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Triestina calcio, poco show ma ha trovato un equilibrio

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Triestina calcio, poco show ma ha trovato un equilibrio

TRIESTE Quella con l’Alessandria è stata la terza vittoria di fila della Triestina. Non è un fatto scontato in questo campionato di C e lo è ancor meno per una squadra reduce da un periodo di cinque ko consecutivi e un pari preso per i capelli con il Legnago. È vero anche che le avversarie incontrate sono state le ultime tre della graduatoria. Un dato che non può non essere preso in considerazione per analizzare il valore delle prestazioni degli alabardati.

Le prossime avversarie saranno più toste (Arzignano pericolante e soprattutto Atalanta baby) e quindi i test più probanti. Ci sono però due dati incontrovertibili. Uno è numerico: la quarta posizione è più concreta, la terza piazza ancora ampiamente alla portata. L’altro è il modo di stare in campo della squadra: il gioco non è per palati fini, come in certi frangenti della gestione Tesser, ma Bordin ha sapuro trovare un buon equilibrio. O meglio il tecnico, anche se ha fatto troppa fatica ad adattare l’assetto del dopo Tesser, ha lavorato in primis sull’aspetto difensivo.

La soluzione dell’ultima linea a tre, con due cursori ai lati, e protetta da due mediani ha avuto un evidente efficacia nonostante la dimensione medio-bassa degli attacchi incontrati in questo mese. Perché nella versione della difesa a 4, viste le caratteristiche dei laterali, a difendere si ritrovavano spesso solo i due centrali. Anche per questo Tesser talvolta aveva optato per l’utilizzo di Germano o meno spesso di Ciofani sulle fasce. Ora ci sono tre uomini in marcatura che quasi sempre seguono anche l’avversario fino alla linea mediana. Quando serve fanno fallo e non si fanno scrupoli a spazzare nel momento del bisogno. Non è un bel vedere? Certo, ma il risultato c’è. Non solo ma questo atteggiamento ha fatto crescere Moretti, ha valorizzato le potenzialità di Rizzo e ha consentito a Malomo (o Struna) di gestire con meno affanni il ruolo.

L’altra faccia della medaglia è che questa Triestina crea meno palle-gol. Eppure le reti segnate in 4 gare sono ben 9. Per essere più pericolosa ed efficace, specie quando il livello dell’avversario si alza, la squadra necessita della qualità dei suoi giocatori. Lo si è toccato con mano martedì quando l’ingresso di Redan e Correia ha annichilito l’Alessandria (in panchina poi sono rimasti D’Urso e Celeghin). È superfluo sottolineare quale sia l’importanza dell’apporto del franco-senegalese. Il centrocampista ha avuto dei problemi atletici in via di risoluzione e il ritorno a una forma accettabile può essere un plus per il finale di stagione.

Comunque la condizione fisica e soprattutto mentale appare in crescita. La reazione della squadra dopo il pari (anche agevolato da un atteggiamento poco reattivo degli alabardati) dell’Alessandria è un aspetto indicativo del momento. È riemersa quella caratteristica insita nel dna di questo gruppo e che era sparita o quasi da metà gennaio del 2024 con o senza Tesser. A proposito della scelta dell’esonero di uno dei migliori tecnici della categoria è evidente che sia stato un vulnus stagionale del club perché ha pesato sul rendimento della squadra e ha creato una frattura con i tifosi. E i supporter di fatto (a parte un piccolo nucleo) hanno abbandonato la squadra. Il pubblico ha tutto il diritto di manifestare il suo scetticismo ma visto che la squadra è risalita e manca solo uno scampolo di stagione sarebbe più logico goderselo. Senza troppo entusiasmo ma con la consapevolezza che questa Unione, con tutti i suoi limiti, può prendersi e dare ancora qualche soddisfazione.

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