mansioni simili. Infine, la volontà dell’ex tecnico del Tottenham di trattenere Di Lorenzo, guarda caso, altra pedina centrale nel gioco di slittamenti di posizione dell’Italia. Finora si era pensato a Chiesa solo come potenziale sostituto in caso di una malaugurata cessione di Kvaratskhelia. Ma chi lo dice che i piani di Conte non siano altri?
Potenzialmente, e ripetiamo che stiamo solo giocando su ipotesi suggestive, i parallelismi tattici tra la nuova Italia di Spalletti e il futuro Napoli di Conte sarebbero facilmente ricostruibili.

DIFESA – La retroguardia a tre è facilmente riproponibile. Di Lorenzo, centrale di destra, che si trasformerebbe in terzino in fase di non possesso. Accanto a lui, come centrale potrebbe esserci Rrahmani (che potrebbe sostituire pure il capitano sul centro destra, in caso di addio di questo) o Buongiorno, con il torinese possibile centrale di centro-sinistra, ruolo che potrebbe essere pure affidato ad un altro obiettivo di mercato, Hermoso. Dipende da chi arriverà e chi andrà via.

MEDIANA – A centrocampo, immaginiamo proprio Federico Chiesa a destra, con al centro Anguissa (in assenza di arrivi più incoraggianti nel ruolo) e Lobotka, mentre sulla sinistra, la posizione di “Di Marco napoletano” al momento spetterebbe ad Olivera, ma è probabile che sul mercato arrivi qualcosa di più adatto: da Spinazzola a Dedic, passando per Sosa e via dicendo. L’importante è che sia un profilo in grado di allinearsi alla difesa a quattro in fase di non possesso, mentre a destra Chiesa (o Cambiaghi, Vanderson) resterebbe più alto.

ATTACCO – Il reparto offensivo richiederebbe due giocatori alle spalle della prima punta. Quella sul centro-sinistra più propensa ad allargarsi, ed in questo Kvara rappresenta sicuramente un plus rispetto all’italico Pellegrini, mentre la posizione di Frattesi, più da collegamento tra centrocampo e attacco, che sappia agire da sotto-punta in fase di non possesso, potrebbe essere interpretata alla perfezione da un altro italnapoletano come Folorunsho, ferma restando la possibilità di riciclare un più talentuoso Raspadori (ma pure Lindstrom) nel ruolo. La prima punta alla Scamacca, sarebbe da individuare sul mercato. Ma anche qui, le esigenze tattiche di questo modulo andrebbero a sposarsi alla perfezione con le idee di Conte, che ha sempre preferito un attaccante fisico, capace di giocare spalle alla porta, che potrebbe essere un Lukaku, Dovbyk, Gimenez o Gyökeres.

Insomma, abbiamo giocato con la fantasia, ma potremmo non essere andati tanto distanti dalla realtà, fondendo le idee di un vecchio amore (Spalletti) con quelle del futuro condottiero azzurro. L’estate è lunga e avremo modo di avere prospettive più chiare nel corso delle settimane.

 

Italnapoli fase di non possesso: 4-2-3-1 – Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Lobotka; Chiesa, Folorunsho (Raspadori), Kvaratskhelia; Lukaku.

Italnapoli fase di possesso: 3-4-2-1 – Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno; Chiesa, Anguissa, Lobotka, Olivera; Folorunsho (Raspadori), Kvaratskhelia; Lukaku.

 

 

E.L.

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