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EDITORIALE – Il Maradona si conferma facile terra di conquista per gli avversari, azzurri sempre più in basso

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Editoriale post Napoli – Bologna. I tifosi partenopei, quest’anno stanno vivendo le pene dell’Inferno, dopo essere saliti in Paradiso, appena un anno fa, godendosi il terzo scudetto, dopo 33 anni di lunga astnenza. Scudetto che, in questa stagione,  il Napoli, non solo non lo ha difeso ma lo ha persino disonorato con un cammino disastroso nel quale i giocatori hanno perso anche la dignità. In ogni partita ci si aspettava una reazione d’orgolio, la voglia di riscatto per le sconfitte subite, peraltro, pure contro avversari di scarsa levatura come l’Empoli. Tuttavia tutto questo, se non a piccoli sprazzi, in alcune partite, non si è visto. Il Maradona, ex San Paolo, in passato, era il fortino inespugnabile, ad eccezione dell’anno della retrocessione in B con soli 14 punti, nel quale la squadra costruiva le sue vittorie. Oggi, purtroppo, è diventato facile terra di conquista per gli avversari che, in quel di Fuorigrotta, vedono spiegato un bel tappeto rosso su cui  camminare senza intoppi. Per la cronaca il k o col Bologna rappresenta la sconfitta interna in A, numero 6, per una media punti, in 18 partite sinora giocate di 1,33, al di sotto perfino di quella del Genoa, del Lecce, del Torino, del Frosinone, del Cagliari e udite udite di quella del Verona. Sembra assurdo ma è la realtà dei fatti. Vedendo questi numeri, mi piange il cuore, perchè si è mancato di rispetto verso una piazza calorosa, appassionata ed innmorata della propria squadra, che fa tanti sacrifici economic iper seguire in casa e in trasferta i propri beniamini. Contro la formazione di Thiago Motta, ieri, non si è salvato nessuno, tra i peggiori in campo, Politano che ha sbagliato il rigore che poteva cambiare il match e Kvaratskhelia, autore di una prestazione da 4 in pagella, ancora irriconoscibile, poi il capitano, colpevole sul primo gol degli ospiti. A proposito di gol degli avvesari, per l’ennesima volta, i difensori azzurri hanno fatto resuscitare calciatori che non segnavano da tempo nimmemore, o addirittura, alla loro prima marcatura in massima serie. Contro i felsinei è stata la volta di Ndoye e Posch. Dunque, per la squadra di Calzona, il peggiore dei 3,  è buio pesto, mai, la formazione campione d’Italia in carica, in passato, l’anno successivo, aveva avuto un rendimento così negativo, da fare quasi la metà dei punti conquistati nel campionato antecdente. Oggi, il Napoli vanta, si fa per dire, 51 punti, dopo 36 turni, mentre, nella stagione trascorsa chiuse il girone di andata a 50. Il Napoli, come al solito, è in silenzio stampa, il direttore della comunicazione, Lombardo si è scusato con i tifosi per questa scelta ma il momento delicatissimo lo imponeva, ha spiegato il dirigente del club. Ovviamente, sia a fine primo tempo,  che al termine del match, dagli spalti del Maradona, è parttita una salve di fischi assordante, a dimostrazione del disappunto e dell’amarezza per un ennesima partitaccia disputata. Se il momento è orribile, il prossimo futuro costituisce una vera incognita, con un Napoli fantasma che necessita di una rifondazione capillare. Chi avrà l’audacia e il coraggio di guidare i partenopei il prossimo anno, che potrebbe, persino, inziare nella prima decade di agosto, nella migliore delle ipotesi con i preliminari di Conference e nella peggiore, con i primi turni di Coppa Italia, in caso di nono posto in classifica? Chi vivrà vedrà!

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